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La protesta delle tute blu di Termini ha funzionato

I sindacati convocati dal Ministero dello Sviluppo Economico il 24 marzo per un tavolo di confronto

16 marzo 2011

Hanno bloccato l'autostrada marciando per 14 Km lungo la A19 fino al municipio di Termini Imerese, poi hanno occupato il porto mandando in tilt i servizi, quindi si sono diretti in stazione paralizzando il traffico ferroviario per alcune ore.
Ieri, dopo una lunga tregua, a Termini Imerese gli operai della Fiat sono tornati a protestare come fecero nel 2002, quando bloccarono tutto quello che potevano: anche in quel caso l'obiettivo era quello di salvare la fabbrica che il Lingotto aveva deciso di chiudere.
I numeri non sono stati quelli di nove anni fa, ma i circa 300-400 lavoratori, che hanno partecipato ai presidi, hanno ottenuto quello che volevano: una convocazione al ministero per conoscere i progetti che dovrebbero rilanciare l'area industriale. Il dicastero, guidato da Paolo Romani, ha convocato i sindacati per il 24 marzo.
Si discuterà delle sette-otto proposte vagliate dall'advisor Invitalia e inserite nell'accordo di programma firmato a febbraio dal governo con la Regione siciliana, il comune termitano e il Consorzio industriale. Investimento complessivo, 450 milioni di euro. Di quei progetti, Fim Fiom e Uilm, spinti dagli operai a ritrovare l'unità d'azione dopo mesi di gelo, vogliono conoscere i dettagli.

"Anche se da quello che finora è emerso - dice il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone - nessuno sembra all'altezza di potere rimpiazzare la Fiat che non può abbandonare Termini Imerese dopo avere beneficiato di ingenti risorse pubbliche: l'azienda deve assumersi la propria responsabilità sociale, non basta mettere a disposizione lo stabilimento ai nuovi arrivati".
Fim, Fiom e Uilm chiedono garanzie e piani industriali "seri" per i 2.200 lavoratori della Fiat e dell'indotto. Per farsi sentire, ieri hanno organizzato uno sciopero. La mobilitazione doveva essere di 2 ore, ma durante l'assemblea nello stabilimento gli operai hanno forzato per le otto ore di astensione e i blocchi. Così in entrambi i due turni di lavoro gli impianti, dove viene assemblata la Lancia Ypsilon, si sono fermati.
Proprio mentre era in corso la protesta, i delegati sindacali hanno ricevuto la comunicazione di un ulteriore periodo di cassa integrazione che scatterà dal 21 aprile al primo maggio: si aggiunge ai giorni di fermo già previsti e così articolati: 1 aprile, 4 aprile, 11 aprile e 18 aprile.
Oggi i sindacati hanno incontrato il Prefetto, Giuseppe Caruso, e la commissione Attività produttive dell'Assemblea siciliana.
"Il tavolo del 24 marzo al ministero dello Sviluppo economico deve rappresentare il primo di un fitto calendario d'incontri coi sindacati e una delegazione di lavoratori per analizzare nei dettagli tutti i piani per la riconversione della Fiat di Termini Imerese. Se non sarà così, la tensione fra i lavoratori tornerà a salire". Questa la richiesta che i sindacati hanno rivolto al prefetto Caruso. A spiegarlo, in una nota, sono stati Mimmo Di Matteo, segretario provinciale Cisl Palermo e Giovanni Scavuzzo, segretario Fim Palermo, alla fine degli incontri in Prefettura e nella Commissione Attività produttive dell'Ars. "Esprimiamo apprezzamento per la sensibilità mostrata dal prefetto, che per sollecitare il coinvolgimento dei sindacati ha inviato una nota al ministero, da cui auspichiamo in tempi brevi una risposta positiva. Vanno chiariti i tempi di riconversione e come sarà collocato il personale sin dal 1 gennaio 2012, quando la Fiat cesserà il rapporto di lavoro". "Vogliamo sapere poi - hanno concluso - se esistono, oltre a quelle delle sette aziende dell'accordo, altre realtà imprenditoriali che hanno mostrato interesse nei confronti dell'area di Termini Imerese".

Nei locali dell'assessorato regionale per le Attività Produttive, questo pomeriggio si è tenuta invece una riunione, convocata dall'assessore Marco Venturi, per parlare dell'importanza delle infrastrutture per il rilancio produttivo del settore industriale a Termini Imerese del dopo Fiat. Presenti alla riunione alcuni rappresentanti dell'assessorato regionale Economia, della Provincia regionale di Palermo, del Comune di Termini Imerese, di Rete Ferroviarie Italiane, di Anas, del Consorzio Asi di Palermo e dell'Autorità Portuale di Palermo.
"Il rilancio produttivo del settore industriale nel territorio di Termini Imerese - ha detto l'assessore Venturi - passa dalla realizzazione di importanti opere infrastrutturali quali il collegamento stradale e ferroviario con la zona industriale e il completamento del porto. Sul bilancio della Regione sono già disponibili 150 milioni di euro per la realizzazione di queste opere". "L'incontro di oggi è stato convocato - ha spiegato Venturi - per verificare lo stato di avanzamento delle proposte progettuali da realizzare per rendere appetibile l'area industriale di Termini Imerese in considerazione dell'addio di Fiat alla Sicilia, previsto per il 31 dicembre 2011. Poiché le risorse finanziarie pari a 150 milioni sono disponibili nel bilancio della Regione - prosegue l'assessore -, ora abbiamo la necessità di sapere quali infrastrutture vengono ritenute fondamentali, in quanto tempo possono essere realizzate e quanti soldi occorrono. E' necessario accelerare questo iter per non farci trovare impreparati. Alla fine di quest'anno, quando Fiat andrà via, dovremo rendere l'area di Termini competitiva in base alle richieste del mercato".
Nell'ambito del rilancio dell'area industriale di Termini Imerese la Regione ha sottoscritto, il 16 febbraio scorso, l'accordo di programma al ministero dello Sviluppo economico che prevede, a fronte di un investimento totale di circa un miliardo di euro da parte di privati, una copertura con risorse pubbliche pari a 450 milioni. Di questi circa 350 sono a carico della Regione (150 per le infrastrutture, appunto, e 200 per gli incentivi agli investimenti) e 100 dello Stato.

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ing, AGI]

 

 

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16 marzo 2011
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