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La politca siciliana vista dall'alto...

Cumuli di rovine disseminati tutt'intorno con al centro un grande vuoto paludoso

21 gennaio 2010

VOLANDO IN DELTAPLANO SULLA POLITICA SICILIANA
di Agostino Spataro

Sorvolando in deltaplano l'attuale politica siciliana si vedono, più nitidi, i contorni e i suoi innaturali miscugli: cumuli di rovine disseminati tutt'intorno, con al centro un gran vuoto paludoso dentro il quale si agitano partiti e gruppi dilaniati al loro interno e altri che si tengono con lo sputo.
Dall'alto, corpi e luoghi appaiono rimpiccioliti, per effetto dell'altitudine naturalmente. S'apre alla vista un mondo lillipuziano in pieno fervore con tanti uomini, e qualche donna d'ornamento, l'un contro l'altro armati, intenti a covar vendette e rappresaglie ed altri, incompresi, affannati a spiegare, a rassicurare, a interpretare le scelte proprie e quelle altrui.
Operazione altamente improbabile, giacché quando una scelta deve essere molto spiegata e molto interpretata dimostra d'esser fragile, contraddittoria, per non dire sbagliata.
Da canto, il gran Lombardo (nulla a che fare con quello di Vittorini) che medita e agisce, con furbizia, senza mai svelare il suo piano, le sue vere intenzioni.
Si vede anche dell'altro che omettiamo per carità di patria. Ma il nostro è solo un sogno, fatto in queste notti tempestose che hanno sconquassato la Sicilia.

Meglio scendere, dunque, dal deltaplano e andare a vedere da vicino, sul terreno, cosa, effettivamente, sta accadendo a Palermo dopo il varo del contrastato governo Lombardo, il terzo in diciotto mesi.
Già la breve durata delle giunte, in un regime elettorale che dovrebbe garantirne il massimo di stabilità, è indicativa della crisi profonda del centro-destra siciliano e forse anche di un' incontenibile disagio del governatore per la convivenza con alleati ostici che però, mesi prima, gli hanno consentito di stravincere col 65% dei suffragi.
Affari loro, ma anche nostri, visto che a questa gente sono affidate le sorti della Sicilia in questa fase di acuta crisi sociale ed economica.
Certo, alcune "novità" si notano, soprattutto nei nomi, ma anche tante oblique continuità, (clientelismo, spartizione negli incarichi, ecc) che allungano le loro ombre sulla funzionalità dei nuovi organigrammi e sulle famose riforme proclamate, ma ancora ai più sconosciute.
Francamente, nessuno capisce come si possa varare un governo (ufficialmente di minoranza) che confida nella bontà d'animo di quanti (ovverosia della maggioranza dell'Ars) vorranno sostenere riforme che l'esecutivo formulerà cammin facendo, nel corso del suo incerto percorso politico e parlamentare.
Una cosa del genere non era mai capitata. Tranne che con qualche governo "balneare" che serviva, appunto, per consentire alla gente d'andare, tranquilla, a farsi i bagni.
Nel nostro caso, i siciliani non si preparano a andare al mare, ma a fronteggiare un duro inverno, una delle crisi peggiori degli ultimi tempi.

Per essere credibile, un governo deve essere autosufficiente, fondarsi cioè su un programma e una maggioranza definiti con chiarezza. Eventuali, altri apporti sono ad abundantiam.
Che cosa succederà se l'Assemblea non dovesse approvare la prima o la seconda riforma? Può capitare, visto che il Pd ha, formalmente, affermato di non far parte della coalizione che sostiene il governo e valuterà caso per caso. Lombardo si dimetterà o formerà il suo quarto governo?
Per altro, i democratici hanno concesso al governatore solo sei mesi per dimostrare la sua valentia, la sua volontà e capacità riformatrici. Un termine preciso che va rispettato visto che il Pd costituisce la principale risorsa cui attingere per governare. Perciò, Lombardo, per il momento, non ha interesse a spaccarlo, com'è capitato al PdL.
Una scadenza, in verità, poco congrua ma bastevole per far svolgere le elezioni in 12 regioni italiane e superare il solstizio d'estate, quando il sole raggiunge il massimo di declinazione sull'orizzonte, e la legislatura sarà prossima a varcare il fatidico traguardo dei due anni e mezzo.
Anche in caso di dimissioni del presidente, le elezioni anticipate non si potranno svolgere prima del successivo semestre.

Vedremo. Tuttavia, in assenza di spiegazioni più convincenti da parte degli esponenti del Pd (l'altro ieri, Cracolici non è riuscito a rassicurare nemmeno un migliorista navigato come Emanuele Macaluso), la sensazione resta quella dell'accordo sottobanco, o se si preferisce a tavolino, per varare questo nuovo inciucio che, francamente, poteva essere risparmiato alla Sicilia.
Per queste e altre ben note ragioni, la scelta di Lombardo (e Micciché) sempre di più appare come una misteriosa, fallace avventura che ingenera più interrogativi che certezze.
Quali riforme intende promuovere il governatore? Con quale maggioranza pensa di farle approvare? Ha un piano e qual è? O forse non l'ha? O ha un piano segreto condiviso con pochi intimi?
Mistero. Anzi nuovi misteri siciliani, che si aggiungono ad altri insoluti, sui quali in tanti si stanno spremendo le meningi.
Nell'attesa di svelare l'arcano, Lombardo cercherà di tirare avanti fin dove possibile. Intanto, si sta operando una sorta di pulizia etnica negli alti vertici dell'amministrazione per insediare nei posti chiave persone dai titoli discutibili (tant'è che sono apertamente contestati dal sindacato dei dirigenti regionali), in compenso dotati di una grande fede nell'Mpa.
E' evidente, che così operando, non si mira a governare la Regione, ma ad occuparla.

Pubblicato, con altro titolo, in "La Repubblica" del 20 gennaio 2010

 

 

 

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21 gennaio 2010
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