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La pioggia non ha fermato i siciliani che ad Aidone sono scesi ''Tutti in piazza per la Venere'' di Morgantina

18 dicembre 2006

''Per la prima volta, siciliani di tutte le età sono scesi in piazza per l'arte, un successo senza precedenti''.
E' stato questo il primo commento dell'assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Lino Leanza, di fronte al grande successo riscosso dalla manifestazione ''Tutti in piazza per la Venere'', che si è tenuta ieri ad Aidone.
La pioggia non ha fermato le centinaia di persone che hanno affollato il Palazzo comunale del comune in provincia di Enna, vista l'impossibilità, causa condizioni atmosferiche, di raggiungere l'area archeologica di Morgantina.
Striscioni inneggianti al ritorno della Venere, attualmente esposta al Paul Getty Museum di Malibù, lettere accorate dei ragazzi delle scuole di Aidone, messaggi da parte del ministro per i Beni e le Attività culturali, Francesco Rutelli, del presidente della regione, Salvatore Cuffaro, del presidente del Fai, Maria Giulia Crespi, di Vittorio Sgarbi, dell'ambasciatore americano in Italia, Ronald Spoglio, del soprintendente di Pompei, Pietro Guzzo, e di numerose altre associazioni culturali, appelli al governo regionale e nazionale perché si adoperino per riportare la statua in  Sicilia: tutto questo è stato Aidone per l'intera mattinata di ieri.

''La statua ci appartiene - ha detto l'assessore Leanza - è indiscutibile la titolarità e l'appartenenza alla cultura greca-sicula. È un nostro tesoro di cui siamo stati derubati ed è ora che ci venga restituito senza ulteriori tentennamenti. I siciliani stanno capendo l'importanza della cultura e del patrimonio artistico e la loro presenza qua oggi al nostro fianco lo dimostra''. ''La strada più agevole per riportare la Venere in Sicilia - ha continuato l'on. Leanza - è quella di una forte collaborazione con il museo americano ma accelerando al massimo le ulteriori indagini scientifiche che il Paul Getty ha richiesto. La gente ha capito che la vera ricchezza viene dal nostro patrimonio culturale e che proprio la sua tutela e la sua valorizzazione rappresentano il nuovo modello sviluppo in grado di produrre economia: non possiamo deluderla''.

Da contrada San Francesco, nell'ennese, al Paul Getty museum di Malibu, in California passando per la Svizzera: questo il viaggio transoceanico che la ''Venere di Morgantina'' avrebbe fatto, spezzata in tre parti, nelle casse di trafficanti di opere d'arte alla fine degli anni Settanta e ora oggetto di contesa tra l'Italia e gli Stati Uniti.
A ricostruire la cronistoria della statua greca del quinto secolo, Silvio Raffiotta, magistrato della Corte d'appello di Palermo e storico della Sicilia antica, il quale non ha dubbi sulla provenienza della Venere ''dall'area centrale della regione, opera di artisti greci o autoctoni che hanno importato dalla madre patria il marmo pario con cui sono state realizzate la testa, le braccia e le mani mentre il busto è in pietra calcarea, secondo la tradizione degli acroliti, statue realizzate con materiali diversi''.
La Venere, secondo la ricostruzione storica di Raffiotta, è stata trovata e trafugata da tombaroli che nel 1977 effettuarono in contrada San Francesco scavi clandestini ''durante i quali vennero alla luce un santuario dedicato a divinità della terra. Per questo penso, inoltre, che la statua non rappresenti una Venere ma Demetra o Persefone''.

La scultura, alta più di due metri e probabilmente policroma, come dimostrano residui di azzurro e rosso delle vesti ''ha preso il volo per la Svizzera - spiega Raffiotta - dove un cambiavaluta di Lugano, Renzo Canavesi, l'ha venduta per 400 mila dollari a Robin Sjmes che, a sua volta, da Ginevra l'ha spedita al Paul Getty Museum di Malibu che l'avrebbe acquistata per 18 milioni di dollari''.
Nel 2000 sulla Venere è stata effettuata un'indagine petrografica, una sorta di dna che, dice Raffiotta, ''ha confermato la provenienza dell'opera dalla Sicilia centrale. In più l'ex direttore del Metropolitan Museum di New York, Thomas Hoving, nel libro 'Il re dei confessori' ammette che la statua è stata rubata durante gli scavi di Aidone''.

Approfittando della grande circostanza che i siciliani hanno reso possibile ieri, l'assessore Leanza e la soprintendente ai Beni culturali, ambientali di Enna, Bice Basile, hanno annunciato che il Museo archeologico di Aidone verrà inaugurato il prossimo 3 marzo. In attesa della Venere.

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18 dicembre 2006
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