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La movimentata estate della costa Agrigentina

Tra iniziative estemporanee e tragedia sfiorate. MareAmico racconta...

31 agosto 2015

Un’estate movimentata per le coste dell’Agrigentino che tra crolli e inaspettate iniziative estemporanee è stata - ancora una volta - al centro dell’attenzione mediatica e ha tenuto occupatissima l’associazione MareAmico Agrigento.

La prima vicenda si è svolta la scorsa settimana alla Scala dei Turchi, dove una mattina sulla scogliera di marna bianca destinata a diventare patrimonio dell’umanità con il sigillo dell’Unesco sono spuntati alcuni cartelli con la scritta "Proprietà privata". A segnalare l’accaduto le foto su Facebook dell’associazione ambientalista MareAmico.
"Il proprietario ha delimitato l’area sistemando dei paletti che indicano la proprietà privata per comunicarlo ai terzi ed evitare che possano incorrere in incidenti, come avvenuto nei giorni scorsi (un’anziana si è ferita cadendo) considerando che la zona in alcuni tratti è particolarmente scivolosa", ha spiegato l’avvocato Salvatore Palillo, legale di Ferdinando Sciabbarrà, proprietario dell’area.

Dopo la collocazione di quei cartelli però, chi sale sulla scogliera di marna bianca rischia anche di commettere il reato di violazione di terreno privato per il quale si procede a querela della parte offesa.
Il sindaco di Realmonte è insorto: "La scogliera è nostra, è dell’umanità intera - ha detto Lillo Zicari - Chiederemo la riperimetrazione".
Da qualche tempo si discute inoltre della possibilità d’istituire controlli e un ticket d’ingresso alla Scala dei Turchi. Hanno fatto scalpore lo scorso agosto le immagini che ritraevano bagnanti intenti a staccare pezzi di marna bianca da portare a casa come souvenir o frantumarla per poi spalmarla appunto sul corpo come crema di bellezza. Di qui la proposta di procedere al numero chiuso per difendere l’oasi.

A distanza di pochi giorni la tragedia sfiorata. A Drasy, infatti, poteva accadere il peggio. Una grossa quantità di costone cretaceo è venuta giù a poca distanza dai bagnanti. Ma, per fortuna, c’è stata solo tanta paura. Contemporaneamente - ha detto l’associazione MareAmico che ha documentato il crollo con un video - "a pochi metri di distanza, nella vicina spiaggia di Zingarello, la cui collina ha la stesse caratteristiche geomorfologiche di Drasy, il comune di Agrigento era intento a delimitare un tratto di spiaggia per il crollo di un pezzo di falesia".
Probabilmente, ritengono gli esperti, il caldo di questi ultimi giorni ha reso più secco e friabile il costone cretaceo. E per gli ambientalisti a rendere ancora più vulnerabile l’area sarebbero le esercitazioni militari che si svolgono in zona per otto mesi l’anno, da 59 anni.

Che l’area fosse pericolante era però cosa risaputa. La Capitaneria di Porto di Porto Empedocle - come riporta AgrigentoTv - aveva interdetto l’area, perché rischiosa, con ordinanza numero 48 del 24 marzo 1989. Ma in zona - precisa MareAmico - non ci sono cartelli che indichino il divieto.
Quanto alle esercitazioni militari che si svolgono al poligono Drasy, da tempo le associazioni ambientaliste del territorio, si battono affinché vengano spostate in altra zona e venga istituita invece la riserva naturale orientata di Punta Bianca. E in effetti, lo stesso generale Corrado Dalzini, comandante della regione militare Sud, dopo le numerose proteste, nell’aprile 2013, durante una conferenza stampa, si dichiarò disponibile a lasciare l’area purché la regione Sicilia avesse fornito un’alternativa idonea. Cosa che ancora non accade.

[Informazioni tratte dal Corriere del Mezzogiorno]

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31 agosto 2015
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