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La Nuclear Hotline di Greenpeace a Catania: tanta gente ha lasciato i propri messaggi contro il nucleare

22 febbraio 2010

Sabato scorso, mentre nelle sette maggiori città italiane, tanti curiosi e sostenitori sono entrati nelle cabine "Nuclear Hotline" di Greenpeace, a Catania i volontari hanno allestito uno stand informativo per raccogliere le firme contro il ritorno al nucleare, invitando i cittadini a chiamare il numero verde gratuito 800.864.884 e lasciare messaggi contro il nucleare, che Greenpeace consegnerà ai candidati alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo.
Greenpeace ha raccolto già oltre 47mila firme contro il nucleare sul sito www.nuclearlifestyle.it
Fino alle elezioni, inoltre, sarà possibile continuare a chiamare gratuitamente (sia da fisso che da cellulare) il numero 800.864.884 e lasciare il proprio messaggio.
"Il governo italiano vuole imporre il nucleare che è una pericolosa perdita di tempo e una falsa soluzione per i cambiamenti climatici - spiega Andrea Lepore, responsabile campagna nucleare di Greenpeace.- Il nucleare non salverà Venezia, anzi la condannerà e impedirà all’Italia di investire nelle vere soluzioni per i cambiamenti climatici: rinnovabili ed efficienza".
I piani nucleari del governo prevedono la creazione di almeno quattro centrali nucleari che costeranno all’Italia, soltanto per la costruzione, ognuna tra i 5 e i 6 miliardi di euro e che non saranno attive prima di dieci anni. Se l’Italia punterà sul nucleare non potrà rispettare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2020 e sprecherà le risorse che avrebbe potuto invece investire in tecnologie pulite ed efficienza, vere soluzioni immediatamente disponibili.
Mentre il governo con la Legge 99/2009 bypassa le competenze delle regioni in materia energetica, alcuni candidati, tra cui Polverini, Zaia e Formigoni approvano i piani nazionali pro-nucleari del governo. Difficile pensare che poi si opporranno a una centrale nella propria regione nonostante ora a fini elettorali dichiarino di "non aver bisogno" del nucleare nelle regioni in cui si presentano.
"I candidati alle regionali devono dire un chiaro NO ai piani nucleari del governo. Dire che 'il nucleare non serve' nelle proprie regioni ma poi appoggiare il nucleare a livello nazionale, significa prendere in giro i cittadini e preparare per loro la sorpresa di una centrale nucleare dopo le elezioni", conclude Lepore.

- Greenpeace Catania

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22 febbraio 2010
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