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La Sanità siciliana ha i conti a posto

La Sicilia, attualmente, non fa più parte delle regioni con i conti sanitari in rosso: raggiunto lo "squilibrio programmato"

14 maggio 2010

Una scure si abbatte sulle regioni con la sanità in rosso che saranno costrette ad aumentare le tasse. Ieri il Cdm ha convocato infatti i governatori di Lazio, Campania, Calabria, Molise, Sicilia e Abruzzo per discutere del deficit sanitario e al termine della riunione ha diffuso il seguente comunicato: "In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica, il Consiglio dei ministri ha concordato circa l'impossibilità di esprimere l'intesa prevista dall'articolo 2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010 e di non potere pertanto consentire alle regioni Lazio, Campania, Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, relative ai programmi di interesse strategico regionale, a copertura dei deficit del settore sanitario".

"C'è stato detto che le regioni che non hanno attivato le procedure e non si trovano in una situazione di ripiano adeguato non otterranno i finanziamenti dei Fas e saranno quindi costrette ad innalzare i loro tributi" ha detto il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, lasciando Palazzo Chigi dopo la riunione.
"Ci hanno chiesto di aumentare le tasse - ha dichiarato anche il governatore del Molise, Michele Iorio - Noi abbiamo detto che è assurdo, iniquo e incomprensibile".
La richiesta "non riguarda certamente né l'Abruzzo né la Sicilia" ha puntualizzato il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, precisando che
Abruzzo e Sicilia "non hanno partecipato alla riunione perché all’ultimo tavolo di monitoraggio sulle spese sanitarie del 17 aprile scorso i nostri piani avevano ricevuto un buon giudizio”.
Entrando nel merito, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha spiegato che "le regioni non hanno dato garanzie ai tavoli tecnici di monitoraggio per quanto attiene la sicurezza di avere dei conti certi da un lato, e soprattutto di aver avviato processi di riqualificazione della rete assistenziale. Non dando questo tipo di garanzie siamo in una situazione che non può consentire di utilizzare i fondi Fas come un bancomat". "In altre parole - chiarisce Fazio - i fondi Fas devono essere utilizzati non certo per ripianare deficit senza nessuna speranza, ma potranno essere usati nel momento in cui le Regioni daranno concrete dimostrazioni di voler avviare dei processi di risanamento: a questo punto i fondi Fas potranno essere sbloccati".

"Le decisioni assunte a Roma dal Consiglio dei Ministri rappresentano un ulteriore esplicito riconoscimento del percorso virtuoso avviato dalla Regione siciliana in questi due anni". Queste le parole dell’assessore siciliano della Salute, Massimo Russo, al termine del Consiglio dei ministri dedicato ai Piani di rientro della Sanità. Russo - come del resto il collega dell’Abruzzo - "non ha partecipato proprio perché la Sicilia ha già rimesso in sesto i propri conti - afferma una nota - secondo il crono programma a suo tempo concordato con i Ministeri della Salute e dell’Economia". "Abbiamo i conti a posto, – ha osservato Russo – come del resto aveva certificato proprio il mese scorso il tavolo tecnico ministeriale, e di conseguenza non solo non dovremo aumentare le tasse ai siciliani - che anzi contiamo di ridurre a partire dal 2011 - ma ci viene data una ulteriore opportunità di poterci avvalere, nel caso di qualche criticità nei conti del bilancio nella Regione, anche dell’importante strumento finanziario rappresentato dai fondi Fas, la cui naturale destinazione è quella di servire lo sviluppo della Sicilia". "Il rispetto delle misure di contenimento della spesa – ha detto ancora Russo – continua a portare benefici concreti alla Sicilia oltre a un indiscutibile rilancio della propria credibilità politico-amministrativa". "Come ha ben certificato proprio ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) la Corte dei Conti, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta, - ha infine affermato l'assessore alla Salute – la Sicilia in appena due anni ha praticamente azzerato il deficit che ammontava a quasi un miliardo di euro, raggiungendo lo 'squilibrio programmato' e avviandosi in questo 2010 verso il pareggio di bilancio, grazie anche ai positivi effetti prodotti dalla legge di riforma del sistema sanitario che ha azzerato molti centri di costo senza intaccare i livelli assistenziali, anzi riuscendo a migliorare la qualità dell’offerta sanitaria".

[Informazioni tratte da Adnkornos/Ing, LiveSicilia.it]

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14 maggio 2010
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