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La Sanità siciliana sarebbe in linea con quella nazionale. La Regione pronta ad affrontare le verifiche sugli ospedali

L'Assessore Giovanni Pistorio sulla situazione della sanità regionale

07 ottobre 2005

''Non vi sono elementi per ritenere che i dati di mortalità osservati in Sicilia siano significativamente differenti dai dati di letteratura. La Regione è preparata ad affrontare il tema della valutazione della qualità delle prestazioni resa dal proprio servizio sanitario''.
E' quanto ha affermato l'assessore alla Sanità della Regione Giovanni Pistorio che ieri pomeriggio è stato ascoltato in commissione Affari sociali della Camera sulla situazione della sanità regionale dopo i tragici eventi che hanno portato al decesso di alcuni pazienti curanti in strutture pubbliche.
''Sappiamo - ha continuato Pistorio - di essere partiti anni fa da condizioni di svantaggio in linea con la condizioni di svantaggio complessiva ma la sanità in Sicilia è forse il comparto che si è sviluppato di più. Certamente possiamo essere una regione leader, tra quelle meridionali, per garantire ai nostri concittadini gli standard sanitari in linea con quelli che sono i diritti dei cittadini europei''.

''I dati della Regione siciliana - ha spiegato Pistorio - rimangono a livelli compatibili con i dati di letteratura, sia che si consideri la mortalità per prestazioni chirurgiche sia che si consideri la mortalità intraospedaliera complessiva (stabile sullo 0,53% nel triennio 2002-2004) ancorché debba ritenersi sottostimata la mortalità per prestazioni mediche''. L'assessore ha inoltre detto che non sono ancora pervenuti i dati relativi al rischio chirurgico in Italia che erano stati chiesti al ministro Storace, ma che un tavolo è già stato attivato per poter fare un confronto serio tra dati nazionali e regionali.

Secondo l'assessore l'incremento dei decessi nel triennio, dallo 0,50% allo 0,57%, ''potrebbe essere spiegato dal notevole incremento del ricorso al ricovero in Day Hospital che su un totale di ricoveri per prestazioni chirurgiche passano dal 24% del 2002 al 40% del 2004. Ciò comporta che i casi trattati in regime di ricovero ordinario sono quelli maggiormente complessi e, quindi, più esposti a complicanze''.
''Stiamo cercando di sfuggire alla suggestione mediatica ed emotiva - ha inoltre sottolineato Pistorio - per affrontare la situazione con il dovuto rigore, stiamo verificando al meglio le nostre strutture e le loro condizioni organizzative e tecnologiche per verificare se abbiano i requisiti giusti per garantire la sicurezza del paziente''.

Fonte: La Sicilia

- Assessorato regionale alla Sanità

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07 ottobre 2005
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