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La prima uscita pubblica del nuovo Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso

Il magistrato Pietro Grasso a colloquio con politici e imprenditori su sviluppo economico e legalità

18 ottobre 2005

''La legalità è uno dei fattori imprenscindibili dello sviluppo economico. Uno dei mezzi per ottenerla si può trovare con protocolli di legalità che gli imprenditori dovrebbero firmare per escludere l'assunzione di mafiosi o il pagamento di tangenti''. La proposta è del capo della Dda di Palermo, Pietro Grasso, nominato da pochi giorni dal Csm Procuratore nazionale antimafia.
La prima uscita pubblica del magistrato, che per insediarsi negli uffici di via Giulia attende che il ministero della Giustizia invii per la firma al Capo dello Stato un decreto di nomina, è avvenuta a Taormina davanti a imprenditori, economisti, politici di maggioranza e opposizione, e rappresentanti del governo. 
Pietro Grasso è stato chiamato a discutere sulla sicurezza, e in particolare sul ruolo della magistratura e delle forze dell'ordine riferito al ''mercato globale'' in cui ''occorre debellare il sistema criminale che trova alimento nella società e nell'insufficiente sviluppo economico''.

Un progetto di sicurezza - portato avanti dal ministero dell'Interno con fondi comunitari -, che aiuterà lo sviluppo economico, è stato illustrato dal prefetto Luigi De Sena, vice capo della polizia. L'incontro è stato moderato dal ministro Giulio Tremonti e attorno al tavolo sono stati fatti sedere, per commentare e valutare i ''mancati'' sviluppi economici del meridione, fra gli altri anche Enrico Letta, della Margherita, il ministro Gianfranco Miccichè, l'ex presidente del consiglio Giuliano Amato, l'ex ministro dell'Interno Enzo Bianco. E poi ancora il leader della Cgil, Giglielmo Epifani, il vice presidente di Confindustria, Ettore Artioli ed il presidente della Rai, Claudio Petruccioli.

Il neo procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha lanciato la proposta di una partecipazione delle classi dirigenti ad una economia legale, coinvolgendo politici e imprenditori, chiamati a ''saldare un patto'' sulla ''convenienza della legalità piuttosto che sfruttare la connivenza con l'illegalità''. Parlando alla platea di economisti, uomini d'affari, ministri e politici, Grasso ha ricordato che le ''infiltrazioni nell'economia legale svuotano di contenuti essenziali la libertà di mercato, la libera concorrenza, la democrazia dei rapporti economici''.
Un peso considerevole è stato rivolto alla magistratura e alla forze dell'ordine che ''proseguiranno ad impegnarsi, come punto di riferimento, nel fornire sicurezza a tutto il sistema imprenditoriale''.

Esempi di iniziative contro le estorsioni messe in atto da imprenditori a Palermo sono stati riportati da Grasso, il quale ha ricordato che negli ultimi tempi molti titolari di attività economiche e commerciali hanno iniziato a denunciare ai magistrati le richieste del pizzo imposto dai boss.
Come pure le iniziative dei giovani contro il racket, i quali, oltre a tappezzare la città di adesivi in cui si diceva di non pagare il pizzo, hanno lanciato anche una campagna di moralizzazione, invitando la gente ad acquistare prodotti solo nei negozi in cui i commercianti non si piegano alle richieste di estorsione. Iniziative che potrebbero essere allargate anche in altre regioni. [La Sicilia]

- ''Manovre nel Csm per escludermi dall'Antimafia''. Intervista di Ettore Boffano a Gian Carlo Caselli (la Repubblica)

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18 ottobre 2005
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