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La nuova ondata

Non si arresta l’ondata di sbarchi verso le coste siciliane, in coincidenza con la rivolta in Tunisia

10 febbraio 2011

Non si arresta l’ondata di sbarchi verso le coste siciliane, in coincidenza con la rivolta in Tunisia che ha portato alla deposizione del presidente Ben Ali. Dopo i 221 nordafricani approdati ieri sulle Pelagie (LEGGI), altri 78 extracomunitari sono stati intercettati in serata su un barcone a circa 16 miglia a sud di Lampedusa. L’operazione di soccorso, condotta dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, si è conclusa in nottata.
Anche questo ultimo gruppo di immigrati verrà trasferito a Porto Empedocle, così come avvenuto con gli altri maghrebini giunti in precedenza che non sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza dell’isola. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha infatti ribadito ieri che la struttura non verrà riaperta e che gli extracomunitari continueranno ad essere smistati verso altri centri di accoglienza. "C'è una fortissima pressione sulle coste della Tunisia da parte di persone che vogliono scappare verso l'Europa". La situazione "non è ancora da allarme rosso, ma può diventarlo" ha detto il ministro dell'Interno parlando con i cronisti al Senato. La ripresa degli sbarchi verso la Sicilia, ha spiegato Maroni, "è cominciata un mese fa, quando con la crisi, sono calati i controlli: stiamo quindi monitorando la situazione. Non riapriremo il Centro per immigrati di Lampedusa. Gli arrivi saranno gestiti con il trasferimento verso altri Centri". Quando la situazione si stabilizzerà, ha aggiunto Maroni, "potremo procedere ai rimpatri che per ora sono sospesi. Siamo comunque in contatto con il nostro ambasciatore a Tunisi e con la guardia costiera locale". Sia con la Tunisia che con l'Egitto, ha ricordato Maroni, "abbiamo accordi in maniera di contrasto all'immigrazione clandestina e di rimpatri, ma è chiaro che questi funzionano se c'é un'autorità di Governo ed una polizia che li applica. Quando il potere politico viene meno, i controlli si allentano e sono così aumentati i flussi migratori".

Il Partito democratico ha lamentato carenza sui soccorsi e l'assistenza. Riferendosi agli sbarchi della scorsa nottata Peppino Palmeri, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Lampedusa, ha detto: "Il primo gruppo (circa 30) è stato portato in albergo in nottata, appena giunto sull'isola, gli altri sono rimasti all'addiaccio fino all'arrivo del traghetto, alle alle 11 di stamane, che li ha portati a Porto Empedocle". "A Lampedusa - ha aggiunto l'esponente del Pd - c'è un centro di primo soccorso, tuttora aperto e funzionante 24 ore su 24, i cui dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. Il centro può ospitare fino a 850 persone, ma in passato ne ha accolte più di duemila. L'ordine, evidentemente, è di non farli passare dal centro, perché così risultano arrivati genericamente in Sicilia e il governo può continuare a dire che ha bloccato gli sbarchi a Lampedusa. In questo modo si fa propaganda sulla pelle dei migranti". Sulla vicenda ha annunciato la presentazione di una interrogazione la deputata palermitana del Pd, Alessandra Siragusa. "Il Ministro spieghi per quale motivo i circa 200 migranti sbarcati a Lampedusa nelle ultime 24 ore - ha detto Siragusa - non sono stati trasferiti immediatamente al centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa ma in parte trasferiti in albergo e in parte lasciati tutta la notte nel piazzale antistante il porto di Lampedusa".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it]

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10 febbraio 2011
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