La Regione sospende l'accreditamento alla clinica Gibiino di Catania
E' uno dei primi provvedimenti della Regione Siciliana originati dal caso Nicole
A partire da ieri - e per 90 giorni -, la Regione Siciliana ha sospeso l'accreditamento limitatamente ai ricoveri finalizzati al parto nella clinica Gibiino di Catania.
E' una delle prime conseguenze del caso Nicole, la neonata deceduta la notte dello scorso 12 febbraio su un'ambulanza diretta all'ospedale di Ragusa per mancanza di posti nelle Utin (Unità di terapia intensiva neonatale) degli ospedali del capoluogo etneo.
Numerose le irregolarità riscontrate nell'ispezione congiunta Regione, ministero della Salute e Nas (il Nucleo antisofistazione dei carabinieri) del 16 febbraio. Secondo gli ispettori siciliani non sono state superate con la memoria 'difensiva' della clinica.
ll provvedimento è stato firmato dal dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico Ignazio Tozzo e dell'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino e prevede la "sospensione dalla data oggi e per 90 giorni dell'autorizzazione sanitaria e dell'accreditamento istituzionale alla casa di cure Gibiino limitatamente alle attività di assistenza al parto in regime di ricovero", si legge testualmente nel documento.
La casa di cura, spiega in una nota la Borsellino, deve sospendere tutte le attività e indirizzare le gestanti attualmente ricoverate ad altre strutture abilitate curando il trasferimento dopo opportuna valutazione di ogni singolo caso sotto la vigilanza dell'Asp di Catania.
Alla struttura sono assegnati termini perentori per una serie di adempimenti: entro 30 giorni dovrà far avere al Dipartimento regionale deputato al controllo un preciso piano per superare le criticità riscontrate ed entro dieci giorni dalla ricezione del piano l'assessorato valuterà il medesimo piano ed assegnerà i termini per il suo completamento.
"Questo è uno dei primi provvedimenti - ha affermato l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino - volti alla verifica dei requisiti delle strutture afferenti alla rete materno-infantile pubblica e privata accreditata. Nella fattispecie la clinica dovrà dimostrare di aver messo in assoluta sicurezza tutte le procedure sanitarie previste dalla legge". "Non si possono e non si devono - conclude l'assessore - fare sconti a nessuno sulla sicurezza del paziente in ambito sanitario".
Sono cinque le "contestazioni più gravi", così come sono state definite dalla Regione Siciliana, mosse alla clinica Gibiino.
1 - Innanzitutto, segnalano dall'assessorato, "la presenza insufficiente di pediatri-neonatologi, essendo solo due i medici contrattualizzati in regime libero professionale e dunque non in grado di garantire l' assistenza ordinaria e quella in emergenza come disposto dalla legge".
2 - Contestata anche "l'inesistenza di una cartella clinica della piccola Nicole per il trasferimento ad altra struttura: la bambina sarebbe stata accompagnata solo da una relazione manoscritta dal contenuto del tutto insufficiente".
3 - La Regione ritiene fosse "inadeguata l'ambulanza utilizzata per il trasporto in emergenza dopo aver ritenuto di non richiedere quella del 118".
4 - L'assessorato ha rilevato anche quelle che ritiene "incongruenze nelle comunicazioni con il 118 e un buco temporale di un'ora nella decisione del trasferimento verso Ragusa inizialmente rifiutato".
5 - Infine, rilevata "l'inesistenza di una procedura codificata per il trasferimento del paziente in urgenza".
Sono nove gli indagati per il reato di omicidio colposo.
[Fonte: Lasiciliaweb.it]
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