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La minacciosa immigrazione

Per il Viminale a Lampedusa non si è leso alcun diritto umano. ''Si è fatto quello che si doveva fare''

11 ottobre 2004

L'affermazione del ministro dell'Interno Beppe Pisanu, in una informativa urgente alla Camera sui fatti di Lampedusa, è chiara: "Non è stato eseguito alcun respingimento collettivo. Al contrario, come previsto dall'art. 10 della legge Turco-Napolitano sono stati adottati provvedimenti individuali di respingimento a esecuzione immediata". "Quelle adottate contro gli immigrati clandestini a Lampedusa sono state misure che non si adottano certo a cuor leggero. Al contrario, si è trattato di decisioni ingrate e tuttavia assolutamente necessarie per bloccare quello che si presentava come un vero e proprio assalto organizzato alle nostre coste". "Personalmente - ha aggiunto Pisanu - non ho mai avuto dubbi sul fatto che se avessimo ceduto, se non ci fossimo comportati con determinazione avremmo attirato altre migliaia di disperati verso Lampedusa, assecondando di fatto le strategie dei gruppi criminali che gestiscono i traffici".

"Lo sfruttamento dell'immigrazione illegale si sta progressivamente intrecciando non solo con il traffico di esseri umani, di armi e di droga ma anche con il terrorismo internazionale". Secondo Pisanu occorre "una particolare vigilanza sugli immigrati provenienti dal Corno d'Africa, dove Al Qaeda si è ormai insediata stabilmente, così come su quelli provenienti dall'area subsahariana, dove l'estremismo islamico si diffonde rapidamente".
"Nel contrasto all'immigrazione clandestina - ha aggiunto Pisanu - non possiamo dunque lasciare spazio a dubbi o incertezze, perseguendo con severità chi la sfrutta e, nello stesso tempo, assistendo con umanità chi ne è vittima".
"Così, quella che rischiava di essere una vittoria dei criminali può invece diventare una importante tappa di avvicinamento al nostro vero obiettivo: l'azzeramento o, quanto meno, la drastica riduzione dell'immigrazione clandestina via mare e dei rischi che essa comporta per i migranti, per l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale".

Il ministro ha poi precisato, per rispondere alle diverse segnalazioni di violazione dei diritti umani arrivate da numerose associazioni, che per il trasporto dei clandestini da Lampedusa "sono state utilizzate non manette ma fascette di plastica e solo nei confronti di alcuni soggetti che facevano temere rischi per la sicurezza in volo". "L'uso di misure coercitive, nel rispetto dei diritti umani - ha comunque sottolineato il titolare del Viminale - è espressamente previsto dalla Decisione del Consiglio Europeo del 29 aprile 2004 sull'organizzazione dei voli congiunti per l'allontanamento dei clandestini".

Infine, il ministro ha risposto alla richiesta di chiarimenti sui presunti accordi italo-libici in materia di immigrazione, rimasti totalmente segreti. "Non esistono accordi italo-libici sul trattamento degli stranieri espulsi dall'Italia o sulle modalità del loro rimpatrio nei paesi di origine. Ad ogni buon conto voglio ricordare che la Libia, pur non avendo aderito alla Convenzione dell'ONU sui rifugiati del 1951, ha ratificato la Convenzione dell'Organizzazione dell'Unità Africana del 1969 che, a sua volta, riconosce quella dell'ONU. E nel 2002 la Libia è stata presidente di turno della Commissione delle Nazioni Unite per il rispetto dei diritti umani".
La riammissione in Libia dei clandestini giunti a Lampedusa ha spiegato ancora Pisanu "è avvenuta in base ad accordi con quel Governo, che rispecchiano fedelmente le intese già conseguite con numerosi Paesi terzi, anche della sponda sud del Mediterraneo". "Le intese concluse lo scorso anno riguardano infatti la collaborazione nella lotta alle organizzazioni che sfruttano l'immigrazione clandestina e trafficano in esseri umani nonché  la cooperazione e la fornitura di attrezzature per l'assistenza e il salvataggio dei migranti".

"Nei giorni scorsi, comunque", ha ancora riferito Pisanu alla Camera, "sono stati respinti 1.153 clandestini. L'entità di queste operazioni si valuta meglio se si considera che nel triennio luglio 2001- giugno 2004 sono stati complessivamente respinti 130.027 clandestini, mentre nel triennio precedente ne erano stati respinti 129.928. Non mi pare - ha osservato il ministro - che in entrambi i casi si possa parlare di ''deportazioni''. Il fenomeno delle migrazioni - ha spiegato Pisanu - è destinato a durare a lungo e, secondo stime recenti, a crescere fino a raddoppiarsi nei prossimi 40 o 50 anni, incidendo profondamente sui processi economici, politici e sociali del bacino del Mediterraneo". Dunque, ha sottolineato ancora una volta il ministro: "Questo è, e rimarrà fino in fondo, un problema europeo".


APPELLO ALLE PIÙ ALTE AUTORITÀ DELLO STATO
Documento della Caritas diocesana di Mazara del Vallo sull'emergenza umanitaria degli "sbarchi" in Sicilia

Accendiamo la televisione e cade sotto i nostri occhi una lunga fila di persone variegate nel colore e nell'età che, con le mani legate ed accompagnate da poliziotti rigorosamente dotati di mascherina, cammina mestamente verso un aereo dell'aeronautica militare. Immaginavamo che fossero delle persone colte in flagranza di reato; era giusto, quindi, che fossero arrestate e che le rimpatriassero. Ma no! Sono soltanto degli immigrati di diverse nazionalità colti in flagranza di... clandestinità!
L’attuale legislazione sembra porre sullo stesso piano sia  il delinquente che il disperato che, mettendo seriamente a rischio la propria vita, si butta sulla costosissima avventura che dovrebbe portarlo in Europa.
Il Governo italiano deve dimostrare all’Europa ed al mondo che vuole e può ''azzerare'' l'immigrazione clandestina. Per portare avanti questa ''onorevole'' operazione si sobbarca alla onerosa fatica di rispedire in Libia tutti coloro che, scampando alla morte, riescono a mettere piede in Sicilia.
Non importa se queste persone fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla miseria, dalla fame; non importa se hanno il diritto di chiedere asilo politico;  non importa se hanno il diritto di cercare cure particolari che soltanto in Europa possono ricevere; non importa sapere se sono persone oneste e desiderose soltanto di un lavoro che permetta loro di sostenere la famiglia. ''SONO DEI CLANDESTINI !!''

Se non ricordiamo male l'attuale legge impone di riportare al proprio Paese coloro di cui viene accertata la nazionalità. Sono stati riaccompagnati in Libia. Ma quanti di essi erano di nazionalità libica? Cosa succederà a tutti coloro che sono di altre nazionalità? Avranno la possibilità di ritornare, umiliati e distrutti, al proprio Paese?

Ci stiamo domandando quali sono i motivi che portano queste migliaia di persone ad abbandonare la famiglia, la casa, il Paese, investendo grosse somme  e mettendo a rischio la propria vita?

Riteniamo dunque di fare appello alle più alte autorità dello Stato perché venga tutelata la vita e la dignità di ogni persona e si ponga fine a questo triste e indegno ''spettacolo''. Riteniamo che bisogna cercare di andare alle ''radici'' dei motivi che spingono migliaia di persone a lasciare la loro patria e gli affetti più cari per ''avventurarsi'' nelle acque del Mediterraneo. Occorre che il nostro Governo s'impegni di più nella cooperazione internazionale e nello stabilire, con i responsabili dei Paesi  a rischio emigrazione, strategie positive ed efficaci per la risoluzione dei problemi sociali di queste Nazioni.

Mazara del Vallo, 8 ottobre 2004
La Caritas diocesana di Mazara del Vallo

(Nella foto il ministro dell'Interno Beppe Pisanu)

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11 ottobre 2004
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