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La nuova verità sulla strage di via D'Amelio

Dopo due anni di lavoro pronti gli atti che saranno consegnati al procuratore generale e con i quali i pm di Caltanissetta chiederanno la revisione del processo

19 gennaio 2011

Dopo due anni di lavoro è pronta la memoria della procura antimafia di Caltanissetta che chiede la revisione del processo definito in Cassazione per la strage di via D'Amelio. Mancano gli ultimi ritocchi prima di consegnare gli atti al procuratore generale a cui spetta di pronunciarsi.
Intanto si preparano le richieste per gli indagati dell'inchiesta scaturita dalle dichiarazione di Gaspare Spatuzza. Fiducioso il procuratore nisseno, Sergio Lari che intervistato da Radio Rai ha detto: "Stiamo lavorando a una memoria con cui si ricostruirà tutta questa vicenda e la sottoporremo all'attenzione del procuratore generale di Caltanissetta - ha spiegato Lari - il quale dovrà a sua volta decidere se chiedere o meno la revisione della corte d'appello competente che potrebbe essere quella di Catania o eventualmente quella di Messina".

Il procuratore distrettuale di Caltanissetta confida che "nel giro di un paio di settimane" potrebbe consegnare al procuratore generale Roberto Scarpinato la memoria sulla revisione e "dare un'accelerazione alla nuova inchiesta sugli esecutori della strage di via D'Amelio, quella cioè scaturita dalle rivelazioni di Gaspare Spatuzza che smentiscono la ricostruzione dell'altro pentito, Vincenzo Scarantino le cui accuse hanno mandato all'ergastolo molti uomini estranei all'eccidio del giudice Borsellino".
L’iter della revisione del processo dovrebbe riguardare, stando alle dichiarazioni di Spatuzza, sette boss. Si tratta di Salvatore Profeta, accusato del furto della 126 nel processo 'Borsellino 1', e di Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana, Natale Gambino e Gaetano Scotto. Tutti condannati all’ergastolo per la strage anche se la lista dei boss potrebbe allungarsi.
Ricordiamo che l'inchiesta aveva portato a tre diversi filoni processuali, ma lasciando irrisolti molti misteri. Era stata fatta luce sul livello organizzativo ed esecutivo dell'attentato, ma non si erano scoperti i mandanti. Ora anche questo versante rischia di essere messo in discussione dopo le dichiarazioni di Spatuzza e le indagini sulla trattativa tra Stato e mafia, contro la quale il giudice Borsellino aveva manifestato dissenso.

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno.it, Antimafia Duemila]

 

 

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19 gennaio 2011
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