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La ''rabbia libica'' non si placherà fino a quando l'Italia non cederà il ''giusto risarcimento''

21 marzo 2006

Altre Bengasi o attentati in Italia. È quanto rischia il nostro Paese secondo il leader libico Muammar Gheddafi che ieri ha rilasciato un'intervista a SkyTg24 nella quale è tornato a parlare della ''rabbia libica'' nei confronti degli italiani che solo un adeguato risarcimento potrà disinnescare.
L'attentato al nostro consolato, avvenuto un mese fa a Bengasi per Gheddafi è ''dipeso dalla gente normale non dal governo. I libici esprimono quello che hanno nel petto''. Non solo. ''I servizi di sicurezza - ha proseguito il Colonnello - hanno anche esagerato nella protezione del consolato italiano'' tanto che ''la protezione del console e dei suoi famigliari ha portato anche la morte di qualche cittadino libico''. ''Ciò spiega quanta rabbia sia stata accumulata dai libici. Quelli che hanno preso parte a quei fatti non sono estremisti, ma cittadini comuni''.

La soluzione è sempre la stessa: ''Una volta che avverrà il risarcimento concordato si girerà pagina''. Anche se la Libia non vuole ''ostilità'' con Roma per Gheddafi ''è l'Italia di allora che è responsabile di quello che è avvenuto. Noi auspichiamo che ci sia un rapporto schietto di amicizia. Se non tenessimo a questo rapporto avremmo lasciato andare le cose nella stessa maniera di prima, nell'inimicizia''.
''Noi - ha aggiunto - auspichiamo di arrivare a quello che abbiamo concordato nella dichiarazione sottoscritta dai due paesi'' per cui ''la palla sta nella metà campo italiana''.

Quanto agli esiti delle prossime elezioni, la Libia è pronta a collaborare con chiunque ne esca vincitore. ''Silvio Berlusconi e Romano Prodi sono entrambi amici miei - ha detto in proposito il leader libico - però malgrado l'amicizia ed il rispetto per Berlusconi e gli incontri amichevoli che ci sono stati tra noi, non c'è stata un'azione materiale per risolvere i problemi''. E se ''è vero che l'Italia è sempre stata al fianco della Libia nelle assisi internazionali, da Loockerbie ad altre questioni'' per il Colonnello ''se in Italia andasse al potere un governo che risarcirà il popolo libico, di certo accetteremo ciò ben volentieri''.

''Le intimidazioni e le minacce nemmeno troppo velate di Gheddafi non ci spaventano''. E' stata questa l'immediata replica del Ministro degli Esteri, Gianfranco Fini. ''Abbiamo detto di volerci lasciare definitivamente alle spalle il retaggio coloniale nei rapporti italo-libici: questa posizione manteniamo con chiarezza e trasparenza. Ci attendiamo quindi - ha aggiunto Fini - analoga coerenza dal leader libico, per quel che riguarda tanto il contenzioso relativo al passato quanto quello relativo a crediti delle imprese italiane e a visti per i nostri connazionali''.
''Prefigurare ulteriori momenti di tensione e scenari inquietanti - ha concluso il Ministro - contrasta invece in maniera evidente con la volontà più volte ribadita dal Colonnello Gheddafi di contribuire a migliorare ulteriormente i tradizionali rapporti di amicizia italo-libici''.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estera

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21 marzo 2006
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