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La Pubblicità anima della Giustizia? La ricetta dell'ex Guardasigilli Castelli per riprendere le sorti delle procure siciliane

03 novembre 2006

Quanto è accaduto nella Procura di Catania è ormai storia nota, la riassumiamo brevemente così da fare il punto di quella che è una situazione paradossale e grave, e che in un certo modo ci può dare la misura dello stato di salute della nostra Giustizia. La scorsa settimana undici pm della procura etnea hanno consegnato le proprie dimissioni a causa delle gravissime disfunzioni materiali che dominano in Procura e che rendono impossibile la loro attività, per dirla in parole molto più semplici, prima la Procura di Catania si è trovata impossibilitata nel fare fotocopie per la mancanza di carta e di cartucce di inchiostro, ora si è ritrovata ''appiedata'' perché mancano i fondi da impiegare per la manutenzione delle automobili e per la più elementare fornitura di benzina. Non solo, visto i grossi debiti che la Procura ha già contratto con meccanici, gommisti ed elettrauti, questi non hanno più intensione di fargli credito.

Mario Busacca, procuratore della Repubblica ad un mese dalla pensione, dunque, si è trovato sul tavolo le dimissioni in blocco di undici componenti della direzione distrettuale antimafia che, con un documento inviato anche al ministero di Grazia e Giustizia, hanno rassegnato il mandato denunciando ''le gravissime disfunzioni che hanno determinato una situazione ormai insostenibile''.
Busacca ha avuto parole dure per l'oggettivamente insostenibile situazione alla quale è costretta una delle Procure più importanti della Sicilia: ''E' questo l'ennesimo segnale e la conferma che c'è uno smantellamento totale della volontà di rendere possibile ed efficace la giustizia. Questo salda un pezzo di ragionamento che è stato fatto nella legislatura precedente e al quale non si è posto rimedio. Penso in primis all'attacco alla magistratura avvenuto da parte della criminalità organizzata, da Cosa Nostra, ma penso anche all'attacco sistematico scatenato attraverso la delegittimazione dei magistrati. Una delegittimazione che passa anche attraverso la negazione degli strumenti indispensabili per lavorare. Insomma, pare evidente che con la riforma dell'ordinamento giudiziario non si voleva riformare la giustizia ma, piuttosto, si puntava a punire i magistrati''.

E dal capo del Dipartimento per l'Organizzazione Giudiziaria del Ministero della Giustizia, Claudio Castelli, è arrivata una proposta, oseremmo dire alquanto bislacca, per rimettere in sesto la situazione della procura etnea: quella di ricorrere agli sponsor privati per far funzionare gli uffici giudiziari.
''Il mio livello di fantasia non riesce a raggiungere questi livelli, ma forse è un'insufficienza mia...'', ha commentato Mario Busacca. ''Certo bisognerebbe conoscere meglio l'iniziativa - ha osservato Busacca - ma resta difficile da immaginare di eseguire un'operazione con degli spot, con un ordine di arresto emesso grazie a una certa ditta che produce toner su una carta di un'altra famosa azienda o che gli arrestati andranno in un carcere recentemente ristrutturato da quella famosa società edile...''.

Bisogna comunque ricordare che quella di Catania non è l'unica situazione critica in Sicilia. La grave condizione economica in cui versa la procura di Palermo viene denunciata dal procuratore di Palermo, Francesco Messineo, il quale nelle scorse settimane ha già fatto presente al ministero della Giustizia, Clemente Mastella, l'indebitamento degli uffici giudiziari del capoluogo siciliano.
Il capo della Dda fa un esempio: ''Per le fotocopie - dice - abbiamo avuto da parte dello Stato un taglio brutale dei finanziamenti e tutto ciò ci porta ad un forte indebitamento. Finiamo al punto che più lavoriamo e più ci indebitiamo''. La situazione è grave anche per la benzina delle auto di scorta e per le riparazioni delle ''blindate''.
A proposito dell'ipotesi degli spot, però, Messineo è meno perplesso: ''Se può servire ben venga anche se, allo stato, non vedo come la proposta potrebbe essere attuata. Vediamo che evoluzione avrà lo studio dell'idea. Certo, se si riuscisse a realizzarla e fosse utile non avrei nulla in contrario''.

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03 novembre 2006
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