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La malasanità italiana provoca veramente 90 morti al giorno? Ma siamo proprio sicuri?

31 ottobre 2006

Novanta morti al giorno. Tra  14 e 50 mila decessi ogni anno. Un totale superiore al numero delle vittime per incidenti stradali e tumori. Sono le agghiaccianti cifre che si riferiscono ai decessi che ogni anno avvengono in Italia per colpa della malasanità.[...] A fornire queste cifre è l'Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), che in collaborazione con Dompé Biotec, ha organizzato un convegno nazionale proprio su questo tema, che si è tenuto ieri all'Istituto nazionale tumori di Milano (Int) [...].
Ecco quello che nelle scorse settimane gli organi di infomarzione hanno riportato (leggi).
La verità, però, sembra essere un'altra, e le cifre snocciolate dall'Aiom sono quindi risultate una ''bufala''. 
I problemi, anzi, i ''disastri'' della malasanità, sono stati in passato e rimangono oggi un problema grave in Italia, ma quei 90 morti al giorno per errori medici denunciati una settimana fa sono suonati strani a più di una persona, parlamentari compresi, che ieri hanno denunciato il grade strafalcione commesso dall'associazione oncologica.
''Sono numeri di fantasia, un artificio senza fondamento scientifico: un puro esercizio teorico su dati estrapolati da fonti lette superficialmente e diffusi con molta approssimazione'', ha tagliato corto Ignazio Marino (Ulivo), presidente della Commissione d'Igiene e Sanità del Senato.
E l'ammissione di colpa, con annessa disarmante giustificazione, da parte dell'Aiom, non è tardata ad arrivare: ''I numeri dei morti sono stati gonfiati per un errore di interpretazione: la quantità dei decessi è stata confusa con le denunce presentate''.

Emilio Bajetta, presidente dell'Aiom, ha confessato dicendo che ''il pasticcio è legato all'erronea estrapolazione dei dati esaminati. Quando in ospedale c'è un sinistro mortale, i denunciati possono essere anche 7-8, anche di più, dal primario alla caposala, ed è stato invertito questo dato con quello dei decessi''. Il professor Bajetta però non accetta che tale errore sia chiamato ''bufala'' o ''scivolone''. Lui preferirebbe che venisse definito come ''un'impropria valutazione di metodo'', pur chiedendo umilmente scusa per... la bufala.
Anzi, di più. ''Perché le scuse da sole non bastano, occorre spiegare come siamo giunti a un incidente del genere'', infatti, per oggi il prof Bajetta ha riunito la segreteria dell'associazione con il quale dovrà concordare un comunicato stampa per ribadire il dispiacere per quanto è accaduto.

La Commissione del Senato, da parte sua, ha chiesto all'Aiom spiegazioni e fonti da cui i dati sono stati presi. E il presidente Marino si è mostrato irremovibile: ''A fronte di dati privi di fondamento scientifico come questi, sono necessari una responsabilizzazione delle società scientifiche, che per essere credibili devono comunicare in modo serio; maggior controllo e vigilanza da parte degli Ordini professionali dei medici e anche dei giornalisti, e la creazione di una banca dati anche a disposizione di chi fa informazione''. Si pensa perciò a un ''provvedimento legislativo - ha spiegato Marino - che faciliti la segnalazione spontanea degli errori in ogni dipartimento e direzione di un ospedale, garantendo la confidenzialità di questi dati, che non potranno essere usati in sede civile e penale''. Il vicepresidente della Commissione, Cesare Cursi (Alleanza nazionale) poi, è stato ancora più duro: ''E' stata un'operazione commerciale. Magari serviva per stipulare qualche polizza assicurativa in più visto che tra le fonti utilizzate c'è un lavoro finanziato da un gruppo finanziario Zurich Consulting Risk Management, che appunto vende polizze assicurative''.

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31 ottobre 2006
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