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La scomparsa di Ettore Majorana...

La procura di Roma chiude il caso della scomparsa del geniale fisico catanese: "Era vivo tra il '55 e il '59 in Venezuela"

05 febbraio 2015

Alcuni esperti, per le sue capacità e la sua spiccata genialità, lo collocano tra Newton ed Einstein, e la storia della sua misteriosa vita ha ispirato uno scrittore come Leonardo Sciascia. Stiamo per parlare di Ettore Majorana, il geniale fisico catanese cresciuto tra "i ragazzi di via Panisperna", scomparso misteriosamente nel 1938.
Ebbene, secondo la procura di Roma, che nel 2011 ha aperto un fascicolo sulla scomparsa dello scienziato che lavorò con Enrico Fermi alla realizzazione dei principi della bomba atomica, nel periodo 1955-1959 era vivo e si trovava, volontariamente, nella città venezuelana di Valencia.
La conclusione di un mistero durato più di 70 anni che si è chiuso adesso con una archiviazione.
Quindi nessuna scomparsa dovuta a omicidio, o suicidio o riparo in un convento da parte di Majorana come indicato da parenti e conoscenti. Probabile che lo scienziato, spaventato dalle sue scoperte sull'atomo, abbia deciso di sparire senza lasciare tracce.

Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani ha accertato la fondatezza di quanto ipotizzato già alcuni anni fa: ossia che in una foto scattata in Venezuela nel 1955, analizzata dal Ris, Majorana, conosciuto con il cognome Bini, appare insieme con un emigrato italiano, Francesco Fasani, meccanico, subito dopo aver ricevuto un prestito. L'uomo che appare insieme con Fasani risulta compatibile con i tratti somatici del fisico catanese.
La segnalazione della foto era arrivata nel 2008: un uomo aveva chiamato la trasmissione di Raitre "Chi l'ha visto?", sostenendo di aver frequentato un signore che si faceva chiamare Bini ma che in realtà era Ettore Majorana, come gli era stato detto dall'amico che glielo aveva fatto conoscere e che lo aveva incontrato anni prima in Argentina.

"I risultati della comparazione - scrive Laviani nella richiesta di archiviazione - hanno portato alla perfetta sovrapponibilità" dei particolari anatomici di Majorana (fronte, naso zigomi, mento ed orecchio) con quelle del padre. A conferma di quanto accertato, anche una cartolina che Quirino Majorana, zio di Ettore ed altro fisico di fama mondiale, scrisse nel 1920 ad un americano, W.G. Conklin, trovata dallo stesso Fasani nella vettura di Bini-Majorana. Un fatto, per Laviani, che conferma la "vera identità di costui come Ettore Majorana, stante il rapporto di parentela con Quirino, la medesima attività di docenti di fisica e il frequente rapporto epistolare già intrattenuto tra gli stessi, avente spesso contenuto scientifico".

Dopo aver accertato che Majorana era vivo tra il 1955 e il 1959, per la procura di Roma è stato impossibile stabilire che fine abbia fatto poi il fisico catanese. Il procuratore aggiunto Laviani sottolinea "l'inerzia degli organi diplomatici venezuelani" in merito alla richiesta di notizie circa "il possesso di una patente di guida o di titoli di proprietà di un'auto" da parte di Majorana e, in ogni caso, sottolinea che la testimonianza di Francesco Fasani, morto recentemente, appare fondata anche perché "pur privo di conoscenze di natura psichiatrica" fornisce "anche sotto il profilo caratteriale e comportamentale una ulteriore prova della identità tra il Bini ed Ettore Majorana".

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05 febbraio 2015
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