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La protesta sul tetto che scotta...

A Termini Imerese, a Palermo e a Trapani: si moltiplicano le proteste dei lavoratori siciliani, preoccupati per il loro destino

20 gennaio 2010

I sedici lavoratori della Delivery Email, saliti ieri sul capannone della Fiat di Termini Imerese, hanno passato la prima notte all'addiaccio. Gli operai hanno ricevuto le lettere di licenziamento in seguito alla decisione della Fiat di riassorbire le attività di pulizia dei cassoni per la raccolta dei materiali finora assegnata in appalto e gestita dalla ditta Delivery.

I lavoratori si trovano a un'altezza di circa venti metri, hanno dormito in sacchi a pelo per terra, al freddo e al buio. E non intendono sospendere la protesta. "Rimarremo qui fino a quando non vedremo scritto nero su bianco che i nostri posti di lavoro sono salvi", ha detto Antonio Tarantino, che si trova sopra il capannone. I lavoratori hanno chiesto tende e materassi per potere affrontare in condizioni migliori la seconda notte all'addiaccio. Intanto i sindacati stanno cercando di aprire una trattativa con la Fiat, attraverso la mediazione della Prefettura di Palermo.
Gli operai sul tetto non intendono desistere. Colleghi e sindacalisti hanno cercato di convincerli a scendere. Il capannone è alto venti metri e rimanere lassù è molto pericoloso. Lo stabilimento della Fiat si trova vicino al mare, il vento soffia forte e quando scende la sera fa molto freddo, con temperature poco sopra lo zero. In mattinata sono attesi i familiari dei lavoratori. Mogli, figli e bambini si raduneranno davanti ai cancelli della fabbrica.
Ieri le tute blu della Fiat hanno sciopererato per un'ora in segno di solidarietà ai lavoratori della Delivery Email. L'astenzione è stata proclamata dalle Rsu Di Fiom Fim Uilm. Per il segretario della Uilm Palermo, Vincenzo Comella "non è comprensibile l'atteggiamento della Fiat, in quanto, gli indicatori sono di segno più sotto il profilo delle vendite,del fatturato ed azionario, mentre opera le gestioni aziendali come un'azienda in fase di ristrutturazione per crisi. In funzione di tali riflessioni serve subito un confronto vero con la Fiat, per capire i motivi di tali atteggiamenti".

Non solo Fiat... - Da ieri sera occupano gli uffici dell'Asp 6, l'azienda sanitaria provinciale di Palermo, e da oggi sono in sciopero della fame. Si tratta dei 14 soci della cooperativa Cosev che gestisce il centralino dell'ex Asl 6 in via Pindemonte. Il 28 febbraio scadrà definitivamente il loro contratto di lavoro, prorogato ormai da 5 anni. L'azienda ha fatto sapere che non lo rinnoverà. Tra i soci della cooperativa che hanno trascorso la notte negli uffici ci sono anche due invalidi civili e un ex detenuto.
A Trapani, invece, quattro operai sono sospesi a 20 metri di altezza, incatenati sopra una gru e minacciano di buttarsi nel vuoto chiedendo garanzie per il posto di lavoro. I quattro lavoratori rappresentano i 42 dipendenti dell'impresa S.c.s. che si occupa di operazioni portuali al porto di Trapani. La società ha comunicato ieri ai sindacati che intende avviare le procedure di licenziamento. Gli operai sono già in cassa integrazione. Tutto dopo che nel 2008 fu rilasciata una nuova autorizzazione ad una impresa portuale che però non solo non ha apportato nuovi traffici e movimentazioni nello scalo ma utilizza il proprio personale. "Chiediamo al ministero dei Trasporti di verificare la regolarità delle autorizzazioni rilasciate dall'autorità marittima - dice Nino Napoli, segretario Fit Cisl Portuali - e alle istituzioni locali, provinciali e regionali, di trovare soluzioni per la salvaguardia dei 42 posti di lavoro in una terra come la Sicilia che paga già un alto prezzo legato alle tante vertenze occupazionali sorte dopo la crisi economica. I lavoratori non si fermeranno e protesteranno fino a che non otterranno risposte".

[Informazioni tratte da ANSA, La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing]

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20 gennaio 2010
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