La paura mangia l'anima
Deprecabile gesto omofobico a Ragusa: un secchio di urina lanciato ad un giovane omosessuale
AGGIORNAMENTO
La polizia ha identificato e denunciato i presunti autori dell'aggressione compiuta martedì sera ai danni di un omosessuale di 25 anni verso cui è stato lanciata l'urina contenuta in un secchio. Si tratta di 5 giovani, tutti ventenni, senza precedenti penali.
Gli investigatori sono risaliti a loro grazie al numero di targa che la vittima era riuscita a prendere. I cinque hanno detto di aver fatto una bravata. Sono stati denunciati per violenza privata. La Procura sta valutando la possibilità di contestare l'aggravante della discriminazione sessuale.
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E' l'ennesimo atto di intolleranza contro un omossesuale. Questa volta è capitato in periferia di Ragusa. Hanno visto un gay in strada e dopo averlo insultato gli hanno versato addosso un secchio di urina, fuggendo in auto. La vittima, un 25enne, ha avuto la prontezza di annotare il numero di targa e ha presentato una denuncia in questura. La polizia indaga per risalire agli autori del gesto.
"Martedì scorso - ha raccontato il ragazzo, che si chiama Vincenzo - mi trovavo in una zona in cui noi gay ci incontriamo. Degli idioti, tre o quattro, in auto sono passati accanto alla mia vettura, io stavo ascoltando la radio, si sono accostati e mi hanno lanciato contro un secchio di urina che ha colpito la mia macchina. Li ho inseguiti e ho preso la targa. Poi sono andato in questura a fare la denuncia".
Vincenzo frequenta l'università, ha due sorelle e i genitori fanno gli imprenditori. Ricorda che sei anni fa mentre era in motorino con un amico, quattro ragazzi lo affiancarono in auto ingiuriandolo. "Noi rispondemmo alla provocazione, loro scesero dalla macchina e ci pestarono. Io fui ricoverato in ospedale con le costole rotte ed ebbi un mese di prognosi. Feci denuncia ma non si riuscì a scoprire chi fossero. A Ragusa sto bene. Non sono discriminato. Ho tantissimi amici, persone che mi vogliono bene, però, come in tutti i posti, ci sono gli imbecilli che non ci rispettano. Qui c'è un clima tranquillo anche se il mio sogno è andarmene perché questo è sempre un piccolo centro e per noi ragazzi non ci sono vere chance".
Il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, dopo aver appreso del grave episodio omofobico, ha condannato gli autori del gesto. "Si tratta di un atto deprecabile ai danni di un nostro concittadino, da condannare con fermezza e determinazione, qualunque sia la matrice che lo abbia fatto scaturire. Nulla può giustificare un comportamento di questo genere. Ragusa non merita questo, non merita vigliacchi capaci di tali 'prodezze'. E se si accerterà la matrice omofoba, ciò che è successo è ancora più grave. L’intolleranza e la discriminazione sono inaccettabili. La tolleranza è alla base della convivenza civile, e tutta la cittadinanza non può accettare che degli idioti siano stati capaci di fare ciò che hanno fatto, mossi tra l’altro da un odio ingiustificato. Questo gesto non può identificarsi con Ragusa. Ragusa non è questo e non lo è mai stata. Viviamo in una città che tutela il cittadino, una città dall’alto senso civico. Siamo convinti che si tratti di un episodio isolato, fatto da pochi balordi, forse nemmeno della città, che sono riusciti a suscitare solo disgusto".
Veemente la reazione dell'Arcigay all'episodio. "E' ormai sotto gli occhi di tutti la violenza quotidiana che colpisce omosessuali, lesbiche e transessuali, le loro famiglie e i loro amici nel nostro Paese. L'episodio di intolleranza ai danni di un cittadino di Ragusa è solo l'ultimo di una escalation che ha reso l'omofobia e la transfobia vere e proprie emergenze nazionali", ha sottolineato l'associazione, che chiede di essere ascoltato dalla Commissione giustizia della Camera, dove si sta svolgendo l'iter legislativo di una legge a prevenzione del fenomeno. "E' urgente e necessario - ha detto Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay - che la Commissione dia audizione all'associazionismo lgbt italiano. In quella sede vorremmo offrire al legislatore un quadro dettagliato e dati reali sull'emergenza in corso, anche sulla base dell'esperienza trentennale di prevenzione del fenomeno e sostegno alle vittime. Disponiamo di un patrimonio di esperienza e di innumerevoli segnalazioni su tutto il territorio nazionale, che non possono essere ignorate dalla Commissione giustizia".
Secondo Arcigay, l'estensione della legge Mancino ai reati contro l'omofobia e la transfobia è "l'unico strumento idoneo a fornire risposte normative, perché dispone di un apparato sanzionatorio efficace e, non meno necessario, favorisce percorsi culturali di prevenzione. L'omofobia distrugge la vita di decine di persone e va cancellata al più presto".
"Il problema con i casi di omofobia - ha aggiunto Salvatore Milana, presidente di Arcigay Ragusa - è il sommerso. Finalmente nella nostra città un omosessuale, a cui va tutta la nostra solidarietà, è riuscito a trovare il coraggio di denunciare l'intolleranza subita. Non era mai accaduto prima, eppure sappiamo di lanci di pietre, botte e atti di vandalismo alle auto che non vengono denunciati per paura. Invitiamo tutti gli omosessuali a rivolgersi alla nostra associazione: forniremo loro piena solidarietà e il sostegno legale necessario".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Ufficio Stampa del Comune di Ragusa, La Siciliaweb.it]