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La Procura di Catania riapre l'inchiesta sul suicidio sospetto del giovane Carmelo Castro

Il giovane 19enne morì nel carcere catanese di Piazza Lanza nel 2008. Era stato arrestato con l'accusa di rapina

12 gennaio 2011

"La Procura di Catania ha deciso la riapertura delle indagini sulla morte di Carmelo Castro, e questa è una buona notizia".
Ad annunciarlo è Patrizio Gonnella, presidente dell'Associazione Antigone, che con la famiglia del ragazzo di 19 anni, morto il 28 marzo del 2008 nel carcere di Piazza Lanza ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Catania affichè "sia fatta luce - dice Gonnella - su una morte dai molti dubbi". "Ora - ha aggiunto il presidente di Antigone - speriamo che siano ascoltati i familiari del giovane catanese e che si indaghi su quanto accaduto in quelli che abbiamo definito tre giorni di buio carcerario".

Carmelo Castro, 19 anni, incensurato fu trovato cadavere in una cella del carcere di Catania quattro giorni dopo l'arresto con l'accusa di avere rapinato una tabaccheria. Secondo la versione ufficiale la morte avvenne per "asfissia da impiccamento", ma i familiari non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio.
L'inchiesta - che allo stato è conoscitiva e senza indagati - è stata aperta dal procuratore aggiunto di Catania, Giuseppe Toscano, che ha affidato il fascicolo alle sostitute Assunta Musella e Miriam Cantone. Secondo quanto si è appreso, la magistratura vuole accertare se ci sono particolari da chiarire nel decesso del giovane.
L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia della madre del diciannovenne, Graziella La Venia: "Voglio sapere la verità e voglio giustizia - ha detto la donna - mio figlio non può essersi suicidato. Non so cosa è successo e lo voglio sapere". Il legale della famiglia Castro, l'avvocato Vito Pirrone, ha presentato un esposto nel quale ha evidenziato quelli che ha definito "eclatanti contraddizioni e lacune nell'indagine" e "circostanze che non sono state debitamente approfondite".
Tra i dettagli da chiarire, secondo il penalista, l'assenza di immagini di sorveglianza in prigione, chi ha distribuito il cibo in carcere, visto che il 19enne avrebbe preso un'abbondante pasto prima di suicidarsi, e anche sui letti a castello delle celle che hanno un'altezza massima di un metro e settanta centimetri, e Castro era più alto di cinque centimetri e non avrebbe potuto impiccarsi con il suo lenzuolo alla sua branda. [Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it]

- "Mio figlio non si è tolto la vita in carcere" (Guidasicilia.it, 05/01/11)

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12 gennaio 2011
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