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La pubblicista etica e seria merita la galera

20 giorni di carcere ad una giornalista pubblicista di Enna che non ha voluto rivelare la fonte della propria notizia

14 ottobre 2011

Giulia Martorana, giornalista pubblicista di 51 anni, è stata condannata dal giudice monocratico di Enna a 20 giorni di carcere, pena sospesa, per favoreggiamento nei confronti di persona che ha violato il segreto d'ufficio. La cronista, che collabora con l'agenzia di stampa Agi e con il quotidiano La Sicilia, aveva scritto articoli su una vicenda di violenze sessuali su due sorelline minorenni, nel 2008, ipotizzando che oltre a un indagato arrestato vi fossero altri indagati. Il pm voleva sapere chi le avesse detto che vi erano altre persone coinvolte nell'indagine. Martorana sarebbe stata condannata in quanto pubblicista e non giornalista professionista e quindi tenuta a rivelare la fonte. Martorana è indagata in un altro procedimento con la stessa ipotesi di reato.

Giulia Martorana ha così commentato la condanna: "Non appartengo alla schiera di chi si scaglia contro i magistrati per una sentenza o un'inchiesta sgradita. Il giudice ha applicato, se pure con molto rigore, una norma che non consente ai giornalisti pubblicisti di avvalersi del segreto professionale. Spero che questa vicenda serva a far aprire un dibattito sull'etica del giornalista e sulla sua tutela estendendo il segreto professionale anche ai pubblicisti che sono la categoria grazie alla quale, ogni giorno escono i quotidiani in tutta Italia, e impegnati in quotidiani, radio e tv come collaboratori in realtà spesso difficili".

Solidarietà alla giornalista è arrivata dalla Fnsi e dall'Associazione siciliana della stampa, che "profondamente preoccupati e rammaricati giudicano ingiusta e incomprensibile la condanna a 20 giorni di carcere della cronista Giulia Martorana, riconosciuta colpevole di avere dato una notizia vera e di avere rispettato le regole deontologiche della professione, rifiutando correttamente di rivelare la fonte della notizia stessa". "La sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Enna - continua la nota - ripropone con forza il problema del doppio binario della professione giornalistica e della divisione, ormai anacronista, dei giornalisti tra professionisti e pubblicisti. Negare ai giornalisti pubblicisti le tutele deontologiche della professione mette in serio pericolo la libertà di informazione e il diritto costituzionale dei cittadini di essere correttamente informati. Il sindacato dei giornalisti sosterrà la collega Martorana in tutte le sedi".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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14 ottobre 2011
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