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LA PANDEMIA

Via libera dell'Agenzia europea per la medicina ai vaccini per l'influenza A. Quando e quanti ne arriveranno in Italia?

29 settembre 2009

Cominciamo con un dato reso noto ieri dal Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc): i nuovi casi di influenza "A" registrati nelle ultime 24 ore in Europa sono 548.
In tutto dall'inizio della pandemia sono 54.667 le persone colpite in Europa, con 174 decessi. Si registra tra l'altro il primo possibile decesso in Germania, una donna di 36 anni con preesistenti patologie respiratorie. Fermo a 2.470 il computo dei casi italiani accertati, con tre vittime. Il paese più colpito è la Germania con 19.893 casi, seguito dalla Gran Bretagna con 13.770 (e ben 82 morti).

Dal Ministero della Sanità è arrivata ieri la notizia di un possibile accorciamento dei tempi per la campagna di vaccinazione. Il viceministro della Sanità Ferruccio Fazio spera che "sarà possibile iniziare la distribuzione del vaccino per l'influenza A il 15 di ottobre, in anticipo sulla data prevista del 15 novembre". "Penso che potremmo iniziare la distribuzione con un mese di anticipo rispetto a quanto previsto, spero già dal 15 di ottobre. La cosa importante è che non ci devono essere allarmismi - ha spiegato Fazio - e mi sembra che la gente stia iniziando a capirlo. Si tratta di una malattia lieve, solo in pochissimi casi può creare dei problemi e noi siamo preparati. Il vaccino deve riguardare solo le categorie a rischio, chi non ha malattie importanti non rischia nulla". "Pensiamo di vaccinare chi svolge servizi essenziali e appunto chi ha malattie. L'influenza è lieve ma è molto trasmissibile. Se fosse stata più grave avremmo deciso da subito di vaccinare i bambini ma questo lo faremo forse solo in una seconda fase. Le persone 'normali' - ha continuato il viceministro - non corrono rischi particolari". Il viceministro alla Sanità ha insistito sul fatto che "non è una malattia grave, è possibile anche che molte persone vi siano colpite in modo asintomatico, è possibile che non se ne accorgano nemmeno. E' meno grave di una influenza stagionale, la letalità, la percentuale di casi mortali, potrebbe essere dello 0,4 per mille, meno della normale influenza stagionale".
Quanto all'ipotesi di prolungare la chiusura delle scuole per le vacanze natalizie in caso di una particolare diffusione dell'influenza, per Fazio "non ci deve essere assolutamente allarmismo. Il governo è stato trasparente e abbiamo detto da subito che non ci sarebbe stato ad esempio un rinvio dell'inizio dell'anno scolastico e così è stato. Non credo quindi che ci saranno problemi", ha concluso il viceministro.

E mentre è stato dimesso sabato scorso il 17enne messinese colpito dal virus A/H1N1, perché "completamente guarito", così come riferito da Giuseppe Sturniolo, direttore del reparto malattie infettive del Policlinico di Messina, e sono nettamente migliorate le condizioni del 43enne ricoverato alla Rianimazione dell'ospedale "Sant'Antonio Abate" di Trapani sempre per l'influenza "A", a Palermo è stata ricoverata ieri una donna di 46 anni per un presunto caso di nuova influenza. La donna, che si è recata all'ospedale Civico di Palermo accusando sintomi influenzali, è stata ricoverata in isolamento, nell'area di emergenza del nosocomio. Sarà ora un tampone, che verrà effettuato al Policlinico, a stabilire se si tratti di un caso di influenza A. Nel caso in cui dovesse essere positivo la paziente verrà trasferita o al Policlinico o all'ospedale Cervello, uniche due strutture deputate, nel capoluogo, al ricovero di ammalati di influenza A.

Gli italiani e l'influenza "A" - Italiani 'fifoni' di fronte all'avanzare della nuova influenza A. Rispetto agli altri cittadini europei, si mostrano più allarmati dalla pandemia. Il 45%, in particolare, ha paura che il nostro Paese non sia sufficientemente preparato a contrastarla con successo. E' quanto emerge dal terzo Barometro annuale su attitudini, aspettative e preoccupazioni dei cittadini europei nei confronti del proprio sistema sanitario, i cui risultati sono stati presentati la scorsa settimana a Chamonix in Francia. L'indagine - condotta nel periodo giugno-luglio 2009 su un campione di 2.400 europei (400 per Paese) ha messo a confronto i cittadini di sei Paesi del Vecchio continente: Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Svezia e Polonia. Secondo il Barometro, i cittadini più fiduciosi nella capacità di reazione dei rispettivi sistemi sanitari nazionali contro il virus H1N1 sono i tedeschi (73%), i francesi (69%), i britannici (58%) e gli svedesi (56%). [Informazioni tratte da Adnkronos Salute, Ansa.it, Repubblica.it, La Siciliaweb.it]

Fazio e il "giallo" delle forniture in ritardo. Disponibili inizialmente solo 500.000 unità.
di Michela Rossetti (Il Salvagente.it, 29/09/09)

Via libera dell'Emea, l'Agenzia europea per la medicina, ai vaccini per l'influenza A prodotti dalla Novartis e dalla GlaxoSmithkline, ma ce ne vorranno due dosi e a distanza di 3 settimane. Queste le ultime notizie diffuse a Londra dall'Emea e che accentuano i dubbi sui tempi del piano di vaccinazioni disposto dal ministero della Salute in Italia.
L'Agenzia comunitaria ha fatto sapere di avere dato l'ok alla commercializzazione di Focetra (l'immunizzante della Novartis) e di Pandemrix (il prodotto della Glaxo). Premettendo che le strategie vaccinali saranno decise dai singoli paesi, l'Emea ha aggiunto nella nota le sue raccomandazioni: gli immunizzanti dovranno essere somministrati in due dosi a tre settimane di distanza l'una dall'altra, e potranno essere inoculati anche a bambini sopra i sei mesi e donne in gravidanza.
Anche se i dati in possesso dell'Agenzia, si spiega infine, suggeriscono la possibilità che il vaccino possa essere somministrato in una sola dose, per avere una risposta definitiva bisognerà attendere i risultati di altri studi, che saranno pronti nei prossimi mesi. In base a queste informazioni le raccomandazioni potrebbero essere aggiornate.
Le informazioni su cui si basano le raccomandazioni odierne riguardano studi di sicurezza, efficacia e tollerabilità effettuati su 6mila soggetti. I risultati di studi successivi su adulti e bambini saranno pronti tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.

Ieri Fazio ha messo le mani avanti: all'inizio solo 500.000 dosi
In Italia, invece, il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha cominciato ieri a mettere le mani avanti. Soltanto 500.000 dosi di vaccino saranno pronte entro i primi di novembre. E le altre? Quando arriveranno i vaccini per l’influenza A in Italia? Fino a ieri non c’era nessun dubbio: "La consegna dei vaccini alle Regioni e Province Autonome è prevista nel periodo tra il 15 ottobre e il 15 novembre": è scritto nell’ordinanza del ministero della Salute firmata l’11 settembre. E la data è stata confermata in ogni dichiarazione successiva.
Poi - prima della "correzione" obbligata del viceministro, è arrivata la doccia fredda, per voce di una delle due multinazionali da cui l’Italia attende i vaccini. "Difficile che il vaccino contro l'influenza A sia pronto tra ottobre e novembre": ha detto Luigi Roberto Biasio, direttore medico di Sanofi Pasteur Msd, che dovrà fornire la metà dei vaccini previsti per gli italiani.
Problemi, ritardi? "No", ha precisato la Sanofi, "l'impegno verso le autorità italiane era di fornire il vaccino entro fine anno, e cioè tra dicembre e gennaio".

La Novartis non si sbilancia: "non spetta a noi chiarire"
Dunque le 24 milioni di dosi - su 48 totali - ordinate dall’Italia alla Sanofi probabilmente non ci saranno prima di dicembre. E la Novartis, la seconda multinazionale da cui il nostro paese aspetta il vaccino, dichiara a Il Salvagente.it che non può rispondere sulla data di consegna concordata con il nostro governo. "Sono informazioni che non compete a noi rilasciare", ci spiegano dall’azienda, lasciando intendere che dovrebbe essere il ministero della Salute a rispondere. Dalla Novartis un’unica, secca, dichiarazione: "Siamo perfettamente in linea con le tempistiche che abbiamo garantito. Entro la fine dell’anno saranno pronte le prime dosi, ossia 150 milioni, da distribuire ai 35 Paesi con cui abbiamo preso accordi".
Dunque di nuovo "entro la fine dell’anno", come la Sanofi. E di nuovo "stiamo rispettando la tempistica". Ma allora chi bluffa? La Novartis aggiunge che comunque i loro vaccini sono già pronti, "in attesa dell’ok definitivo per la commercializzazione, atteso a breve. Altro non possiamo aggiungere".

Il ministero: nessun problema, Sanofi dopo Novartis
Il ministero della Salute accetta di chiarire con Il Salvagente.it la questione: "Nessun problema. La Sanofi è la seconda azienda da cui attendiamo i vaccini. Per la prima tranche, quella tra il 15 ottobre e il 15 novembre, attendiamo 8 milioni di dosi dalla Novartis. Per questo la Sanofi non si è sbilanciata, da loro il vaccino è atteso entro dicembre".
Tutto bene? Si vedrà dai fatti.
Tutto bene? Parrebbe di sì. Anche se - a dir la verità - neanche la Novartis si è sbilanciata.

L’Emea, l’agenzia europea del farmaco, ha comunicato nel corso dell’ultimo fine settimana di aver dato un primo via libera a due vaccini (quelli prodotti da Novartis e GlaxoSmithKline), raccomandando però l’autorizzazione in commercio alla Commissione europea. Ma dall’ok definitivo all’arrivo del vaccino, nelle strutture sanitarie, quanto tempo ci vorrà?
Il viceministro alla Salute Fazio ha detto che il picco di contagi è previsto a Natale, per la precisione tra dicembre e gennaio. Se Sanofi"entrerà in gioco" allora, come ha detto, saremo ancora in tempo a contrastare il picco?

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29 settembre 2009
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