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La paura degli operai...

Mentre il Lingotto festeggia i risultati europei, gli operai Fiat aspettano inquieti gli sviluppi

14 maggio 2009

Due facce della stessa medaglia... Da un lato un profilo sorridente e soddisfatto, quello di Sergio Marchionne, dall'altro lato un profilo triste e preoccupato, quello di un anonimo operaio. La medaglia è quella della Fiat...

L'AUMENTO DELLE IMMATRICOLAZIONI - E' boom in Germania, grazie anche agli incentivi della cancelliera Merkel, ma va bene anche in Gran Bretagna e in Francia: la quota di Fiat Group Automobiles in Europa Occidentale vola al 10%. Un risultato del genere non lo raggiungevano da otto anni.
Il Lingotto soddisfatto sottolinea che, in un mercato che scende dell'11,6%, le immatricolazioni del gruppo sono invece salite del 5%, ad oltre 116.300 unità. "In un mercato ancora complessivamente negativo - dicono da Mirafiori - Fiat Group Automobiles si discosta dalla media e continua a muoversi in controtendenza, aumentando la quota di 1,6 punti percentuali e raggiungendo a quota 10% al terzo posto della classifica costruttori il gruppo Ford che conta però circa 500 unità immatricolate in più. Si tratta di un risultato storico perchè era dall'aprile del 2001 che FGA non saliva così in alto in Europa".
Un grande risultato che da Torino vogliono sottolineare è quello raggiunto in Germania, patria della Opel, dove Fiat ha più che raddoppiato volumi e quote di mercato, conquistando il primo posto fra gli importatori che operano nel Paese.

LA PAURA DEGLI OPERAI - Dopo giorni di indiscrezioni e smentite, sono stati i sindacati metalmeccanici ad annunciare, da Francoforte, che il piano della Fiat per un'eventuale acquisizione di Opel, se fosse confermato, "prevederebbe il ridimensionamento di Pomigliano e la chiusura di Termini Imerese". La notizia, che suona come una conferma delle voci circolate nei giorni scorsi, l'ha data Bruno Vitali, responsabile auto della Fim-Cisl, che a Francoforte ha incontrato i leader dei lavoratori tedeschi e spagnoli insieme al collega Enzo Masini della Fiom-Cgil.
Subito è scattato l'allarme nella categoria e Fiom, Fim e Uilm sono stati costretti a chiedere nuovamente, con una lettera al premier Silvio Berlusconi, un incontro urgente sul settore auto.
La risposta del governo è arrivata tramite il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: "Aspettiamo una ipotesi di piano industriale da discutere e verificare con gli attori sociali e l'azienda", ha detto, assicurando che il Governo è "interessato a discuterne con le organizzazioni sindacali" ma "ha bisogno che si definiscano delle ipotesi per poterle confrontare".

All'incontro nella capitale finanziaria della Germania, voluto dai tedeschi e svoltosi nella sede del sindacato Ig Metall, c'era anche il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, il quale non ha perso l'occasione per ribadire il suo scetticismo sul piano Fiat. Franz ha parlato a Vitali e Masini dei piani 'Phoenix' e 'Football' (i cui contenuti erano già circolati sulla stampa tedesca) per un'eventuale acquisizione della Opel e la creazione di un nuovo colosso europeo dell'auto. "Siamo preoccupati, fortemente preoccupati, per alcuni stabilimenti in particolare. Se il piano fosse confermato, prevedrebbe il ridimensionamento di Pomigliano e la chiusura di Termini Imerese", ha detto Vitali dopo l'incontro. E poi: "Serve un negoziato vero, perchè l'eventuale riduzione di capacità produttiva in Europa deve essere fatta senza chiusure ma in solidarietà fra tutti gli stabilimenti". Altrettanto chiaro, è stato Masini: "E' importante che dalla riunione sia emersa una volontà comune di contrastare con ogni mezzo e con grande fermezza l'idea di mettere i lavoratori di una nazione contro i lavoratori di un'altra, i lavoratori di uno stabilimento contro quelli di un altro", ha detto. "Di fronte alla crisi mondiale del settore auto - ha aggiunto -, dobbiamo impedire unitariamente come organizzazioni sindacali che questi processi di ristrutturazione li paghino unicamente i lavoratori".
Di fronte allo spettro della chiusura di impianti in Italia e in Europa, le sigle nazionali hanno proposto quindi la creazione di un "gruppo di lavoro" a livello Ue, al quale dovrebbe partecipare anche Bruxelles. L'iniziativa servirebbe per seguire in modo coordinato gli sviluppi della situazione, ha spiegato Vitali.

Franz, da parte sua, si è detto ''assolutamente d'accordo'' con i colleghi italiani e ha tenuto a ricordare: "Non siamo nemici della Fiat", ma il gruppo di Torino insegue una mega-fusione e "noi siamo apertamente contro tali operazioni". Per il leader del consiglio di fabbrica della Opel, "ciò che noi temiamo, è un piano industriale di risanamento, che preveda tagli fino a 18 mila posti di lavoro, possa realizzarsi. Non è una questione di Italia o di Germania, è una questione perlomeno europea, ma anche globale", ha sottolineato. Il comportamento della Fiat, inoltre, è "assolutamente incomprensibile", ha infatti commentato Franz, che la Fiat non abbia discusso "in presenza di sindacati e lavoratori" i contenuti del piano per rilevare la Opel e che i sindacati italiani "abbiano dovuto apprendere da noi" queste informazioni.

Intanto, centinaia di lavoratori dello stabilimento Fiat siciliano di Termini Imerese e delle aziende dell'indotto manifestano davanti ai cancelli della fabbrica. Gli operai hanno deciso di bloccare la strada statale davanti all'impianto...

MA QUESTO MATRIMONIO S'HA DA FARE? - Secondo la stampa economica internazionale la strada che porta al matrimonio Fiat-Opel, appare sempre più in salita. Per il Financial Times, oltre alla concorrenza di Magna e Ripplewood, un ulteriore scoglio è rappresentato dalle attività latino americane di Gm, che Fiat vorrebbe rilevare (Gm è il secondo produttore di auto per volume di vendite in Brasile) e Detroit invece vorrebbe mantenere, almeno con una quota importante del business.
Per il quotidiano tedesco Handelsblatt in America non si crede molto all'ipotesi di tutela pubblica per Opel, a cui servono soldi presto per evitare l'insolvenza. Il problema, per il Governo federale tedesco, è evitare che Opel venga risucchiata nell'eventuale e sempre più probabile fallimento di General Motors, e il tempo per trovare soluzioni non è molto. Per questo, scrive oggi il Financial Times Deutschland, alcune regioni stanno pensando di fornire alla Opel finanziamenti temporanei attraverso banche pubbliche. L'iniziativa verrebbe discussa oggi nel corso di un vertice dell'Esecutivo sul futuro della controllata Gm. Un portavoce del governo ha confermato l'incontro, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo l'agenzia stampa tedesca Dpa, parteciperanno al vertice il ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), il vice cancelliere, Frank-Walter Steinmeier (Spd), il ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck (Spd), il ministro del Lavoro Olaf Scholz (Spd) e il capo della Cancelleria, Thomas de Maiziere (Cdu).

Ieri erano circolate indiscrezioni sulla stampa tedesca secondo cui al vertice odierno si deciderà una nazionalizzazione della Opel, ma il portavoce ha smentito questa possibilità. Secondo l'Ftd, i finanziamenti ponte rientrano nel piano suggerito da Guttenberg, che prevede la nomina di un amministratore fiduciario in caso di insolvenza della casa madre General Motors. Il giornale scrive che i mezzi freschi potrebbero arrivare dalla banca statale KfW e dalle banche pubbliche nelle regioni in cui la Opel ha impianti produttivi. Il piano di Guttenberg richiederebbe una linea di credito per oltre un miliardo di euro, ha detto il numero uno della Gm Europe, Carl-Peter Forster, al quotidiano Frankfurter Allgemeinen Zeitung in edicola oggi.

[Informazioni tratte da Rainews24, Ansa.it, La Siciliaweb.it]

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14 maggio 2009
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