La répétition
In un film di Catherine Corsini la storia di Louise e Nathalie, due amiche che si riincontrano dopo molti anni
La répétition
di Catherine Corsini
Siamo in zona amore saffico. Louise (Pascale Bussières) e Nathalie (Emmanuelle Béart) sono due amiche trentenni che, dopo una separazione di oltre dieci anni, si rincontrano.
Louise è odontotecnica. Nathalie è riuscita a coronare il sogno d'entrambe, è diventata attrice di teatro. Louise, per fare un favore all'amica da cui è affascinata, cerca di procurarle un provino con un regista prestigioso per la parte di Lulu.
Un'ottima scusa per introdursi sempre di più nella vita dell'amica. Si trasferisce da lei, l'assiste nel lavoro e non le lascia tregua.
La loro amicizia diventa un legame morboso e va da sé molto pericoloso.
Distribuzione: Sharada
Durata: 90'
Regia: Catherine Corsini
Con: Emmanuelle Béart, Pascale Bussières
Genere: Drammatico
La critica
di Roberto Nepoti (La Repubblica)
Film d'impianto teatrale, remotamente bergmaniano, La répétition ha un titolo che include due significati diversi e complementari. Da una parte si riferisce alle "prove" di uno spettacolo; dall'altra, alla coazione a ripetere le stesse situazioni, le medesime scene di vita reale: il genere di cose che, non riuscendo a superare i problemi fondamentali di una relazione passionale (la frustrazione, la gelosia), la porta gradualmente al fallimento.
A vent'anni Nathalie (Emmanuelle Béart) e Louise (Pascale Bussières) recitano nella stessa compagnia di dilettanti e sono grandi amiche. Ma la seconda, innamorata dell'altra senza osare confessarglierlo, tronca il rapporto. Dieci anni dopo le due donne si ritrovano ad Avignone: l'una è diventata un'attrice di successo, l'altra no. La passione ricomincia a preseguitare Louise.
Catherine Corsini realizza un film molto parlato, piuttosto colto, un saggio sul disordine affettivo ornato di nozioni psicanalitiche (vedi il gioco delle proiezioni e delle identificazioni) che, a un certo punto, si trasforma in melodramma di "amour fou".
Poi ci ripensa e va a parare in un finale tutto sommato ragionevole, all'insegna della massima francese "tout passe, tout lasse, tout casse", tutto passa, tutto stanca, tutto si rompe.
E così sia.