La paura del ''carovita'' e del continuo aumento dei prezzi fa cambiare i consumi degli italiani
Le spinte inflazionistiche fanno risparmiare sul cibo e aumentare le spese per ''necessità''
Sembra sia il timore ad accompagnare la quasi totalità degli italiani fra le bancarelle dei mercati e i banconi dei supermercati, un senso di inquietudine che si acuisce nel momento in cui il potenziale acquirente posa gli occhi sui cartelli dei prezzi.
A dirlo è l'indagine Censis-Confcommercio, ''Scenari, simboli e luoghi del consumo''.
Il 96,3% degli italiani continua a temere una crescita sostenuta dei prezzi, paura tra l'altro comune nei diversi Paesi europei.
Il carovita spinge al risparmio e gli effetti di questo fenomeno assumono caratteri più dirompenti in Italia che altrove.
Rileva l'indagine: ''ben il 61,7% delle persone intervistate ha dichiarato di avere negli ultimi anni modificato le proprie spese alimentari al fine di risparmiare''.
Il fatto è che gli italiani non vedono, nel breve termine, la possibilità di aumentare la loro capacità di spesa.
Solo il 7,9% degli italiani prevede infatti un incremento dei propri redditi nel corso del 2005, a differenza del 50% dei francesi e del 51,8% dei tedeschi.
Il 37,2% degli italiani nel corso del 2005 incrementerà solo le ''le spese incomprimibili'', come quelle per medicine (30%) e scuola (25%), la percentuale più elevata tra i Paesi europei coinvolti nell'indagine sui consumi solo dopo quella della Francia. ''Viceversa - evidenzia l'indagine - in Italia meno persone prevedono di incrementare le spese per il benessere personale, per il tempo libero e la cultura e per i viaggi, rispetto a ciò che si riscontra in Spagna, Germania, Francia e Inghilterra''.
In Italia continua, dunque, a prevalere il pessimismo, o comunque la prudenza, e anche in altri Paesi europei, come Regno Unito e Spagna, che sembrano mostrare un più contenuta possibilità di crescita rispetto a Francia e Germania, comunque ''le performances appaiono migliori di ciò che si riscontra in Italia''.