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La mafia tenta di denigrare le istituzioni

Caso Di Vincenzo, il direttore della Dia incontra Lari e Montante: "La mafia vuole delegittimare magistratura e imprenditori onesti"

11 agosto 2011

"La mafia si sta sempre più affinando e tenta inutilmente di delegittimare l'operato della magistratura e di imprenditori impegnati nella lotta al malaffare". Lo ha sottolineato il direttore della Dia, Alfonso D'Alfonso, incontrando ieri a Caltanissetta il procuratore capo, Sergio Lari, e il presidente della Camera di Commercio nissena, Antonello Montante.
All'incontro erano inoltre presenti, il direttore della Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia, il vice presidente regionale di Confindustria Giuseppe Catanzaro, il vice presidente della Camera di Commercio, Calogero Giuseppe Valenza, e il presidente del Tavolo unico per lo sviluppo e la legalità, Salvatore Pasqualetto.
La visita è arrivata dopo il ritrovamento di un appunto in cui l'imprenditore Pietro Di Vincenzo, arrestato lo scorso anno per mafia, avrebbe annotato gli spostamenti di Lari e Montante (LEGGI).
D'Alfonso si è complimentato con la Dia nissena per il "proficuo lavoro svolto", sia nel settore delle investigazioni giudiziarie che patrimoniali, definendole "punta di diamante" in ambito nazionale. Il direttore della Dia ha manifestato inoltre apprezzamento per "la tenace lotta condotta costantemente da Confindustria Sicilia sul fronte della legalità, a livello provinciale, regionale e nazionale".
"Sapere che Di Vincenzo conosceva gli spostamenti e gli incontri del procuratore della Repubblica, che indagava proprio su di lui, inquieta non poco e rende chiara, in generale, la strategia mafiosa: il controllo del territorio e la nuova e ormai nota campagna di delegittimazione nei confronti di magistrati, forze dell'ordine e di pezzi della societa' civile che con lo Stato ed i suoi uomini intende concorrere a debellare e lottare la mafia", ha detto Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia, dopo l'incontro di ieri a Caltanissetta. "Intimidire o tentare di farlo con il tritolo, gli incendi e le minacce è una tecnica mafiosa antica - ha aggiunto Catanzaro -. La denigrazione rappresenta invece la svolta contemporanea dei mafiosi con il colletto bianco. Questa è un'altra faccia dei mafiosi di oggi che per continuare ad alimentare i loro illeciti interessi e fare quello che hanno fatto fino ad ora hanno necessità di consenso sociale che si conquistano - ha concluso - con i metodi tradizionali e che alimentano anche con imprese e manovalanza mafiosa". [Adnkronos/Ing, ANSA]

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11 agosto 2011
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