La necropoli di Via Di Bartolo a Gela, diventerà un museo a cielo aperto
La necropoli greca è stata rinvenuta durante i lavori di scavo per la posa della fibra ottica
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Nei giorni scorsi sono partiti a Gela, in via Di Bartolo, i lavori di musealizzazione della necropoli greca, riferibile ai primi coloni fondatori di Gela, che era stata rinvenuta lo scorso anno nel corso dei lavori di scavo per la posa della fibra ottica.
Il lembo di necropoli riguarda in particolare dieci sepolture, distribuite su due livelli, all'interno delle quali sono stati individuati centinaia di frammenti di pregevole fattura in stile proto-corinzio, corinzio e attico, molti dei quali ricomponibili.
I lavori, che saranno realizzati ed interamente finanziati dalla "Open Fiber", prevedono il mantenimento sul luogo dei reperti rinvenuti sui quali sarà posto un vetro calpestabile che darà l'effetto di un museo a cielo aperto. L'intervento - che prevede la pedonalizzazione della via Di Bartolo - prevede anche la collocazione di apparati didattici, sia multimediali che di tipo tradizionale, nonché l'illuminazione interna ed esterna dello scavo.
La peculiarità del sito è rappresentata dalla presenza di sepolture del tipo ad enkytrismos, dove in un grosso contenitore tipo anfora (hydria) veniva deposto il corpo di un bimbo.
Tra i reperti spicca una bellissima coppa su piede del tipo proto-corinzio degli inizi del VII secolo a.C. ancora integra e deposta durante un rito funebre che ha previsto anche la macellazione e la cottura di animali di grossa taglia ed una "olpe", ovvero una brocca con corpo allungato, databile allo stesso periodo.
Tra gli altri ritrovamenti, una tomba contiene il corpo di un giovinetto di 5-8 anni, inumato coricato con il volto rivolto verso l'alto. Un'altra tomba invece, è una sepoltura costituita da un'anfora corinzia del tipo A ( 570-560 a.C), della quale si è recuperato il corredo posto all'esterno e che contiene i resti bambino di meno di un anno di vita, forse sepolto nell'anfora attraverso il collo della stessa, il cui orlo risulta sigillato da pietra e argilla.