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La mafia torna a sparare a Palermo

E' stato ucciso Giuseppe Di Giacomo. Secondo gli inquirenti stava tentando di affermarsi come referente del clan di Porta Nuova

13 marzo 2014

I killer di mafia tornano a sparare a Palermo. E per colpire Giuseppe Di Giacomo, 47 anni, lo hanno fatto in maniera plateale. Di Giacomo, infatti, è stato freddato a colpi di pistola nel tardo pomeriggio di ieri, in via Eugenio l'Emiro, una strada affollanta.
Centinaia le persone che hanno affollano il luogo dell'agguato, mentre la polizia cercava con fatica di fermare i familiari disperati della vittima.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo, che era al volante della sua Smart, si trovava in via Eugenio l'Emiro, all'angolo di via Corradino di Svevia, a pochi passi dalla sala giochi che gestiva. Assieme a lui il nipote di 9 anni. Uno scooter con a bordo due uomini ha affiancato l’auto cominciando a fare fuoco. L'uomo ha tentato allora una fuga disperata, ma i killer lo hanno ammazzato poco più in la, lasciandolo privo di vita sul marciapiede.
Sul posto sono arrivati poliziotti e carabinieri insieme ai vertici della sezione Omicidi e della sezione Criminalità organizzata della squadra Mobile, i comandanti del reparto territoriale e del Nucleo investigativo dei carabinieri.
Pochi i dubbi sull’accaduto. È stato un omicidio di mafia, di quelli con i quali si vuole lanciare un messaggio.

Giuseppe Di Giacomo era stato arrestato nel 2008 nell'ambito dell'operazione antimafia "Perseo" ma era stato assolto nel gennaio 2011 perché le intercettazioni che lo riguardavano furono dichiarate inutilizzabili per un vizio di forma. Nell'operazione Perseo vennero catturati 99 mafiosi appartenenti ai vertici di Cosa Nostra palermitana che, unitamente a decine di gregari, tentavano di ricostituire la Commissione provinciale palermitana.
Era fratello di un boss storico del mandamento di Porta Nuova, Giovanni, condannato all'ergastolo per mafia e omicidio, considerato uomo di Pippo Calò. Giovanni Di Giacomo era stato condannato per gli omicidi di Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre '81 e di Filippo Ficarra, vittima della lupara bianca nel 1982. È stato anche condannato per il tentativo di uccisione, nel carcere Ucciardone, del boss Gerlando Alberti "paccarè", un esponente della vecchia guardia condannato a morte dalle cosche emergenti. Il suo nome, dopo le dichiarazioni del pentito Francesco Marino Mannoia, entrò anche nelle indagini per l'omicidio di Sebastiano Bosio, primario di chirurgia cardiovascolare del Civico di Palermo, ucciso nel 1981.

Secondo gli inquirenti Giuseppe Di Giacomo stava tentando di affermarsi come referente del clan di Porta Nuova. L'omicidio preoccupa molto gli investigatori. Sul luogo del delitto si sono recati anche il pm di turno, Francesco Grassi, i sostituti Caterina Malagoli e Sergio Demontis e il procuratore aggiunto Leonardo Agueci.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, Corriere del Mezzogiorno]

- Chiuso il processo Perseo: condanne complessive per più di due secoli di carcere (Guidasicilia.it, 26/10/10)

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13 marzo 2014
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