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La "Neuropa" dell'Economist ha offeso Lombardo

"Il Sud Italia potrebbe unirsi monetariamente con la Grecia e formare un nuovo Paese: Bordello"

07 maggio 2010

"Era un po' curioso pensare che il cielo era lo stesso per tutti, in Eurasia, in Estasia, e anche lì. E la gente sotto il cielo, anche, era sempre la stessa gente... dovunque, in tutto il mondo, centinaia o migliaia di milioni di individui, tutti uguali, ignari dell'esistenza di altri individui, tenuti separati da mura di odio e di bugie, eppure quasi gli stessi..." - 1984, George Orwell

La cartina inventata dall'importante newsmagazine britannico The Economist, dove in un articolo di colore si ipotizza una risistemazione "più logica" dei Paesi interni al Vecchio Continente, ci ha ricordato a colpo d'occhio quella che George Orwell inventò nel 1949 per descrivere il mondo del "1984", un mondo suddiviso in tre grandi grandi stati, l'Oceania, l'Eurasia e l'Eastasia, continuamente in guerra fra loro (perché "la guerra è pace" dice uno dei messaggi più inquietanti del libro, ndr) anche per contendersi un grande porzione senza governanti chiamata "terra di disputa".
Al contrario della cartina di Orwell, profetica e lungimirante, una sorta di avvertimento per l'intellighenzia occidentale, quella dell'Economist è una mappa umoristica che con una certa leggerezza - ma diciamo pure con l'utilizzo dell'ovvio humor inglese -, descrivendo un po' la recente situazione europea, "trasloca" gli stati avvicinando quelli con più affinità. Come dire: l'Economist si è lanciato in un esperimento teorico che, a suo dire, renderebbe più tranquilla la vita dei cittadini.

E così vediamo la Gran Bretagna che si sposta a Sud, vicino alle Azzorre, per avvicinarsi ai Paesi dell'Europa meridionale, con cui condivide "conti pubblici disastrosi", mentre la Polonia prende il posto dell'Inghilterra diventando un'isola lontana da Russia e Germania che in passato le hanno causato non poche tribolazioni. Accanto ai "neo-isolani" polacchi: l'Estonia, la Lettonia e la Lituania anche questi lontani dalla Russia e sempre più vicini agli Stati Uniti.
Le "incomprensibili" tensioni tra valloni e fiamminghi, che "profumano di Europa centrale nella sua versione peggiore", hanno suggerito all'autore dell'articolo uno scambio tra Belgio e Repubblica Ceca, così che i "ben organizzati protestanti cechi si troveranno splendidamente con i nuovi vicini olandesi". E così via con i Paesi baltici, che si allontanerebbero dalla Russia; l'Ucraina che vedrebbe le sue frontiere spostate a Ovest; e la stessa Russia, che si muoverebbe a sud-ovest "lasciando libera la Siberia per i cinesi, che tanto prima o poi se la prenderanno in ogni caso".
Nei Balcani la Macedonia andrebbe vicino alla Serbia al posto del Kosovo, che si sposterebbe verso l'Albania. "Svizzera e Svezia vengono spesso confuse - afferma poi l'Economist -, per cui varrebbe la pena di muovere la Svizzera a nord", dove la sua neutralità sarebbe ben accolta tra svedesi e finlandesi.
L'autore dell'articolo si è divertito anche a trovare spazio in questa "Neuropa" per Paesi immaginari facendo un omaggio alla letteratura: e così vediamo Paesi come la Ruritania delle storie di Anthony Hope; la Syldavia e la Borduria di Hergè, l'autore di Tintin; e la Vulgaria di "Chitty Chitty Bang Bang", libro di Ian Fleming che ispirò anche un omonimo film.
Tra realtà e fantasia, la vera chicca del pezzo riguarda però l'Italia (anche se, a dirla tutta, la sorte riservata all'Italia sembra per certi aspetti anche parecchio scontata): spostando a nord-ovest Slovenia e Croazia, secondo l'articolo, l'Italia del nord potrebbe formare con questi due Paesi "un'alleanza regionale idealmente guidata dal Doge di Venezia. Il resto dell'Italia, da Roma in giù, si separerebbe unendosi con la Sicilia per formare un nuovo Paese, ufficialmente chiamato Regno delle Due Sicilie ma soprannominato Bordello".
Ecco, il Meridione diventa un gran Bordello... "Il nuovo Regno delle Due Sicilie potrebbe formare un'unione monetaria con la Grecia - conclude impietosamente l'Economist -, ma con nessun altro".

Lo scherzo non è piaciuto, però, ad uno dei governatori di una parte di quel "bordello", e per l'esattezza al governatore siciliano Raffaele Lombardo, che alla provocazione dell'Economist ha risposto in maniera stizzita. "Sarà pure humor inglese ma assomiglia tanto ad un proclama violentemente antimeridionale".
Secondo Lombardo "evidentemente, il newsmagazine britannico, espressione tradizionale dei poteri forti di quella globalizzazione senz'anima che sta distruggendo l'economia mondiale assieme alle radici storico-culturali dei territori, non conosce la storia. Infatti il Sud, al tempo del Regno delle Due Sicilie, poteva vantare un sistema industriale in grado di competere con quelli di Inghilterra e Francia, ed un'economia florida che fu depredata dopo l'Unità d'Italia, a cui non furono estranee la massoneria e la finanza inglesi, con la spoliazione delle cospicue riserve auree del Banco di Sicilia e di quello di Napoli a favore delle esangui casse dei Savoia".
E ha aggiunto: "Ma i soloni dell'Economist, visto che proprio nel Mezzogiorno si sviluppò la straordinaria ricchezza culturale e civile della Magna Grecia, non sanno che l'associazione con la Grecia non può suonare giammai come un insulto per i meridionali?". Per il Governatore "queste dichiarazioni d'oltre Manica, che hanno sicuramente suggeritori interessati nella politica, nell'economia e nei media italiani, ribadiscono vieppiù come il Sud abbia bisogno di una rappresentanza politica forte e determinata per sostenere le proprie ragioni, attraverso processi riformatori finalizzati allo sviluppo economico, alla creazione di lavoro produttivo, alla crescita civile, liberando i territori dalla mafie e combattendo i tentativi di colonizzazione".
Governatore Lombardo, su, stavano scherzando...

"I governanti di uno stato del genere esercitano un potere assoluto, possono riplasmare la realtà a loro piacimento."1984, George Orwell

[Informazioni tratte da Ansa, Asca, La Siciliaweb.it]

- Redrawing the map (The Economist)

 

 

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07 maggio 2010
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