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La ragazza del Cavaliere...

Berlusconi: "In tutta la mia vita non ho mai pagato donne... Tra l'altro, dalla mia separazione, ho una relazione stabile"

17 gennaio 2011

"Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona, alcuni Pubblici Ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto".
Sabato scorso, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha affidato ad un comunicato le proprie dichiarazioni in merito al "caso Ruby". "Sono stati intercettati per mesi - ha aggiunto - in maniera sistematica, tutti coloro che hanno osato varcare il cancello della mia residenza privata di Arcore, come se essere ospiti del Presidente del Consiglio costituisse di per sé un grave indizio di reato". "Nonostante un imponente apparato investigativo degno di ben altro tipo di indagine e avviato a dispetto di una palese incompetenza funzionale e territoriale - ha sottolineato il premier - i Pm milanesi alla fine hanno raccolto soltanto chiacchiere e conversazioni private senza alcuna rilevanza penale. Hanno ugualmente proceduto in spregio a ogni norma, a ogni codice, a un utilizzo equilibrato degli strumenti giudiziari, mettendo in atto perquisizioni e trattamenti inaccettabili nei confronti di persone considerate semplicemente 'a conoscenza dei fatti'". "Ci troviamo - ha concluso - di fronte all'ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica. Ma questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica. Questa ulteriore macchinazione giudiziaria per quanto possente e ampliata dal solito circuito mediatico, non riuscirà a fermarci e a distoglierci dal nostro impegno di cambiare il Paese. Anche questa volta non ce la faranno".

Secondo quanto emerso dagli ambienti investigativi, per le feste che si tenevano nella residenza brianzola del premier si seguiva quello schema già descritto per i festini in Sardegna da Patrizia D'Addario. Nel quartiere di Milano 2, fanno osservare gli investigatori, stazionavano una decina di ragazze che, se chiamate, partecipavano alle feste. Poi c'era chi tornava a casa e chi si fermava per la notte. Nulla di nuovo, fanno osservare gli inquirenti, solo il metodo D'Addario ripetuto.
Mentre sul pc sequestrato ad ottobre a Ruby Rubacuori non sono stati trovati né filmati né immagini "compromettenti" e quindi di particolare rilevanza ai fini delle indagini.

E dopo il 'fallimento' della perquisizione tentata nei giorni scorsi negli uffici di Giuseppe Spinelli, il tesoriere storico della famiglia Berlusconi, che si è opposto all'attività della polizia giudiziaria spiegando che i suoi uffici rientravano nella segreteria politica di Silvio Berlusconi, i magistrati milanesi attendono ora una risposta dalla giunta per le autorizzazioni della Camera.
Tutti gli atti, si apprende negli ambienti investigativi, sono stati inviati al segretario generale della Camera affinché la giunta prenda una decisione. Ma sulla base anche dell'esperienza degli anni passati, gli inquirenti sono propensi a ritenere che il 'via libera' da loro atteso sarà invece negato e non in tempi celeri.
Che gli uffici dove si trovava Spinelli rientrassero nella segreteria politica di Silvio Berlusconi gli investigatori non se lo aspettavano. Erano pronti a scommettere, si è appreso l'altro ieri, che ci sarebbe stata qualche contestazione su particolari fascicoli o documenti. Ma che venisse loro mostrata una targhetta che faceva chiaramente riferimento all'attività politica del premier in quei locali, questo non se lo aspettavano.

Presente ad una convetion sul lavoro a Messina, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a chi glielo ha chiesto ha liquidato la vicenda del "caso Ruby" con pochissime parole: "Rimarranno delusi i giornalisti se da me si attendono chissà quali polemiche, chissà quali invettive a proposito delle nuove tristi vicende che riguardano il presidente del Consiglio e che campeggiano su tutti i giornali di oggi. Siamo qui per parlare di altro".
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non si lascia sfuggire una osservazione: "Io non voglio parlare di magistratura che fa il suo mestiere ma una minorenne dovrebbe andare a scuola non a cena, per così dire, dai vecchi ricconi". Per Bersani, "una minorenne non dovrebbe girare con delle migliaia di euro in tasca, non dovrebbe essere buttata fuori da una questura, un luogo delle istituzioni, per essere riconsegnata un'ora dopo ad una prostituta perché una minorenne è una minorenne a prescindere dal fisico che ha e da quello che ha in testa e va tutelata. In questo momento noi ci vergognamo davanti al mondo e se sopportiamo anche questo il mondo fa bene a vergognarsi di noi".
E se il Pdl continua a far quadrato intorno al presidente del Consiglio, l'Idv si domanda perché Maroni resta in silenzio. L'invito al ministro dell'Interno a riferire in Parlamento arriva dal portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando. "Maroni chiarisca in Parlamento la sua posizione: è grave e imbarazzante il suo silenzio". E spiega: "Ci sono diversi documenti dai quali emerge che il rilascio della minorenne marocchina avvenne illegalmente e dopo un indebita pressione sulla questura di Milano. Sono state confermate le parole del pm dei minori, Annamaria Fiorillo. Quanto disse Maroni alla Camera è in netto contrasto con i dati inconfutabili che emergono oggi dall'inchiesta milanese".
Questa vicenda "si rivelerà una bolla di sapone", dice Daniele Capezzone, portavoce Pdl, ma "intanto, ed è questo l'aspetto più pericoloso, è partita la jihad mediatica, la guerra santa del solito network della disinformazione che ha l'obiettivo di colpire l'immagine di Silvio Berlusconi e di chiunque gli sia vicino, anche a costo di ferire l'immagine internazionale dell'Italia".

Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè, "la nuova indagine della Procura di Milano sul Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è vomitevole". "Fds è per una pacificazione dei poteri dello Stato, lavoriamo per questo -  ha aggiunto -. C'é infatti una guerra aperta mossa da un potere forte dello Stato contro un altro potere, una guerra spietata, senza vergogna e vergognosa contro Berlusconi".

Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, invita Berlusconi a non attaccare la magistratura a seguito dei nuovi sviluppi del 'caso Ruby'. "Capisco che Berlusconi si arrabbi, ma meglio lasciar perdere. Lasci stare la magistratura. Tanto di voti ne ha già fin troppi", ha detto Bossi. In ogni caso, "scelga lui" se presentarsi o meno alla magistratura. Poi ha spiegato che "più va avanti questa storia dei magistrati e più fanno un favore a Berlusconi". Bossi interviene quindi sulla possibilità di un ritorno anticipato alle urne a causa delle pressioni sul premier: "Prima dobbiamo fare il federalismo. Ma certo che se Berlusconi si sente così minacciato potrebbe accelerare la corsa verso il voto". A margine dell'inaugurazione di una nuova sezione del partito a Lonato Pozzolo, il senatùr ha detto che "se fossimo andati prima al voto, non sarebbero avvenuti tanti pasticci. Avremmo già fatto le elezioni e le avremmo già stravinte". Ma il 'caso Ruby', ci tiene a precisarlo, non minaccia la sopravvivenza del governo. "No, il governo no", ha detto Bossi a chi gli chiedeva di un rischio di caduta per l'esecutivo. "Purtroppo o per fortuna sua queste vicende fanno guadagnare voti a Berlusconi", ha aggiunto. "La gente con queste vicende inizia a pensare che sia veramente perseguitato".

Il premier è tornato a difendersi anche ieri sera con un video messaggio mandato ai Promotori della Libertà e ripreso dai Tg. Nel video, registrato da Arcore, Silvio Berlusconi attacca i giudici parlando di una "volontà persecutoria dei giudici", di accuse infondate e risibili. "Non ho mai pagato una donna in vita mia" sostiene il premier, che scagiona anche Fede, Lele Mora e la consigliere regionale Nicole Minetti.
Ma vediamo cosa ha detto il Cavaliere...
ATTACCO AI GIUDICI - "Si è trattato di una gravissima intromissione nella mia vita privata da parte dei giudici, inaccettabile la diffusione di conversazioni private [...] Non si può andare avanti così. Non è un Paese libero quando alcuni magistrati conducono battaglie politiche contro chi ha cariche pubbliche. Si tratta di una casta di privilegiati, che può commettere ogni abuso. Occorre fare immediatamente le riforme, tra cui quella della giustizia". "E' inaccettabile che si facciano perquisizioni a persone nelle loro case alle 7 di mattina. Non si possono trattare persone alla stregua di malfattori impiegando più di 100 uomini, un impiego di forze che è degno di una retata contro la mafia". "A questi Pubblici Ministeri non è evidentemente piaciuto il voto di fiducia del 14 dicembre tanto che, subito dopo, mi hanno iscritto nel registro degli indagati. A quegli stessi Pm non è piaciuta nemmeno la decisione della Corte Costituzionale al punto che, il giorno successivo alla sentenza della Consulta, con una tempistica perfetta, hanno reso pubbliche le loro indagini".
Si tratta "di una intromissione nella vita privata delle persone", ha ribadito il presidente del Consiglio, che fra l'altro ha voluto precisare: "Dopo la mia separazione, ho un rapporto stabile con una donna". "Non avrei mai voluto dirlo per non esporla mediaticamente: ma chiuso il matrimonio, ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona". Questa stessa persona "che ovviamente era assai spesso con me, anche - sottolinea - in quelle serate e che certo non avrebbe consentito che accadessero a cena, o nei dopo cena, quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato".

L'INCHIESTA - Berlusconi è entrato anche nei particolari delle accuse. "Il dirigente della Polizia che sarebbe stato 'concusso' nega di esserlo mai stato, e la persona minorenne (Ruby ndr) nega di aver mai avuto avances né tantomeno rapporti sessuali e afferma di essersi presentata a tutti come ventiquattrenne, fatto avvalorato da numerosissime testimonianze".
"E' gravissimo che, trascorsi 15 giorni non abbiano mandato gli atti di queste indagini al Tribunale dei Ministri come prescrive la legge". "E' gravissimo, inoltre, che abbiano tentato di accedere ai locali della mia segreteria politica, per ricercare poi chissà cosa, visto che sostengono di avere prove così evidenti da poter richiedere addirittura il giudizio immediato".
Il premier si riferisce alla mancata perquisizione nell'ufficio del ragionier Giuseppe Spinelli, che da trent'anni cura i conti delle holding del Cavaliere. Per i pm, è l'uomo che consegnava alle ospiti di Berlusconi le buste con i contanti.
MAI PAGATO DONNE - "Non c'è mai stata, lo ripeto, 'mai' alcuna correlazione fra denaro e prestazioni sessuali". "La mia vita di imprenditore mi ha insegnato quanto sia difficile affermarsi per una persona giovane, soprattutto agli inizi, perciò, quando posso cerco di aiutare chi ha bisogno. In particolare, conosco il mondo dello spettacolo e so cosa vuol dire e cosa succede a chi cerca di lavorare in quell'ambiente". "Nel corso della mia vita ho dato lavoro a decine di migliaia di persone e ne ho aiutate a centinaia. 'Mai' in cambio di qualcosa se non della gratitudine, dell'amicizia e dell'affetto. E continuerò a farlo. E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. E' una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. E' una cosa che considererei degradante per la mia dignità". "A me piace stare con i giovani, mi piace ascoltare i giovani, mi piace circondarmi di giovani. Alcune di queste persone - osserva - le conosco da diversi anni, altre da meno tempo, ma di molte conosco la situazione di disagio e di difficoltà economica. Le ho aiutate in certe occasioni e - rivendica - sono orgoglioso di averlo fatto. Ho dato spesso incarico ai miei collaboratori di aiutarle per la loro casa, per le cure mediche, per l'educazione dei loro figli".

LA DIFESA DEGLI ALTRI INDAGATI - "Sono destituite di ogni fondamento le accuse a Emilio Fede, a Lele Mora, e a Nicole Minetti". "Emilio Fede è un amico carissimo da sempre". "Lele Mora - prosegue - lo conosco da molti anni per il suo eccellente lavoro a Mediaset. L'ho aiutato in un momento di grande difficoltà economica e di salute e sono orgoglioso di averlo fatto. So che, quando potrà, mi restituirà - osserva - quanto gli ho prestato". Quanto alla consigliera regionale Nicole Minetti "è una giovane donna brava e preparata che sta pagando ingiustamente il suo volersi impegnare in politica".

Intanto, è attesa in giornata l'apertura del plico inviato venerdì scorso alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che contiene gli atti dell'indagine su Silvio Berlusconi e Ruby. Il plico contiene non solo il decreto con cui si chiede il via libera per perquisire l'ufficio di Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia del premier, alla ricerca di eventuali tracce di pagamenti alle giovani ragazze ospiti ai festini ad Arcore e a chi le avrebbe reclutate, ma anche le oltre 300 pagine, tra invito a comparire e allegati, con le "fonti di prova" che per l'accusa proverebbero che il presidente del Consiglio non ha solo commesso il reato di concussione ma anche quello di prostituzione minorile per presunti atti sessuali con Ruby: intercettazioni, analisi dei tabulati e delle celle telefoniche, testimonianze e pare anche documenti di versamenti di denaro, e altre prove che dovrebbero essere "schiaccianti".
Il Cavaliere non sembra intenzionato a presentarsi dai pm di Milano che l'hanno convocato per il prossimo fine settimana. Ufficialmente non è stato deciso nulla, ma l'orientamento della difesa sarebbe quello di evitare, al momento, un interrogatorio davanti a chi lo accusa di concussione e prostituzione minorile per la vicenda di Ruby.
Dopo il videomessaggio con il quale ha respinto gli addebiti muovendo accuse all'operato dei pm di Milano, quale sarà la prima contromossa "giudiziaria" del premier che venerdì ha ricevuto un invito a comparire in vista di una richiesta di giudizio immediato non si sa ancora con certezza. Con certezza invece si sa che in queste ore si sta studiando la strategia processuale per affrontare la nuova tegola giudiziaria. Una delle ipotesi è che presenti un legittimo impedimento per il 21, il 22 e il 23 gennaio le tre date alternative indicate dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno e dal pm Antonio Sangermano nell'atto di convocazione. In questo modo, si guadagnerebbe il tempo necessario per mettere a punto la tattica difensiva per cercare di "sfilare" il procedimento alla magistratura milanese in quanto - secondo il premier ed i suoi difensori - non avrebbe la competenza funzionale: il fascicolo, è la tesi degli avvocati del presidente del Consiglio che come lui respingono nel merito le accuse, in primo luogo doveva essere trasmesso subito, o comunque entro 15 giorni dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati (che risale al 21 dicembre scorso) al Tribunale dei Ministri, senza nemmeno effettuare alcuna attività di indagine come invece è stato fatto con le perquisizioni dell'altro ieri. Nel caso in cui il fascicolo non dovesse essere trasmesso al tribunale dei ministri e la Procura procederà con l'istanza di giudizio immediato (ritiene ci sia «l'evidenza della prova») la difesa dovrebbe proporre la questione della competenza al gip Cristina Di Censo. E se dovesse essere respinta impugnare in Cassazione l'ordinanza del giudice al termine del processo di primo grado, quando e se mai arriverà la sentenza.

Tra le prove "schiaccianti" contenute negli atti inviati alla Camera ci sarebbe una conversazione che risale alla scorsa estate tra Berlusconi e la Minetti: con lei che lo avvisa di un interrogatorio di Ruby e con lui che le avrebbe risposto di non essere allarmato perché "non potranno mai dimostrare che io sapevo che è minorenne". E di Ruby, che nei giorni scorsi ha firmato una sorta di dichiarazione giurata (ha riposto per iscritto a una serie di domande) inviata dalla difesa di Berlusconi, è ritornato a parlare il suo legale Massimo Dinoia: l'avvocato ha ripetuto che la giovane "non è assolutamente una escort e non ha mai avuto rapporti sessuali con il premier". E riguardo alla confessione fatta da lei a un'amica - "Mi pagano per tacere, mi pagano per parlare e ora sono diventata ricca" -, il legale ha precisato che la ragazza sta solo facendo serate.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Repubblica.it, Corriere.it]

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17 gennaio 2011
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