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La manovra economica è legge

Il presidente della Repubblica ha firmato il provvedimento del governo sulla manovra anticrisi

15 settembre 2011

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato stamani il provvedimento del governo sulla manovra anticrisi approvato ieri in via definitiva dalla Camera.
La manovra è stata apprvata con 314 voti favorevoli e 300 contrari. Nella giornata di ieri, con 316 sì e 302 no l'Aula aveva detto sì alla fiducia sulla finanziaria bis. Le dichiarazioni di voto finale erano iniziate alle 18.30. La seduta è ripresa alle 15 per l'esame degli ordini del giorno.
Dopo il voto finale è stato convocato il Consiglio dei ministri. La fiducia ottenuta ieri alla Camera, dopo quella al Senato sette giorni fa, è la numero 50 per il governo Berlusconi dall'inizio della legislatura.
Decine e decine di ordini del giorno presentati da tutti i gruppi politici. Il governo, rappresentato dal sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti, ha accettato ufficialmente anche quello presentato da Domenico Scilipoti nel corso della discussione della manovra alla Camera. Il parlamentare "impegna il governo a valutare se adottare il tanto vituperato condono fiscale". Tra gli altri odg approvati, uno del Pd con cui il governo assume l'impegno a valutare una revisione del contestato articolo 8 del testo e uno della Lega sulla pensione anticipata per le madri lavoratrici. Su entrambi i testi il governo aveva espresso parere positivo. Con 137 astenuti soprattutto nelle fila di Lega e PdL, la Camera ha approvato anche un odg presentato dal deputato di Fli Enzo Raisi, per la revisione delle esenzioni fiscali di cui beneficia la Chiesa.

In Aula non sono mancate le proteste. Quando stava intervenendo il capogruppo del Carroccio, Marco Reguzzoni, è partita una contestazione dalla tribuna di Montecitorio riservata al pubblico. Uno striscione srotolato da un gruppetto di ex deputati recitava 'Basta Lega, basta Roma, basta tasse'. Tra i contestatori anche un ex deputato del Carroccio, Francesco Formenti, parlamentare leghista nella undicesima legislatura. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha invocato l'intervento degli assistenti parlamentari che hanno tolto letteralmente dalle mani dei contestatori lo striscione e li hanno fatti allontanare.

Proteste pesanti anche fuori Montecitorio. Polizia e carabinieri sono stati costretti a disperdere un gruppo di manifestanti dei Cobas e della sinistra radicale, che protestavano contro la manovra in discussione alla Camera. I manifestanti si erano radunati intorno alle 16 su piazza Montecitorio e per due ore circa si erano limitati a spiegare le ragioni della loro protesta con interventi a 'rotazione'. Intorno alle 18.45 la protesta, fino allora rumorosa ma pacifica, è degenerata: sono stati fatti esplodere dei fuochi d'artificio e, in rapida successione, alcune 'bombe carta' come quelli che vengono usati nelle curve dagli ultras.
I manifestanti hanno appiccato il fuoco ai candelotti fumogeni e una spessa coltre di fumo colorato ha avvolto la piazza. Poi il lancio di palloncini pieni di vernice colorata e infine una sorta di 'fuoco di sbarramento' indirizzato verso i blindati delle forze dell'ordine schierate in assetto antisommossa, fatto da scarpe vecchie e interiora di animale, molto probabilmente cuori e fegati di maiale. A quel punto le forze dell'ordine hanno reagito e hanno fatto una carica di alleggerimento che ha disperso i manifestanti nelle vie adiacenti piazza Montecitorio e piazza Colonna. Allontanandosi i Cobas e gli esponenti della sinistra radicale hanno gettato a terra moto e motorini parcheggiati di fronte l'ingresso principale della Camera e danneggiato alcune vetture in sosta. E' poi tornata la calma, anche se la piazza è rimasta chiusa dai blindati di polizia e carabinieri messi di traverso agli accessi.
Poco prima era degenerato tra insulti e un gavettone il tentativo dell'ex ministro del governo Berlusconi, Andrea Ronchi, di parlare con il gruppo di manifestanti di Cobas e Cgil, in protesta contro la manovra. L'ex esponente di Fli si è avvicinato alle transenne per chiedere quale fosse il problema ed è stato insultato più volte e raggiunto da uno schizzo d'acqua proveniente da una bottiglietta.

Durissimo il commento della presidente degli industriali sull'approvazione della manovra. "Questa manovra non è come l'avremmo voluta noi, non risolve i problemi dell'Italia: se non torniamo a crescere sarà insufficiente, e la manovra non ha nulla per la crescita". La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, lo ha ribadito poco dopo il voto di fiducia alla Camera. La manovra, ha detto, "non ha nulla di strutturale se non poche cose. È tutta tasse. È chiaro che è depressiva". Servono "riforme profonde", o "il Paese rischia molto". La leader degli industriali ha poi parlato di "balletto imbarazzante" nella messa a punto della manovra economica, "tra varie manovre e varie iniziative che avevano lo spazio di un giorno". E, parlando agli industriali di Perugia, ha sottolineato: "È una cosa che ha fatto un grave danno alla credibilità dell'Italia perché un Paese sotto attacco dovrebbe mostrare un fronte compatto, non i conflitti interni". Non è accettabile, ha concluso la Marcegaglia, "che un Paese come l'Italia sia meno credibile della Spagna, ma dai mercati veniamo percepiti cosi".
Non di ulteriori manovre, ma di un governo nuovo con una "ampia base parlamentare, guidato da una personalità che abbia credibilità in Europa" è quello di cui l'Italia ha bisogno; altrimenti si piomberà in una "spirale di altre manovre" che però non raggiungeranno i loro obiettivi, ha detto Walter Veltroni annunciando in Aula alla Camera il "no" del Pd alla fiducia sulla manovra. L'ex segretario del Pd ha anche descritto le difficoltà economiche del Paese, in cui "i giovani laureati che lavorano per 600 euro in un call center sono il paradigma di una nazione in declino".
"La manovra approvata con l'ennesima fiducia è iniqua, ingiusta e fa pagare il debito ai redditi medio-bassi del Paese", ha commentato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che ha aggiunto: "In questo modo non si fa altro che allargare la forbice sociale portando ad impoverire l'Italia: non vengono toccati né gli evasori fiscali né i redditi più alti".

Il leader della Lega, Umberto Bossi, che ha votato la fiducia alla manovra, ha però ancora una volta sottolineato che non verranno toccate le pensioni: "Non voglio far pagare le vecchiette", ha spiegato il leader leghista. "Abbiamo già il sistema più equo di tutta l'Europa".
"La verifica parlamentare" di ieri mattina alla Camera, chiamata alla fiducia sulla manovra, "dimostra che il governo ha i numeri, una forte legittimazione democratica e che ha saputo fare a meno della fuoriuscita di parlamentari eletti nelle sue file, senza risentirne", ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha risposto anche alla critica della Marcegaglia: "Noi siamo molto attenti a quello che dice Confindustria, ma anche in grado di smentirla quando dice cose non attinenti alla realtà", ha detto il ministro che ha aggiunto che questo è un testo che "per il 50% e forse più parla di risparmio".

Le novità del testo. La fiducia della Camera è arrivata sullo stesso testo licenziato dal Senato dove il decreto, approvato dal governo a ridosso di Ferragosto per fronteggiare le forti tensioni sui mercati finanziari, è stato profondamente modificato raggiungendo quota 53,3 miliardi nel 2013, anno in cui si dovrà raggiungere il pareggio di bilancio.
Tra le principali misure del provvedimento, un nuovo giro di vite sulle spese dei ministeri e degli enti locali, l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, l'aumento dal 20% al 21% dell'Iva, il taglio delle agevolazioni fiscali, l'inasprimento della lotta all'evasione fiscale compreso il carcere per i grandi evasori, il contributo di solidarietà del 3% per i super ricchi e licenziamenti più facili.

- IL TESTO DELLA MANOVRA (pdf)

Ecco chi tocca la nuova manovra - Tagli ai redditi dei 'Paperoni' e manette per gli evasori. Misure per 'riordinare' le spese delle pubbliche amministrazioni e incrementi delle imposte per imprese e consumatori. Nel mirino della manovra ci sono sia le spese di ministeri ed enti locali sia i politici e super-ricchi. Per i lavoratori saranno i contratti aziendali e territoriali a stabilire le nuove regole, mentre gli aspiranti pensionati e pensionate dovranno aspettare di più per lasciare il lavoro. Ecco nel dettaglio le misure invigore:
- NUMERI: la manovra è composta da 27 articoli e contiene misure per 54,3 miliardi nel 2013, di cui il 65% arriverà da nuove entrate (35,4 mld). Secondo il sottosegretario al Mef, Alberto Giorgetti, il provvedimento nel complesso vale 140 miliardi. Il provvedimento fissa il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013.
- FAMIGLIE: sulle famiglie peserà l'aumento dell'Iva, che passa dal 20% al 21% e scatta dall'entrata in vigore della manovra. Il costo aggiuntivo sarà di 700 milioni, solo per quest'anno mentre a partire dal 2012 sono atteso 4,2 miliardi. Arriva inoltre l'addizionale della tassa automobilistica, a partire già da quest'anno, per gli autoveicoli con potenza fiscale superiore a 225kw (è dovuta una maggiorazione dei 10 euro per ogni chilowat oltre i 225kw).
- PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: parte dal 2012 l'avvio della spending review, diretto a definire i fabbisogni standard dei programmi di spesa della amministrazioni centrali dello Stato. Sempre dal prossimo anno è prevista la riduzione delle spese dei ministeri, per circa 10 miliardi di euro nel triennio 2012-2014. Arriva anche il riordino degli uffici giudiziari su base territoriale e sono previsti tagli di le auto (viene disposto un tetto alla cilindrata) e aerei blu (utilizzo limitato ai presidenti degli organi costituzionali).
- ENTI LOCALI E TERRITORIALI: i tagli previsti per le regioni ed enti locali sono pari a 4,2 miliardi nel 2012 e 3,2 nel 2013. Province salve dalla soppressione inizialmente prevista dalla manovra, e rinviata a un ddl costituzionale, e taglio del 50% dei consiglieri. I comuni con meno di 1.000 abitanti, dovranno essere accorpati salvando però gli organismi (sindaco e consiglio comunale). Anche i Fas regionali vengono salvati dai tagli (inseriti inizialmente con una clausola di salvaguardia).
- IMPRESE: aumento dell'Irap dello 0,3% per le imprese concessionarie (escluse quelle di costruzione e gestione di trafori e autostrade), che passa dal 3,9% al 4,2%. Per i soggetti operanti nel settore bancario e finanziario l'aliquota sale dello 0,75% e arriva al 4,65%, mentre le attività del settore assicurativo l'incremento è del 2% e l'Irap arriva al 5,9%. Per le imprese del settore energetico è previsto un incremento Ires, più conosciuta come Robin tax. Mentre le società di comodo dovranno versare un'Ires maggiorata del 10,5%.

- PENSIONATI: posticipo della decorrenza per il pensionamento di anzianità, di un mese per chi matura i requisiti nel 2012, due mesi per chi matura i requisiti nel 2013 e tre mesi per chi matura i requisiti a partire dal 2014. Per le lavoratrici donne del settore privato è previsto l’innalzamento progressivo dell'età pensionabile a partire dal 2014, (anziché dal 2020), con l’entrata a regime della disciplina il primo gennaio 2026 (anziché il primo gennaio 2032). Il Tfr sarà erogato con un posticipo di 6 mesi per chi va in pensione, che sale a 24 nei casi di pensionamento anticipato.
- POLITICI: per deputati e senatori è previsto un taglio del reddito pari al 10% nella parte che eccede 90.000 euro e al 20% per la quota superiore a 150.000 euro. Per chi ha un reddito da lavoro privato sono previsti tagli degli stipendi, pari al 20% per i redditi oltre 90.000 e del 40% per i redditi oltre 150.000 euro. Il trattamento economico di titolari cariche elettive e vertici di enti e istituti non mostra superare la media di quanto percepito da chi ricopre le stesse cariche a livello europeo (a partire dal prossimo mandato elettorale). Dalla prossima legislatura, inoltre, la carica di parlamentare sarà incompatibile con altre cariche pubbliche elettive, ad esclusione dei sindaci di comuni come meno di 5.000 abitanti.
- LAVORATORI: i contratti collettivi di lavoro aziendali o territoriali, sottoscritti dalle associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative, ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda, potranno realizzare specifiche intese, con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati, anche in deroga alle leggi nazionali. Vengono inoltre messe in campo misure per facilitare l'accesso e l'esercizio di alcune professioni e attività economiche. Vengono poi introdotte delle novità, per semplificare l'avvio, denuncia e dichiarazione di inizio attività.
- PAPERONI: i super-ricchi dovranno versare un contributo di solidarietà, con un'aliquota del 3% per i redditi oltre 300.000 euro, che dovrà essere versato fino al raggiungimento del pareggio di bilancio. Per le rendite finanziarie il prelievo sale al 20% con l'eccezione dei titoli di Stato, per i quali l'aliquota rimane al 12,5%.
- EVASORI: sono diverse le norme messe in campo, per recuperare il denaro dovuto all'erario. Gli evasori che hanno aderito al condono tombale 2002, ma non hanno pagato la seconda rata, dovranno versare quanto dovuto. Le somme dovranno essere recuperate entro il 31 dicembre 2011. La manovra ripristina anche la possibilità del carcere, ma solo per imposte evase superiori a 3 milioni di euro e al 30 del volume d'affari.
- GIOCATORI: arrivano nuovi giochi d'azzardo e lotterie, da cui sono attesi 1,5 miliardi nel 2012.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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15 settembre 2011
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