La mostra ''In Ima Tartara'' torna a casa e inaugura l'ex Quartiere militare Borbonico di Catania
“Festeggeremo la restituzione alla città dell'ex Quartiere militare Borbonico, uno spazio prestigioso recuperato alla cultura, con una mostra reduce da uno straordinario successo internazionale nella patria stessa dell'archeologia”.
Così il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore ai Beni Culturali, Lino Leanza, sintetizza l'importante giornata di cultura che sabato prossimo, 15 dicembre, a Catania, prevede il taglio del nastro per la mostra "In Ima Tartara" con cui si inaugurerà l'ex Quartiere Borbonico, noto anche come Manifattura tabacchi.
Il doppio evento sarà illustrato nei dettagli alla stampa dallo stesso assessore Leanza e dal soprintendente di Catania Gesualdo Campo venerdì 14 dicembre alle ore 10,30 nella biblioteca della Soprintendenza, in via Luigi Sturzo.
Nel corso dell'incontro con i giornalisti sarà presentato anche il catalogo, curato dall'archeologo Francesco Privitera e dal prof. Vincenzo La Rosa dell'Università di Catania, di questa interessante mostra che comprende, tra l'altro, 92 reperti archeologici dall'età del rame a quella del bronzo provenienti dalle grotte di scorrimento lavico dell'Etna.
“In Ima Tartara”, finanziata da Regione siciliana e Unione europea, prima che in Italia ha riscosso uno straordinario successo di pubblico e scientifico in Grecia, sia a Heraclion, capitale dell'isola di Creta, sia a Volos, capoluogo della provincia di Magnesia in Tessaglia, sedi di prestigiosi musei archeologici. C'è dunque grande attesa in Sicilia per questa mostra, ora esaltata dal fatto che sarà l'evento inaugurale quel Quartiere militare Borbonico destinato a diventare sede del Museo Archeologico di Catania e polo culturale importantissimo per la città di Catania: 16.000 metri quadrati di area espositiva, più altri 5.000 di sottotetti che possono essere recuperati.
Realizzato dai Borboni per contrastare le spinte indipendentiste della Sicilia dopo l'annessione al Regno di Napoli con la costituzione del Regno delle Due Sicilie (22 dicembre 1816) e la rivolta catanese del 1821, la struttura sorse tra le attuali via Garibaldi e piazza San Cristoforo su progetto redatto nel 1828 dall'ingegnere Mario Musumeci. I prospetti neoclassici, del 1831, si devono invece all'architetto Salvatore Zahra Buda.
“Abbiamo preso in carico l'ex Quartiere Borbonico - ha spiegato il soprintendente Campo - soltanto alla fine del mese di luglio. Ma era importante restituirlo al più presto alla città. Un doppio dono di Natale ai catanesi visto che ''In Ima Tartara'', che ha per protagonista l'Etna, rappresenta un appuntamento da non perdere per chiunque ami il vulcano e la città”.
Rispetto alle due mostre greche l'allestimento catanese, curato sempre dall'architetto Aurelio Cantone, sarà ulteriormente rivisto. Ma continuerà a puntare sulla multimedialità e ad avere al centro di tutto quell'antro vissuto come “profondo inferno” e che da il titolo alla mostra. Un antro che nasconde preziosi reperti capaci di narrare la vita delle popolazioni etnee dalla preistoria fino ai Borboni. E che svela, attraverso le informazioni dei pannelli e le immagini statiche e in movimento - splendide quelle dell'operatore Rai Giovanni Tomarchio - miti, leggende, storie e persino la fisiologia stessa del vulcano.
- ''In Ima Tartara'' a Creta (Guidasicilia.it, 04/05/07)
- ''In Ima Tartara'' a Volos (Guirdasicilia.it, 11/06/07)