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La Regione sfida l'Ue sulla pesca al novellame

Per un anno intero via alla pesca professionale di "sardine" e "rossetto"

12 febbraio 2013

La Regione Sicilia "sfida" l'Unione europea e autorizza la pesca di novellame, vietata invece da Bruxelles. La Regione, con un decreto a firma dell'assessore Risorse Agricole ed Alimentari, Dario Cartabellotta, ha autorizzato a partire da ieri, e per 40 giorni consecutivi (dall'alba al tramonto), la pesca professionale di "sardine" e "rossetto" per tutto il 2013 nelle acque territoriali siciliane, "con esclusione della zona di mare compresa tra Capo Feto e la Foce del Pantano Longarini, compatibilmente con i periodi di interruzione tecnica dell'attività di pesca già programmati dai Consorzi di gestione della piccola pesca costiera".
La decisione è stata assunta "alla luce del conclamato stato di crisi del settore della pesca e al fine di implementare le conoscenze scientifiche sullo stato della risorsa alieutica, oggetto apposito progetto di ricerca, salvaguardando la tradizionalità, la storicità e la specificità territoriale dlela pesca speciale del novellame da consumo".
Lo scorso marzo il commissario europeo alla pesca, Maria Damanaki, aveva scritto una lettera allo scrittore Andrea Camilleri chiedendogli di togliere dal menù del commissario Montalbano il novellame (LEGGI).

Nella nota dell’Assessorato Risorse Agricole ed Alimentari si legge: "Alla luce del grave stato di crisi della pesca in Sicilia e della drammatica perdita di occupazione e di reddito avvenuta nel 2012, l’Assessorato Risorse Agricole ed Alimentari, guidato dall’Assessore Dario Cartabellotta, ha consentito la pesca professionale del novellame". "Il decreto coniuga - continua la nota - la salvaguardia dell’unico reddito dei piccoli pescatori e la tutela dell’ambiente di mare secondo le prescrizioni dell’Unione europea che nell’ultimo regolamento ha affermato il principio di regionalizzazione della pesca". "L’attività è esercitata da un numero limitato di imbarcazioni - sottolinea la nota - che non supera le n. 270 unità, che per dimensioni, abilitazione, oltre che tradizione, risultano essere l’anello più debole di una flotta regionale che supera, sia pure di poco, le n. 3.000 unità. Le unità coinvolte non superano per tonnellaggio le 10 TSL. La complessità dell’attrezzo, definito localmente "tartarune", coincidente con circuizione senza chiusura, fa si che lo stesso possa essere utilizzato da maestranze particolarmente esperte e che hanno ereditato la conoscenza dei fondali, delle correnti e delle condizioni biologiche della specie. Il tartarune deve avere un’altezza minore del fondo e quindi non toccare il fondale durante le operazioni di pesca: in tal modo si coniuga attività di pesca e sostenibilità ambientale".

"All’attività di pesca - prosegue la nota - si accompagna il progetto di ricerca "Studio e monitoraggio dello stato delle risorse di novellame di sardina, di rossetto e di cicerello", con l’obiettivo di definire compiutamente lo stato degli stock di sardina allo stato adulto. I pescatori sono obbligati a fornire settimanalmente i dati riguardanti le catture giornaliere in termini di quantità, località, numero di cale svolte ed ore di pesca. Prescindendo dalla condotta seguita nell’ultimo decennio, che ha visto la Regione autorizzare il prelievo di novellame in tutti i Compartimenti Marittimi dell’Isola (fino all’anno 2010), sia pure con alterne limitazioni riguardanti l’areale prospiciente Sciacca, il provvedimento autorizzativo non può non tener conto dei dati ufficiali esistenti, già in possesso dell’Unione Europea, relativi allo Stretto di Sicilia e che denotano con certezza uno stato di sofferenza della specie adulta". "Pertanto la pesca - conclude la nota - è autorizzata sul Mar Tirreno e sullo Jonio per soli 40 gg (non 60 come in passato). Giova ricordare che un Regio Decreto 11 maggio 1835 regolamentava la pesca del novellame. Quanto precede a dimostrazione che il prelievo di novellame da consumo per la nostra Regione è sempre stato esercitato, sia pur con delle prescrizioni, essendo da un lato fonte di reddito e dall’altro abitudine alimentare. Di notevole importanza appare la considerazione che tale attività venisse svolta in prossimità della costa ed in periodo invernale, con ciò riguardando piccole imbarcazioni (pesca artigianale locale) che, viste le condizioni meteo-marine avverse tipiche del periodo non avrebbero potuto esercitare altra attività. Quindi non solo pesca "storica" ma riferita ad un target di imprese di minuscola dimensione".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Adnkronos/Ign, SiciliaInformazioni.com]

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12 febbraio 2013
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