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La paura dei pescatori siciliani

Il pericolo dei sequestri nel Mar Mediterraneo e il terrore di essere sparati dal "fuoco amico"

13 marzo 2013

A seguito di una infuocata riunione con gli armatori e i pescatori vittime dei sequestri, tenutasi nei giorni scorsi,  il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca-Cosvap, Giovanni Tumbiolo, allarmato per la situazione, ha scritto una lettera accorata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che di seguito riportiamo.

Caro Presidente,
come a Lei ben noto, i nostri pescherecci sono costantemente aggrediti dai miliziani libici e di altri Paesi, ma quel che è peggio è che, subito dopo l’attacco armato, debbano subire il fuoco incrociato delle banche italiane che, sistematicamente in occasione di questi sequestri, usano armi ancor più devastanti dei kalashnikov e dei cannoni dei miliziani.

Le armi usate dagli Istituti finanziari sono quelle, sofisticate e silenziose, del blocco dei conti correnti, dell’obbligo di immediato rientro dei fidi ed altre ancora che, in simili circostanze, hanno il sapore ripugnante di una vera e propria spietata esecuzione. Armi improprie, usate senza scrupoli, senza la minima comprensione né considerazione dei problemi e dei danni causati agli armatori, al sistema pesca per via di attività in cui gli operatori del mare sono impotenti, vieppiù indifesi da parte di chi: Stato, Unione Europea, dovrebbe invece farsi carico della sicurezza e della loro tutela.
Le pallottole dei miliziani rischiano di colpire, così come è già avvenuto, il pescatore inerme; purtroppo tutto lascia presagire che accadrà ancora, se non si darà rapido corso agli accordi siglati.
Le armi sofisticatissime ma cruente delle banche colpiscono, senza pietà, famiglie, aziende, intere comunità.
È quanto succede al sistema pesca siciliano, "centrato" da quello che in gergo militare si chiama «fuoco amico».

Così i nostri armatori, i nostri pescatori, le nostre comunità stanno morendo annientati proprio da coloro che in un paese normale sarebbero i naturali alleati.C’è dunque, caro Presidente, la necessità di risarcire i nostri pescatori, armatori, le famiglie per i danni di questa assurda guerra; c’è il dovere morale da parte dello Stato, della Regione di creare un fondo speciale per i rischi derivanti dall’uso improprio delle armi, quelle vere e quelle, forse più pericolose e devastanti, in dotazione all’esercito delle banche.

Fiducioso in un Suo autorevole intervento, colga i sensi della più profonda stima e ammirazione.

Cordiali Saluti.

Giovanni Tumbiolo

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13 marzo 2013
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