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La riforma Gelmini è legge

Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di riordino dell'università

23 dicembre 2010

AGGIORNAMENTO
Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di riordino dell'università. Il provvedimento presentato dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha ottenuto 161 voti a favore, 98 contrari e 6 astenuti.

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Dopo una giornata in cui l'opposizione ha fatto ostruzionismo, in prima linea con Pd e Idv mentre ha preso le distanze l'Udc ("non faremo ostruzionismo" ha confermato il capogruppo centrista Giampiero D'Alia), ieri sera la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso: il voto finale sul ddl della riforma Gelmini si terrà oggi dopo le 16 in diretta tv.
Situazione sbloccata, dunque, quando si è raggiunta un'intesa tra maggioranza e opposizione. Pd e Idv hanno di conseguenza desistito dal continuare l'ostruzionismo contro il provvedimento che ora si appresta a diventare legge. C'è attesa per verificare anche il voto del terzo polo: i finiani dovrebbero confermare il proprio voto favorevole insieme a quello dell'Api di Francesco Rutelli, mentre l'Udc potrebbe astenersi.
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, però, non ha rinunciato alla polemica: "Ha ragione il presidente Berlusconi quando dice che i regolamenti parlamentari andrebbero modificati. Ha più spazio l'opposizione per fare ostruzionismo che non una maggioranza democraticamente eletta per votare un provvedimento". Secca la replica del capogruppo democratico Anna Finocchiaro: "Forse il ministro Gelmini non ha capito. La sua benedetta ignoranza dei regolamenti parlamentari, ma prima ancora dei diritti delle opposizioni in Parlamento, l'hanno portata a dichiarazioni aggressive e sconsiderate che ci hanno irritato. Il ministro impari a rispettare gli avversari. La nostra strategia ha fatto premio sulla prepotenza con cui è stata gestita la discussione in Aula".

Dal Palazzo alle Piazze - Ieri mattina il ministro Gelmini, intervenuta in mattinata a 'Mattino Cinque', si era augurata che il ddl fosse "approvato in tempi rapidi". "E' un provvedimento di cui l'Italia ha bisogno" aveva sottolineato Gelmini. Poi, riferendosi alla protesta degli studenti, l'appello: "Serve un grande senso di responsabilità. Non c'è bisogno di farsi del male per un ddl. E' un diritto manifestare, ma non bisogna mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, la circolazione del traffico e creare problemi ai commercianti in un periodo particolare come quello natalizio".
Gli studenti sono scesi di nuovo in piazza in tutta Italia e le manifestazioni si sono svolte ovunque senza incidenti tranne che per alcuni episodi spiacevoli a Milano e Palermo. Nel capoluogo siciliano ci sono stati scontri tra studenti e forze dell'ordine davanti Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana. Circa un migliaio di ragazzi con volti coperti da caschi e fazzoletti hanno cercato di entrare nel palazzo, forzando il cordone di protezione di polizia e carabinieri. Durante gli scontri una giornalista è stata ferita in modo non grave ad una mano. Poco dopo i manifestanti hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la Questura. Non sono mancati momenti di tensione tra gli stessi gruppi di studenti palermitani: durante il tragitto del corteo, infatti, alcuni manifestanti ha rovesciato a terra alcuni cassonetti dell'immondizia, immediatamente rialzati da un altro gruppo che ha invitato i coetanei a desistere da questi atti violenti.

Sull'"attacco" alla Questura palermitana è voluto intervenire il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "E' stata una brutta cosa l'assalto alla Questura di Palermo, avamposto della lotta alla mafia. Un episodio che mi ha profondamente rattristato". La Questura di Palermo, ha ricordato ancora il ministro, è "simbolo della lotta alla mafia, sede della sezione catturandi della Squadra mobile, quella che ha arrestato i capimafia, da Riina a Provenzano, a Mimmo Racuglia. Vedere lanciare pietre, bottiglie e uova contro uno degli avamposti della lotta alla mafia mi ha profondamente rattristato".

"Il Capo dello Stato il nostro unico interlocutore" - Ieri pomeriggio una delegazione di studenti è arrivata al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo la lettera-appello al presidente per chiedergli di non firmare il ddl. "L'unico interlocutore che abbiamo finora avuto è stato il Presidente della Repubblica che ha in qualche modo preso atto delle nostre istanze". Secondo Luca Cafagna, uno degli studenti che ha partecipato all'incontro, ospite qualche giorno fa della trasmissione 'Annozero' e protagonista di un diverbio con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Capo dello Stato "ha cercato in qualche modo di riconoscere che esiste un movimento che in questo momento non è stato ascoltato".
"Il presidente ci ha ricordato le sue prerogative e ha detto che la cosa importante è aprire un dialogo" ha poi riferitoi Fabio Gianfrancesco che ha spiegato come il capo dello Stato, di fronte alla richiesta degli studenti, abbia loro ricordato quali sono le sue prerogative. Poi, ha riferito lo studente, ha detto che "gli piacerebbe poter prendere in esame direttamente le proposte alternative avanzate dagli studenti".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

- Bagarre al Senato, tensione in piazza (Guidasicilia.it, 22/12/10)

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23 dicembre 2010
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