La Marina ha salvato il peschereccio sequestrato dalle autorità libiche
Il motopesca "Airone" era stato fermato in acque internazionali e scortato verso Misurata
AGGIORNAMENTO - La Marina militare italiana, presente con assetti aeronavali nel Mediterraneo meridionale, ha recuperato il peschereccio Airone, sequestrato questa notte da militari libici. Lo rende noto la forza armata in un comunicato. "In merito all'evento che ha visto coinvolto il motopesca italiano Airone, sequestrato questa mattina da un rimorchiatore, presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche mentre si trovava a circa 90 chilometri a Nord-ovest di Misurata - si legge nel testo - si rende noto che personale della Marina militare, impegnato nell'ambito dell'operazione di sorveglianza e sicurezza marittima Mare Sicuro è salito a bordo del natante italiano assumendone il controllo".
Il caso dell'imbarcazione italiana sequestrata è solo "l'ultimo di una lunga serie che ha coinvolto i nostri pescherecci nel Mediterraneo - ha dichiarato Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto per la pesca Cosvap - La motivazione è derivata dalla diversa interpretazione del concetto di acque territoriali da parte dei paesi dell'area, soprattutto di quelli sulla sponda sud". Per la Libia, per esempio, queste si estendono fino a 250 miglia dalla costa, quasi ad arrivare a Lampedusa. In teoria, invece, secondo il diritto Internazionale e quello Marittimo, sono 20. Di conseguenza, spesso si vengono a creare situazioni in cui imbarcazioni da pesca si trovano in acque internazionali, ma vengono fermate in quanto il paese di turno ritiene che abbiano sconfinato all'interno della propria area.
In questo ultimo caso, la situazione si era complicata ulteriormente per via della crisi che sta coinvolgendo il paese nord africano e del fatto che non c'è un unico governo con cui discutere, ma due. Inoltre, è presente una forte componente jihadista dell'Isis, che controlla Derna e Sirte. In questa ultima città i miliziani hanno sequestrato tutte le imbarcazioni presenti nel porto, che sono state destinate al commercio illegale e alla tratta di esseri umani con l'obiettivo di reperire finanziamenti e risorse per i combattenti. Non è escluso, perciò, che i natanti possano essere usati anche per effettuare sequestri-lampo, sulla falsariga di quanto avvenuto in Somalia fino all'intervento aeronavale della comunità internazionale.
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Un peschereccio di Mazara del Vallo è stato sequestrato da autorità libiche mentre navigava in acque internazionali intorno alle 3.30 di questa notte. Lo rende noto il presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo, che si è messo subito in contatto con il ministro dell'Agricoltura e della Pesca libico.
Il peschereccio "Airone" ha a bordo sette membri di equipaggio, tre mazaresi e quattro tunisini, tra di loro il comandante Alberto Figuccia.
"Siamo estremamente preoccupati perché ancora non riusciamo a capire se si tratti di pirateria o del sequestro da parte di militari", aveva detto Tumbiolo questa mattina. "Abbiamo contattato il ministro della Pesca del governo di Tripoli, Abdul Munam Dugman, che non era ancora informato dei fatti". Ma la situazione non è chiara anche perché nella zona del sequestro "incrociano tuttora rimorchiatori e motoscafi libici senza insegne di riconoscimento".
"Lo stato di allerta - ha osservato - è massimo da quando l'ambasciata italiana è stata chiusa. Siamo preoccupati ma al contempo fiduciosi poiché il popolo libico è stato sempre vicino ai siciliani".
Il peschereccio è della Maran snc. Il natante, secondo le prime frammentarie notizie, sarebbe diretto verso il porto di Misurata.
"Abbiamo appena saputo che ci sono diversi militari libici a bordo del peschereccio siciliano sequestrato la notte scorsa a 30 miglia da Misurata. Non solo, il peschereccio è seguito da un rimorchiatore pieno di militari, sempre libici, che hanno anche delle telecamere. Siamo davvero preoccupati. E' una manovra per noi incomprensibile".
Questi gli ultimi aggiornameti che Tumbiolo ha riferito all'Adnkronos. "Il peschereccio sta raggiungendo Misurata - ha spiegato - Si tratta forse di una provocazione, non capisco".
L’unità di crisi della Farnesina sta verificando dove si trova effettivamente il peschereccio di Mazara del Vallo e ha preso contatto con la guardia costiera libica.
"Il governo regionale sta seguendo con molta attenzione e trepidazione la vicenda del peschereccio di Mazara del Vallo, sequestrato in Libia". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. "Siamo in contatto permanente con le autorità libiche interessate - continua il presidente - e siamo convinti che si possa arrivare a una rapida e positiva soluzione della vicenda, in considerazione dei buoni rapporti che l'Italia e la Regione siciliana hanno con i paesi del Mediterraneo, accomunati da una lunga storia di amicizia e da rapporti che abbiamo sviluppato nell'ultimo biennio. Terremo informata l'opinione pubblica dell'evolversi della situazione, - conclude Crocetta - assicurando la nostra vicinanza e sostegno alle famiglie dei nostri pescatori".