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La malagestione dell'Amia e la perenne emergenza rifiuti

Mentre Palermo è di nuovo immersa nei rifiuti i commissari dell’Amia si difendono: "Le colpe sono da attribuire a chi c'è stato prima di noi"

27 gennaio 2011

Dopo le affermazioni contenute all'interno della relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, e presentata l'altro ieri a Palermo (LEGGI), i commissari dell’Amia hanno voluto replicare sulla vicenda della malagestione dei rifiuti nel capoluogo e della presunta presenza mafiosa all'interno dell'azienda con una risposta articolata: "La struttura commissariale di Amia, che è organo dello Stato deputato anche a contrastare la mafia, quando si è insediata lo scorso 26 aprile ha, come primo atto, sottoscritto il protocollo di legalità 'Carlo Alberto Dalla Chiesa' attivando quei rigidi controlli antimafia della Prefettura che hanno consentito, ad oggi, l’esclusione di una decina di imprese dall’avere rapporti commerciali con Amia. L’attività dei commissari straordinari, svolta in stretta e costante collaborazione con la Procura della Repubblica, con le forze dell’ordine, con le autorità ambientali e con il Tribunale fallimentare, ha poi consentito di rimuovere dalla discarica di Bellolampo quelle condizioni di rischio ambientale che, prima del loro arrivo a Palermo, erano state oggetto di un’inchiesta della Procura; di fare ordine nella gestione della stessa discarica; di segnalare gli interessi criminali che stanno alla base dei fenomeni dell’abbandono spropositato di rifiuti ingombranti per strada e della formazione di cooperative che promettono assunzioni per svolgere la raccolta differenziata e il ritiro degli imballaggi di cartone al posto di Amia. I commissari, inoltre, sono riusciti in meno di un anno a raddoppiare la percentuale di raccolta differenziata, salita dal 4 al 9,01%; ad imprimere una politica di rigore nella gestione delle risorse e del personale; ad avviare un programma di investimenti infrastrutturali capaci di restituire ad Amia la possibilità di operare sul mercato con criteri di efficienza e di economicità nella più assoluta trasparenza. Quanto al percolato, non 13, ma fino a 26 autocisterne al giorno (di aziende segnalate alle autorità competenti per i controlli) salgono e scendono da Bellolampo sotto il costante controllo delle forze dell’ordine, non per fare arricchire la mafia, ma per rispondere ad una precisa disposizione delle autorità ambientali che impone l’immediata e tempestiva rimozione del liquido inquinante. Questo sistema di trasporto sarà comunque interrotto perché a breve sarà bandita la gara per la realizzazione in discarica di un impianto di trattamento del percolato".
"Pertanto i commissari straordinari invitano chiunque - quando associa il nome Amia alla mafia - a chiarire a quale periodo si riferisce. E ricordano poi, a qualsiasi rappresentante istituzionale che faccia generiche affermazioni, l’obbligo - derivante dall’applicazione delle leggi e dei protocolli di legalità che chiunque deve rispettare - di segnalare alle autorità competenti e agli stessi commissari di Amia notizie circostanziate su reati e fatti che possano esporre l’attuale gestione dei rifiuti di Palermo agli interessi della criminalità organizzata".

Intanto, dal centro alla periferia di Palermo è di nuovo emergenza rifiuti in città. Per le strade del centro l'immondizia si accumula da giorni. Stessa scena, se non peggiore nelle borgate. Una situazione che fa ripiombare i cittadini in un nuovo incubo, e quindi si moltiplicano gli incendi dei cassonetti e all'orizzonte si profilano giorni di difficoltà fino a quando la situazione non sarà rientrata a regime. Il guasto delle pale, che trasportano i rifiuti dalla stazione di trasferenza ai trituratori, ha rallentato lo smaltimento dei rifiuti a Bellolampo: numerosi i compattori in attesa di scaricare, più difficile quindi rimettersi al passo con la raccolta giornaliera.
Le prime verifiche all'interno dell'azienda su eventuali responsabilità hanno portato al trasferimento di un'operatore risultato "responsabile di comportamenti e ritardi che stanno alla base dei fatti accertati". E sulla vicenda nascono le prime polemiche: "E’ mai possibile che la quinta città d’Italia affondi continuamente tra i rifiuti solo per il mal funzionamento dei macchinari a Bellolampo?". A chiederselo è il consigliere comunale del Pd Davide Faraone che non ha dubbi sulle responsabiltà: "Tutto ciò non deriva dalle macchine che fanno i capricci ma dagli uomini che hanno gestito male in questi anni l’Amia, facendo gli interessi di tutti tranne che dei palermitani". "Occorre - conclude Faraone -, attraverso l'azione positiva dei nuovi commissari, programmare una seria politica di investimenti mirati al potenziamento della raccolta differenziata, all'acquisto immediato di nuove macchine per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti e alla realizzazione della sesta vasca».
L'Amia, da parte sua, ha fatto sapere che per velocizzare i tempi di triturazione è stato installato un trituratore fisso più piccolo per cercare di velocizzare lo svuotamento dell'area di stoccaggio. Ma sulle responsabilità di quest'ennesima emergenza i commissari dell'Amia Sebastiano Sorbello e Paolo Lupi denunciano "la mancanza, negli anni passati, di investimenti in discarica, che oggi si presenta inadeguata sotto il profilo infrastrutturale". "La gestione commissariale - hanno aggiunto - è costretta ad affrontare le continue emergenze con manutenzioni straordinarie e con provvedimenti tampone, in quanto il mancato trasferimento dei fondi assegnati dal Cipe impedisce a tutt'oggi di realizzare gli investimenti, già programmati e progettati da Amia, che imprimerebbero una svolta radicale alla gestione della discarica".

[Informazioni tratte da LiveSicilia.it, Italpress, Corriere del Mezzogiorno.it]

 

 

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27 gennaio 2011
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