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La nuova mappa ospedaliera siciliana

Assicurati 19.524 posti letto e garantita la sopravvivenza dei piccoli ospedali dell'Isola

19 marzo 2010

Garantire la sopravvivenza dei piccoli ospedali, puntando alla "piena e perfetta integrazione" con i grandi ospedali di riferimento presenti nelle aree metropolitane.
E' questo il filo conduttore alla base della nuova rete ospedaliera, varata in Sicilia e presentata ieri mattina a Palermo nel corso di un'affollata conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, dall'assessore alla Salute, Massimo Russo, e dal governatore dell'Isola, Raffaele Lombardo. Le novità sono state illustrate alla stampa alla presenza dei dirigenti generali dei direttori generali delle 17 aziende sanitarie siciliane.

I decreti con cui viene ridisegnata la nuova mappa degli ospedali, uno per ognuna delle 17 aziende sanitarie della Sicilia, hanno già ricevuto il "positivo apprezzamento" dell'Agenas, l'agenzia ministeriale per i servizi sanitari alle Regioni. La rimodulazione, espressamente prevista dal Piano di rientro e coerente con i principi della legge di riforma, tiene conto di tutti i nuovi indicatori presenti nel "Patto per la Salute". "Sarà garantita una distribuzione funzionale ed omogenea dei posti letto - ha detto l'assessore Russo -, evitando le duplicazioni del passato che hanno provocato elevati indici di inappropriatezza, garantendo al paziente la presenza in ogni provincia delle funzioni base di medicina e chirurgia".
Verrà dunque assicurata la sopravvivenza e la rifunzionalizzazione dei piccoli ospedali e la loro organicità alle grandi strutture di riferimento che saranno presenti nelle aree metropolitane.
La dotazione complessiva della Sicilia raggiunge la quota complessiva di 19.524 posti letto: 11.868 sono i posti letto per acuti del servizio pubblico a cui vanno aggiunti i 3.845 del settore privato, i 548 delle "sperimentazioni gestionali" e dell'ospedale classificato Buccheri La Ferla di Palermo e i 3.263 posti letto per riabilitazione e lungodegenza, che sono stati implementati di circa 2.000 unità. In termini percentuali si raggiunge, a livello di sistema, la quota di 3,87 posti letto per mille abitanti, di cui 3,22 per acuti e 0,65 per riabilitazione e lungo degenza.

"I decreti recepiscono le indicazioni - ha detto l'assessore Russo - dei dirigenti generali delle aziende e delle conferenze dei sindaci". La rimodulazione della rete, la cui applicazione compete adesso ai direttori generali ogni sei mesi sarà sottoposta a verifiche per capire se apportare modifiche. "L'organizzazione della nuova rete - ha continuato Russo - punta sulla piena integrazione tra grandi ospedali di riferimento (hub) delle aree metropolitane e dei capoluoghi di provincia e i piccoli ospedali dei centri periferici (spoke): tutte le province siciliane avranno garantite le funzioni basilari di medicina e di chirurgia mentre le alte specializzazioni saranno allocate nei grandi ospedali di riferimento".
Una delle novità è rappresentata dalla creazione, negli ospedali più piccoli, di posti letto 'indistinti' di day hospital sia di area medica che chirurgica per far sì che le equipe distrettuali possano svolgere attività anche per discipline non presenti nell'ospedale e garantendo così ai pazienti di ottenere la prestazione sanitaria nella propria città e da un'equipe che avendo una casistica adeguata assicura una più sicura erogazione della prestazione sanitaria. E' prevista, infine, anche l'istituzione di nuovi posti letto nei pronto soccorso degli ospedali dei capoluoghi di provincia, i Mcau (Medicina chirurgia accettazione urgente) dove il paziente potrà essere trattenuto fino a 72 ore per evitare ingolfamenti delle unità operative con ricoveri inappropriati.

"Il nuovo modello assistenziale dettato dall’assessorato sarà in grado di fornire le più appropriate risposte ai bisogni di salute dei cittadini/utenti, garantendo l’erogazione di prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione". Questo il commento del manager Giuseppe Calaciura, direttore generale dell’Asp Catania, all’indomani dell’approvazione della rimodulazione del sistema sanitario dell’Isola. "In un momento di cambiamento come questo - continua il direttore - è inevitabile che nascano resistenze e criticità, che si evidenzino difficoltà e logiche contrapposte, ma possiamo affermare con grande convinzione che stiamo creando tutte le premesse per realizzare un modello sanitario evoluto e moderno".
I posti letto per acuti e quelli in day hospital dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania - che è seconda in Sicilia per popolazione servita e numero di dipendenti (quasi 5000) - saranno in totale 830.
Questa la distribuzione: ospedale San Giovanni di Dio di Giarre (83 posti letto ordinari più 18 di day hospital/day service); Santa Marta e Santa Venera di Acireale (125 più 26); presidio Castiglione Prestianni di Bronte (77 più 11); SS. Addolorata di Biancavilla (77 più 11); SS. Salvatore di Paternò (64 più 9); Basso Ragusa Marino di Militello (48 più 16); ospedale Gravina di Caltagirone (227 posti letto più 38 in day hospital). Nella mappa non sono inclusi i posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza, in attesa di definizione da parte dell’assessorato regionale.
Il nuovo assetto prevede 3 Distretti ospedalieri - Acireale-Giarre; Biancavilla-Bronte-Paternò e Caltagirone-Militello Val di Catania - che si caratterizzeranno per la necessità di dover garantire la funzione ospedaliera all’interno di un sistema a rete, che tiene conto anche delle Aziende Ospedaliere "Cannizzaro", "Arnas Garibaldi" e "Università Policlinico-Vittorio Emanuele".
"Ora più che mai è necessario lavorare in un clima di collaborazione con tutti gli attori del territorio - ha detto ancora Calaciura – per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati è dunque necessaria un’integrazione funzionale dei presidi ospedalieri vicini. La razionalizzazione dell’offerta dovrà essere attuata attraverso la riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza e grazie a un programma d’integrazione ospedale-territorio: quest’ultima avverrà mediante la condivisione di percorsi diagnostico-terapeutici, la rimodulazione dell’attività ambulatoriale in ambito aziendale e l’attivazione di Day service con coinvolgimento dei medici di base".
Il direttore generale predisporrà un sistematico monitoraggio delle attività dei presidi ospedalieri, nonché un controllo degli indicatori di efficacia, efficienza ed economicità delle prestazioni erogate, per garantire il soddisfacimento dei bisogni di salute, assicurando un più adeguato controllo della spesa.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Ufficio per la comunicazione ASP3 Catania]

 

 

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19 marzo 2010
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