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La rinuncia di Fava e la candidata "d'emergenza"

Per le elezioni regionali siciliane, la sinistra si affida a Giovanna Marano, leader Fiom

28 settembre 2012

La probabile incandidabilità per un ritardo nello spostamento della residenza in Sicilia, avrebbe fatto annegare anche liste e aspiranti deputati regionali a lui collegati e per questo Claudio Fava, giornalista, scrittore sceneggiatore, ha rinunciato alla corsa alla presidenza. E, dopo circa 24 ora di fila di riunioni, discussioni, telefonate tra esponenti della coalizione che lo sostiene (Sel, Idv, Verdi e Federazione della sinistra), è venuto fuori il nome del nuovo candidato: Giovanna Marano, 53 anni, infermiera, due figlie, leader sindacale, da qualche mese presidente del comitato nazionale della Fiom mentre prima era segretaria siciliana del sindacato dei metalmeccanici della Cgil.
Decisione sofferta quella dell'ex aspirante presidente, e presa in tempi strettissimi - sono state discusse anche le candidature di Rita Borsellino e del senatore Idv Fabio Giambrone - perché oggi alle 16 scadono i termini per la presentazione delle liste per le elezioni regionali del 28 ottobre, che prevede però una sua vicepresidenza se Marano venisse eletta governatrice. Ipotesi che secondo gli ultimissimi sondaggi non è molto realistica perché Fava era quarto tra i 12 concorrenti alla carica dopo Nello Musumeci (Pdl-Pid-la Destra), Rosario Crocetta (Pd-Udc-Api), Gianfranco Miccichè (Grande sud-Mpa), ma prima di Giancarlo Cancelleri (Movimento Cinque Stelle) e di Cateno De Luca, sindaco, ex deputato regionale rinviato a giudizio per un presunto "sacco edilizio" che corre sotto la bandiera di "Rivoluzione Siciliana".

Giovanna Marano ha detto: "Ho valutato la proposta per qualche ora. Ho accettato perché si tratta di una situazione di emergenza. Sono comunque onorata. Penso che il paradigma di questo cavillo che ha impedito di spendere la candidatura di Claudio Fava diventi un'opportunità per i siciliani per credere in una nuova buona politica".
La Sinistra che appoggiava il figlio di Pippo Fava, giornalista catanese ammazzato dalla mafia, punta soprattutto a portare deputati nell'assemblea regionale siciliana dove in questa legislatura non c'erano suoi rappresentanti. E i partiti hanno cominciato, appena ottenuta la risposta affermativa di Marano, la corsa alla raccolta delle firme per il nuovo candidato.

"La scelta - ha detto Claudio Fava - di una dirigente del movimento sindacale, protagonista delle più importanti vertenze operaie in Sicilia, raccoglie la sfida sul lavoro e sui diritti sociali che sono al centro del nostro programma di governo. Ho deciso di accompagnare Giovanna Marano da candidato vicepresidente - ha aggiunto - sottraendo la mia candidatura alla Presidenza al rischio di un già preannunciato rigetto e sulla base di una considerazione politica ispirata al massimo senso di responsabilità verso la coalizione e gli elettori siciliani".
"È irrituale - ha anche detto Fava nella conferenza stampa in cui ha annunciato di ritirare la propria candidatura, presentando quella di Giovanna Marano - che le informazioni sull'anagrafe elettorale siano state raccolte e presentate a Montecitorio ed è irrituale che un cittadino si possa candidare alle provinciali e alle europee e non alla Regione siciliana perché vige una sorta di ius sanguinis. È irrituale che un ministro esprima un giudizio ostativo senza essere informato. Chiedo alla Cancellieri da chi è stata informata? E chiedo se sia lecito che un ministro a mezzo stampa possa annunciare queste cose".
"Sono un cittadino italiano e siciliano - ha aggiunto - non voglio mettere questo progetto in mano ad un cavillo, per questo faccio un passo indietro, anzi un passo avanti insieme a Giovanna Marano. Ma si tratta di una norma incostituzionale e insieme ai miei legali sto presentando ricorso".

Rispetto la scelta di Rita Borsellino di non candidarsi alla Presidenza della Regione siciliana, Fava ha detto di aver compreso la sua decisione, "in ogni caso - ha aggiunto - sarà accanto a noi nella campagna elettorale".
Infine, parlando con i giornalisti, Fava con ironia ha detto: "La mia lista si chiamerà 'Claudio Fava residente'. Non può che chiamarsi così".

E mentre il leader Idv Antonio di Pietro afferma che "il progetto politico che la candidatura di Fava incarnava continua" perché "la candidatura di Giovanna Marano rappresenta un segno di discontinuità con il vecchio modo di fare politica", il capogruppo Pd all'Ars Antonello Cracolici dice: "Dopo questa vicenda surreale dell'incandidabilità di Fava, mi sarei aspettato che venisse ascoltato il popolo del centrosinistra che chiede unità per sconfiggere il candidato della destra: perfino il 'destino' ha tentato fino all'ultimo di far riunire la coalizione. Perché ancora divisioni che rischiano di far vincere la Destra?".
Da parte sua, il presidente di Sel Nichi Vendola ha sostenuto che "Claudio Fava ha dimostrato ancora una volta di quale pasta sono fatti i veri politici, che hanno a cuore la buona politica. Un cavillo non ferma un'onda di cambiamento e la Sicilia si merita un rinnovamento vero. Giovanna Marano sarà una candidata straordinaria, espressione della Sicilia migliore".

Candidature: oggi la scadenza - Scadono oggi pomeriggio alle 16 i termini per la presentazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali siciliane del 28 ottobre.
Sulla carta sono 12 gli aspiranti presidenti della Regione la cui "corsa", dopo l'affaire Fava deve essere però ancora ufficializzata.
I recenti sondaggi danno in vantaggio il candidato di Pdl e Pid Nello Musumeci seguito da Rosario Crocetta, appoggiato da Pd e Udc, e poi da Gianfranco Miccichè (Grande sud e Mpa), quindi Claudio Fava e Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle. Seguono Cateno de Luca, Gaspare Sturzo, Davide Giacalone, Mariano Ferro, Lucia Pinzone, Giacomo Di Leo, Emilia Grasso.
I parlamentari da eleggere sono 90 compreso il presidente della Regione. Ottanta di questi sono eletti nei vari collegi (7 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta, 17 a Catania, 3 a Enna, 11 a Messina, 20 a Palermo, 5 a Ragusa, 6 a Siracusa, 7 a Trapani), gli altri 9 saliranno a palazzo dei Normanni nel listino del candidato alla presidenza vincitore.

Le "liste pulite" e la candidatura di un imputato da parte di Grande Sud - Il deputato regionale di Grande Sud, Franco Mineo, attualmente sotto processo a Palermo perché accusato di essere un prestanome di Angelo Galatolo, esponente della famiglia mafiosa dell'Acquasanta e di malversazione e indagato in un altro procedimento per abuso d'ufficio, sarà ricandidato alle prossime elezioni per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana.
Lo hanno comunicato il segretario regionale del partito Pippo Fallica e il coordinatore provinciale Giacomo Terranova. "Mineo ha assicurato - hanno aggiunto - che se dovesse essere condannato lascerà la carica qualora fosse eletto a sala d'Ercole". Ed è per questo che ha consegnato a Fallica una lettera "senza data con le sue dimissioni già firmate""Abbiamo ritenuto - ha detto Terranova - di confrontarci all'interno del partito su questa delicata vicenda e abbiamo giudicato doveroso non interrompere il percorso politico di Mineo, non sarebbe stato giusto. Non abbiamo voluto affrontare temi di merito specifici, che saranno dibattuti in tribunale". Secondo Terranova, "per qualcuno sarebbe stato più facile cavalcare l'onda demagogica che ricorre in questi giorni, ma noi abbiamo preferito accordare una apertura di fiducia a Mineo". "Noi non siamo qui per fare il tribunale dell’inquisizione, vogliamo solo rispettare un diritto sociale - ha detto Fallica - dei cittadini che attraverso le elezioni esprimono le loro idee".

Per il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata, quella su Mineo è "una decisione sbagliata e inaccettabile: il codice etico va applicato, non è l'inquisizione ma una garanzia per i cittadini. Bisogna ripensarci ed essere coerenti e consapevoli sui valori non negoziabili, sia nelle azioni che nelle parole. Micciché desista da questa decisione".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, ASCA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, LiveSicilia.it]

 

 

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28 settembre 2012
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