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La richiesta di rimborso per l'intervento alla prostata di Provenzano arrivò alla Asl 6 di Palermo dal Ministero della Salute

Il ministero della Salute mandò le fatture della clinica Marsigliese alla Asl 6 di Palermo

03 marzo 2005

Il boss latitante Bernardo Provenzano andò due volte in Francia per farsi curare la prostata. Il dato emerge dalle indagini delegate dalla Dda di Palermo che coordina le ricerche del superlatitante.
La ''primula rossa di Corleone'', ricercato da 42 anni, è andato a Marsiglia con il falso nome di Gaspare Troia una prima volta dal 7 al 10 luglio 2003, per essere sottoposto ad esami nella clinica "Clinique de la Ciotat". I certificati medici di luglio della clinica marsigliese erano stati trovati dalla polizia a casa di uno dei favoreggiatori del boss, arrestato lo scorso 25 gennaio.
Provenzano è poi ritornato in Francia nell'ottobre 2003 per l'intervento chirurgico alla prostata. Questa volta l'operazione è stata fatta in un ospedale diverso da quello in cui ha fatto le analisi a Marsiglia e su cui sono in corso accertamenti. Il nome della clinica non è stato reso noto ed è coperto da uno stretto riserbo.

I particolari di questi due viaggi in Francia sono stati rivelati in Parlamento dal ministro della salute Girolamo Sirchia durante un question time in Aula alla Camera  rispondendo ad una interrogazione presentata da Pietro Cannella di An.
Il Ministero della Salute inviò alla Asl 6 di Palermo le fatture per completare l'iter di liquidazione dell'intervento alla prostata, realizzata nella clinica di Marsiglia a Provenzano, ricoverato sotto falso nome di Gaspare Troia. Il ministero non ricevette risposta o rilievo. Per questa ragione in base al principio del silenzio-assenso fu liquidata la pratica.
Una versione, quella di Sirchia, assolutamente differente da quella data ieri dall'assessore regionale alla Sanità Giovanni Pistorio, secondo il quale dal 1991 ad oggi, negli archivi dell'Ispettorato regionale sanitario incaricato di autorizzare i ricoveri fuori regione o all'estero dei cittadini siciliani, non esiste alcuna pratica intestata ad un Troia.

Il ministro Sirchia ha riferito inoltre che la clinica di Marsiglia il 16 febbraio 2004 ''aveva emesso una fattura per 1958,45 euro per prestazioni dal 7 al 10 luglio a Troia Gaspare, sulla base di un formulario E/111 valido dal 24 giugno 2003 al 24 luglio 2003 e rilasciato dalla Asl 6 di Palermo''.
Il Ministero della Salute prima di provvedere al pagamento delle fatture le ha inviate alle Asl per le opportune verifiche. E così, riferisce Sirchia, è stato fatto senza ricevere risposta dalla Asl.
La procedura di controllo prevede che se le Asl non contestano le fatture entro i 90 giorni, per il principio del silenzio assenso queste credito viene pagato. ''Compete alle aziende sanitarie - ha detto il ministro - al momento del rilascio del formulario E/111 il riscontro sull'identità della persona assicurata e alla sua iscrizione al servizio sanitario, oltre alla verifica e al controllo delle prestazioni prestate''.

L'assessore regionale Pistorio ha subito replicato: ''Noi non abbiamo pagato alcuna fattura, evidentemente non c'è stata una richiesta preventiva, che necessitava del nostro nulla osta, ma un intervento d'urgenza in Francia. Se il pagamento a Troia è stato fatto dal ministero - ha spiegato Pistorio - questo è legato al rapporto con l'Asl 6 di Palermo, e non con l'assessorato alla Sanità. Noi interveniamo quando c'è da concedere un nulla osta per un intervento che è stato già prestabilito''.

L'unica cosa certa è che per due volte il boss corleonese Bernardo Provenzano ha valicato le Alpi per farsi curare in Francia.

La vicenda ha scatenato nuove polemiche. ''Le dichiarazioni del ministro Sirchia - ha affermato Giuseppe Lumia, capogruppo Ds in commissione antimafia - non ci soddisfano per niente e aprono scenari ancora più foschi sull'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto in Francia il boss Bernardo Provenzano''. Il parlamentare ha infine posto delle domande: ''Chi ha firmato per richiedere il modello E111 a nome di Gaspare Troia, poi usato da Provenzano per chiedere il rimborso? Chi ha consegnato il modello e a chi è stato consegnato? Perché la Asl 6 non ha fatto nessun controllo sull'operazione? La Giunta della Regione Sicilia era così distratta dal fare pessime nomine nelle Asl che perpetuano le difficoltà della sanità siciliana, da non accorgersi che esisteva una pratica intestata a Troia?''.
Ma anche all'interno della maggioranza si registra qualche perplessità. Il senatore Carlo Vizzini, di Forza Italia, sottolinea che il ministro Sirchia ''ha correttamente esposto in Parlamento tutti gli elementi a sua conoscenza sul caso'', ma osserva che ''restano aperti una serie di inquietanti interrogativi su eventuali connivenze all'interno del sistema sanitario e su questi bisogna fare a tutti i costi piena luce''.
La Cgil siciliana ha chiesto le dimissioni dell'assessore Giovanni Pistorio. Secondo la Cgil "l'assessore ha fatto sulla vicenda dichiarazioni frettolose che hanno trovato la tempestiva smentita del ministro Sirchia. Si tratta di un fatto gravissimo - sostengono alla Cgil - e Pistorio avrebbe dovuto tentare di individuare le falle del sistema piuttosto che a trovare giustificazioni per la sua condotta".

Intanto i pm della Dda di Palermo, mentre aspettano la rogatoria che permetterà per procedere nei controlli delle cliniche marsigliesi interessate, stanno esaminando i documenti sequestrati nei giorni scorsi dalla polizia negli uffici della Asl 6 di Palermo.
I magistrati hanno firmato il decreto di sequestro per acquisire informazioni sulla procedura che ha utilizzato Provenzano, sfruttando il falso nome di Troia, per ottenere il diritto a beneficiare dell'assistenza sanitaria nei Paesi dell'Unione Europea. Il fascicolo sanitario potrebbe svelare elementi utili per andare avanti nelle indagini e scoprire eventuali collusioni di medici o impiegati regionali che potrebbero aver favorito il capomafia.

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03 marzo 2005
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