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La mafia fa schifo... ed è anche rossa! L'accusa del presidente della regione siciliana Totò Cuffaro

22 febbraio 2006

Secondo Pier Ferdinando Casini: ''Contro Salvatore Cuffaro è in atto una campagna perché dà fastidio essendo il candidato più accreditato a guidare la Regione''. Insomma, per il leader dell'Udc, Cuffaro viene attaccato perché è un candidato forte e di lui gli altri partiti hanno paura.

Per il ministro agli Affari regionali, Enrico La Loggia: ''Cuffaro è una personalità autorevole nel centrodestra che aiuterà la coalizione a vincere. Ha fatto un gran lavoro insieme agli alleati in questa Regione e credo alla sua estraneità ai fatti contestatigli. Lui stesso ha dichiarato che lascerà la politica se condannato, e questa è la prova della sua buona fede''.

Secondo l'eurodeputato Nello Musumeci, leader di Alleanza Siciliana, invece, candidare Cuffaro è inopportuno: ''E' da un anno che parlo dell'inopportunità di ricandidare Salvatore Cuffaro alla presidenza della Regione Siciliana''.  ''Cinque anni fa ho votato Cuffaro, ma da un anno sollecito il problema della inopportunità di una ricandidatura del governatore. E' una inopportunità politica - spiega - perché Cuffaro non ha subito nessuna condanna, ma in politica non è importante solo quelle che è ma anche quello che appare''.

Insomma, sul personaggio Cuffaro tutti hanno qualcosa da dire, in positivo o in negativo. Una cosa è certa e la si può pure dire senza essere tacciati di ''giustizialismo di sinistra'': la situazione dell'attuale governatore della Sicilia è parecchio anomala e, forse, sarebbe stato veramente il caso che si fosse allontanato dal mondo della politica fino alla risoluzione dei suoi guai giudiziari che lo vogliono colluso con la mafia.
Comunque, Salvatore Cuffaro continua ad avere un grande capacità di autodifesa, e coglie tutte le occasioni per contrattaccare i suoi oppositori con interventi forti. 
Come le ultime dichiarazione rilasciate alla trasmissione tv ''Era LaRai 21.15'', in onda su Canale Italia.
''In Sicilia ci sono anche amministrazioni di centrosinistra. La mafia cambia colore a seconda degli affari che deve portare avanti. O la mafia non ha avuto in tanti anni rapporti con chi ha vinto le gare, oppure ha avuto anche rapporti con chi non è né bianco, né nero ma è rosso. C'è poco da fare: la mafia preferisce chi governa, a prescindere dal colore, perché ci sono più possibilità di fare affari''.

Queste le accuse lanciate da Cuffaro nell'intervista rilasciata nel programma condotto da Pierluigi Diaco, e nella quale non sono mancati attacchi rivolti a singoli personaggi politici. Come al presidente dei Ds Massimo D'Alema.
''Vorrei ricordare all'onorevole D'Alema, con cui non azzardo paragoni - lui è comunista, io no, lui ha fatto una scuola sovietica, io no - che sono stato eletto parlamentare europeo; potevo tenere l'immunità che avevo''. ''Io non cerco nessuna immunità - ha aggiunto il governatore siciliano - ho scelto di lavorare in Sicilia pur sapendo di andare incontro ad un processo. Mi faccio processare con rispetto da un Tribunale, invece non accetto processi di piazza. Non voglio neanche dire di piazza, nel senso che ora non hanno le piazze e tendono a processarci sui mass media. Comunque, se qualcuno pensa di intimidirmi sbaglia. Ribadisco con forza, se dovessi essere condannato in primo appello, non attenderò gli altri gradi di giudizio, mi dimetterò e poi mi difenderò da non politico''.

Diaco ha poi fatto presente che sono stati comunque in molti a pensare che forse sarebbe stato giusto, visto la situazione, un suo ritiro dalla politica. ''Era giusto che io mi ritirassi dalla politica? Ho chiesto al mio partito e mi hanno spinto a continuare - ha risposto Cuffaro -. Io davvero ho la coscienza a posto, ho visto i sorrisi e gli entusiasmi della gente che mi sostiene, dei siciliani che mi vogliono bene. Non potevo deluderli''. ''Indubbiamente sono un uomo che ha gestito e che gestisce il potere. Ci mancherebbe, faccio politica, la politica è per definizione la gestione del potere legittimo, ma di certo non l'ho fatto con l'intento per il quale sono sotto processo. Non l'ho mai esercitato fine a se stesso, per arricchire me o i miei amici, ma per diventare il punto di riferimento di determinati settori, questo sì. Ma non è certo un reato''. ''Portando avanti i nove punti che io ho proposto ai siciliani di fatto ci si accorge che si toglie acqua alla mafia - ha proseguito Cuffaro. - Nel programma nuovo c'è un riferimento esplicito alla lotta alla mafia, ma l'importante sono i fatti. Mi hanno persino accusato di strumentalità quando ho fatto una campagna mediatica dicendo che la mafia fa schifo. La lotta alla mafia è una scelta politica. La mafia è sottosviluppo, è non avere l'acqua tutto il giorno a casa perché il pozzo è in mano al mafioso di turno, la mafia è disoccupazione, etc. Il compito della politica è attuare programmi che danneggino la mafia. Ma la mafia non la si combatte solo così, la mafia la si deve reprimere, e questo è compito delle forze dell'ordine''.

Per finire, da un giornalista come Diaco, che sa essere parecchio corrosivo, Totò Cuffaro non poteva non aspettarsi una domanda in riferimento al suo nomignolo,''vasa vasa''. ''Avere rapporti diretti con i cittadini è una scelta politica, soprattutto con l'elezione diretta. Se poi gli elettori decidessero di eleggere un candidato che si chiude in una torre d'avorio, è un loro diritto, ma questo non è il mio stile. Preferisco baciare una persona sbagliata piuttosto che non baciare nessuno'', ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia.

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22 febbraio 2006
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