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La Maraventano si prepari ad andare a casa

Il sindaco di Lampedusa ha ''espulso'' la sua vice, leghista, Angela Maravenntano

21 gennaio 2009

Un gruppo di abitanti di Lampedusa ha organizzato un presidio permanente davanti al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, per protestare contro la decisione del ministro dell'Interno Roberto Maroni di trattenere sull'isola gli immigrati sbarcati nelle ultime settimane, in attesa del loro rimpatrio immediato. Davanti al Cpa è stato parcheggiato un camper, mentre dagli altoparlanti piazzati sul tetto di un'auto viene diffusa a tutto volume musica di alcuni artisti arabi come Khaled. I manifestanti hanno anche sistemato alcuni striscioni sui quali si legge tra l'altro: "Presidente Napolitano ci aiuti"; "Se lo Stato vuole lo scontro, eccolo"; "O i nostri diritti o Gheddafi". Su un manifesto anche la scritta "Allah è grande".
Sulla decisione del ministro dell'interno Maroni, tra l'altro, è scontro aperto tra il sindaco dell'isola, Bernardino De Rubeis (Mpa), e il suo vice, Angela Maraventano, che è anche senatore della Lega.
"La vice sindaco di Lampedusa forse dimentica che, malgrado la visibilità che ha ottenuto sui media, anche come parlamentare della Lega, sono io il sindaco eletto. Si prepari dunque ad andare a casa perché le tolgo la delega, visto che il suo è un rapporto fiduciario", ha detto De Rubeis.

"Io sto con Maroni, ma soprattutto con il popolo di Lampedusa", ha risposto la parlamentare leghista, impegnata in aula a Palazzo Madama. "Le manifestazioni di protesta davanti al Centro di accoglienza sono fomentate dal sindaco. Si tratta di una strumentalizzazione politica di cui dovrebbe vergognarsi, anche perché si tratta di iniziative che non sono state concordate né con la Giunta né con il Consiglio comunale".
Il vice sindaco difende le scelte del ministro dell'Interno: "Se davvero si vuole bloccare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, questa è l'unica strategia da adottare. Con le istituzioni si dialoga. Saranno i lampedusani, eventualmente, a decidere con un referendum che non vogliono il centro di identificazione, non il sindaco".
De Rubeis sostiene invece le iniziative di protesta promosse da Sos Lampedusa, "un comitato spontaneo del quale fanno parte pescatori, commercianti e le mamme dei bambini che frequentano la scuola dell'isola. Lampedusa non può diventare una caserma a cielo aperto. Fino a oggi sono stati rimpatriati complessivamente solo 55 egiziani con due voli, mentre nel Centro di prima accoglienza ci sono 1800 immigrati. Quanti ne devono arrivare ancora perchè il governo intervenga? Duemila, tremila o seimila quanto l'intera popolazione di Lampedusa?"

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]

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21 gennaio 2009
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