[Articolo di Massimiliano Pennone - ilRottamatore.it] - Il Sud è morto? Niente affatto. Il Sud è vivo eccome. Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, ad esempio, è una realtà attiva e costantemente impegnata. Una di quelle dimensioni di cui tutti, anche chi non è del Sud, possono andare fieri; dove il made in Italy è sinonimo di prodotti di qualità da esportare in tutto il mondo.
Nato con l’obiettivo di riunire sotto il brand "Sicilia" tutte le tipologie di agrumi tipici prodotti nell’isola per poter elaborare e condividere strategie comuni a sostegno dell’intero comparto agrumicolo siciliano, il Distretto può definirsi il primo grande esperimento di collaborazione pubblico-privata nel campo dell’agrumicultura in Sicilia.
Fra le mission del Distretto, infatti, rientra quella di interfaccia fra i produttori e enti amministrativi pubblici, a partire dagli Assessorati locali. Senza dimenticare poi le attività di marketing in supporto alle numerose aziende operanti in tutti i settori dell’agrumicoltura siciliana che aderiscono al Distretto, e l’organizzazione di fiere ed eventi sul territorio nazionale ed estero, con il duplice obiettivo di promuovere i prodotti d’eccellenza e consentire alle aziende di aprirsi nuovi canali commerciali
Oggi, mercoledì 30 settembre, ad esempio, si terrà presso il Corpo Forestale dello Stato, al Ministero Politiche Agricole il workshop "Lungo le Vie della Zagara alla scoperta della filiera agrumicola siciliana di qualità", un’occasione per dare visibilità ai prodotti, alla filiera ed al territorio siciliano davanti ad una platea d’eccezione. Un momento di incontro per i rappresentanti delle organizzazioni di categoria nazionali e del mondo della ricerca scientifica, che potranno interfacciarsi con i decisori pubblici e rappresentanti della stampa locale e nazionale.
Un evento quindi da non perdere: il futuro del Mezzogiorno passa soprattutto da realtà come queste, quelle che hanno riconoscono e hanno saputo sfruttare il valore aggiunto dei prodotti locali e a farne eccellenze, senza aver paura di sfruttare il loro talento in fatto di lobbying e comunicazione. [www.ilrottamatore.it]
