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La palazzina di Bernardo Provenzano a Corleone è diventato l'ostello della gioventù dedita alla legalità

02 luglio 2007

La palazzina di tre piani del boss Bernardo Provenzano, in via Colletti a Corleone, dove viveva il fratello del capomafia, sarà trasformata in ostello e foresteria per i ragazzi che verranno a lavorare nei campi confiscati ai mafiosi e affidati alle cooperative.
Il neo sindaco di Corleone Nino Iannazzo (An) ieri mattina ha consegnato simbolicamente le chiavi del futuro ostello al presidente della cooperativa ''Lavoro e non solo'', Calogero Parisi, in una cerimonia cui ha partecipato anche Federico Gelli, vice presidente della Regione Toscana che da tre anni sostiene l'iniziativa dei campi antimafia cui partecipano decine di studenti toscani.
Alla manifestazione sono intervenuti anche il console generale americano a Firenze Nora Dempsey e il direttore della Syracuse University a Firenze Barbara Deimling, che quest'anno ha inviato anche due gruppi di studenti americani, il vice presidente della commissione parlamentare antimafia Giuseppe Lumia, la presidente dell'Arci Sicilia Anna Bucca e il coordinatore del progetto ''LiberArci delle spine'', Maurizio Pascucci.

Dopo la cerimonia una quarantina di ragazzi toscani, siciliani ed americani, gli stessi che in questi giorni hanno lavorato sui campi, hanno preso possesso dell'appartamento. E da oggi gli studenti lasceranno per un giorno la vanga e, armati di pennello, inizieranno a dipingere i muri affinché la foresteria possa essere utilizzata.
''E' un gesto importante che carica di nuovi e maggior significati l'iniziativa di educazione alla legalità che portiamo avanti nella nostra regione e in Sicilia - ha detto il vice presidente della Regione Toscana Federico Gelli -. Non possiamo dunque che dire grazie per la palazzina messa da oggi a nostra disposizione, per il valore simbolico e concreto che rappresenta''. ''Siamo decisi a portare avanti questa esperienza importante - ha aggiunto Gelli -. Abbiamo intenzione di utilizzare i prodotti coltivati su queste terre nelle mense pubbliche della nostra regione. Da settembre l'educazione alla legalità diventerà materia di studio nelle scuole toscane. Regione e direzione scolastica regionale firmeranno infatti la settimana prossima un accordo che prevede l'inserimento in via sperimentale di uno spazio dedicato ai temi della legalità nelle scuole che lo richiederanno: un'ora dedicata appunto alla legalità''.

Il progetto dei campi antimafia è nato tre anni fa: 86 i ragazzi toscani ospiti nel 2005, 204 l'anno scorso, altri 342 da aprile fino al prossimo 24 ottobre. Ragazzi da 16 a 30 anni che nei 120 ettari di terreni confiscati alla mafia o a loro prestanomi coltivano e raccolgono pomodori, grano e uva, ceci, melanzane e lenticchie, ma anche mandorle e fichi d'india.
Si danno il cambio ogni quindici giorni e per autofinanziarsi si 'tassano' con 7 euro al giorno. La mattina, fino al sabato, lavorano nei campi: sotto il sole, dalle sette fino a mezzogiorno, anche quando nei giorni scorsi la colonnina di mercurio ha superato i 40 gradi. Al pomeriggio incontrano gruppi e personalità locali dell'antimafia. E a turno chi non lavora nei campi prepara da mangiare per tutti, nella palestra di Corleone trasformata in un dormitorio.
La Camera del Lavoro è diventata invece la base logistica. Il primo anno i ragazzi sono arrivati per lo più da Firenze, quest'anno sono rappresentate tutte e dieci le province toscane.
Quest'anno oltre agli otto campi di lavoro organizzati a Corleone e uno a Canicattì ce ne è stato anche un decimo cui hanno partecipato otto ragazzi corleonesi, a Pistoia in Toscana, per sistemare il magazzino che accoglierà i prodotti di 'Libera Terra', il consorzio che riunisce i prodotti delle cooperative al lavoro sui campi confiscati.

Fonte: La Sicilia

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02 luglio 2007
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