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La pedopornografia è un mercato che non conosce crisi

Lanciato l'allarme per il Safer Internet Day: il fenomeno sul web è cresciuto del 406%

11 febbraio 2009

Sono circa 36 mila i bambini "scambiati" su Internet 20 miliardi di volte per alimentare il mercato della pedofilia on line. Il 42% di essi ha meno di sette anni e il 77% meno di nove.
Sono le impressionanti stime aggiornate sulla pedofilia on line, che si riconferma essere un crimine prevalentemente europeo con una crescita esponenziale. I dati emergono dal 13° rapporto dell'Osservatorio internazionale che Telefono Arcobaleno ha reso noti l'altro ieri (LEGGI - pdf), alla vigilia del Safer Internet Day, la Giornata Europea per la sicurezza in rete.

Secondo gli elementi raccolti negli ultimi sei anni la presenza di materiali pedofili sui server europei ha registrato un incremento del 406%; più del 58% dei clienti e dei consumatori della pedofilia on line è europeo. Più dell'86% del materiale pedopornografico rilevato in rete è in Europa, come il 18% dei siti internet legati a questo turpe mercato.
Il rapporto stilato da Telefono Arcobaleno è internazionale ed è il frutto del lavoro dell'associazione che opera in collaborazione con le agenzie internazionali di sicurezza dei Cinque continenti.
"La pedofilia on line - afferma il presidente e fondatore dell'organizzazione Giovanni Arena - è un mercato che non conosce crisi. E' formalmente illegale ma di fatto libera, i clienti restano pressochè impuniti per la lentezza dei processi e le giovani vittime rimangono stritolate tra i meccanismi farraginosi di una giustizia che fatica a dare risposte".

Secondo i dati del rapporto 36.000 bambini sono stati scambiati su Internet 20 miliardi di volte per alimentare il mercato della pedofilia on line. Per Telefono Arcobaleno - che in 13 anni ha fatto 228.079 segnalazioni, con punte di oltre 300 in un solo giorno, che nell'84% dei casi hanno portato alla chiusura dei siti nel giro di 48 ore - particolarmente aggressiva in questo ultimo anno è risultata la presenza di 7.639 siti legati al pedobusiness, che fanno parte di una galassia ben più vasta di 42.396 siti a contenuto pedopornografico.
"L'Italia
- sottolinea Arena - risulta essere tra i Paesi maggiormente coinvolti sul fronte della domanda di questo vergognoso mercato, inoltre nel nostro Paese la lentezza della giustizia rende il contrasto della pedofilia non solo sul web, ma anche nelle nostre città, particolarmente difficile e i bambini vittime non vengono salvati".

Boom di baby navigatori, sotto gli 11 anni chatta 1 su 3 - E' boom di baby navigatori, tanto che ormai un bambino su tre al di sotto degli 11 anni chatta regolarmente. A tracciare l'identikit completo della "gioventù digitale", questa volta è Telefono Azzurro che, sempre in occasione del Safer Internet Day, ha fatto il punto sui social network, straordinari strumenti di innovazione sociale, presentando una ricerca dedicata realizzata in collaborazione con Eurispes.

Chat, community, blog, sono in incredibile aumento non solo tra gli adolescenti ma anche tra i bambini al di sotto degli 11 anni. Se nel 2005, evidenzia Telefono Azzurro, solo il 37,9% chattava, questa percentuale è salita, nel 2008 al 69,4%.
Similmente, se nel 2005 la percentuale di bambini navigatori che chattavano superava di poco il 13%, nel 2008 il 33,1%, dunque un bambino su tre utilizza internet per chattare. E ancora, se nel 2007 frequentava chat-community per conoscere altre persone il 36,3% degli adolescenti navigatori intervistati, nel 2008 questa percentuale sale al 42,9%, e se sempre nel 2007 il 65,3% dei navigatori adolescenti guardava Youtube, questa percentuale nel 2008 sale al 73,8%.

Formidabile mezzo di comunicazione, fonte inesauribile di informazioni ma soprattuto contenitore per il tempo libero, internet, avverte Telefono Azzurro, offre grandi opportunità rispetto al passato ma come ogni medaglia ha il suo rovescio, così un uso sbagliato della rete rischia di far approdare gli utenti, soprattutto minorenni in situazioni pericolose e piene di insidie. E' vero, infatti, che nell'indagine del 2008 non aumenta significaticamente il numero di adolescenti che dichiara di diffondere messaggi foto o video minacciosi (5,4%), ma aumentano gli adolescenti che dichiarano di aver diffuso false informazioni su una persona (13,2%) e che ammettono di aver utilizzato la rete per escludere volontariamente una persona da un gruppo on line.
Infine, il fenomeno del millennio, Facebook: i giovanissimi (18-24 anni) sono, al contrario di quello che si poteva pensare, quelli meno suggestionabili da potenzialità vere o presunte di Facebook. Sono infatti coloro che credono, in misura maggiore rispetto agli altri, che Facebook sia uno strumento utile per ritrovare vecchi conoscenti (72,1%) e passare il tempo (49,6%) ma al contrario sono i meno propensi a credere che esso consenta di stringere nuove amicizie (56,6%): fra i più grandi questa percentuale è più bassa e oscilla tra il 46 e il 52%.

[Informazioni tratte da www.telefonoarcobaleno.org, Adnkronos/Ing]

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11 febbraio 2009
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