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La ''scomunica'' di Papa Benedetto XVI in difesa della vita e della ''famiglia legittima''

Arriva l'offensiva etica contro i Pacs e contro la pillola RU486

13 gennaio 2006

Dopo gli attacchi del cardinale Ruini e della Cei, la ''scomunica'' nei confronti delle unioni civili (anche per le coppie non omosessuali) e della pillola abortiva RU486, arriva direttamente da Papa Ratzinger in persona. Un monito durissimo che non a caso è stato lanciato alla vigilia delle due manifestazioni di sabato 14, ''Tutti in Pacs'' e ''Usciamo dal silenzio'', che porteranno nelle piazze di Roma e Milano migliaia di partecipanti. Manifestazione a cui hanno aderito centinaia di associazioni oltre che partiti ed esponenti politici.

Papa Ratzinger ha lanciato l'offensiva etica, in difesa della vita e della ''famiglia legittima''. Lo ha fatto ricevendo in Vaticano i rappresentanti delle amministrazioni della città e della provincia di Roma e della Regione Lazio.
Il Pontefice, le cui parole sono state riportate dal Sir, l'agenzia promossa dai vescovi italiani, ha indicato nello specifico alcune priorità da affrontare ''nell'ambito della comunità civile, dei suoi compiti e delle sue molteplici responsabilità e relazioni'', senza mai pronunciare la sigla del farmaco abortivo o l'acronimo coniato per indicare le unioni civili.
''Penso in particolare - ha detto Benedetto XVI - a quel terreno assai sensibile, e decisivo per la formazione e la felicità delle persone come per il futuro della società, che è rappresentato dalla famiglia''. Duplice l'impegno: ''Da una parte - è sempre il resoconto del Sir - sono quanto mai opportuni tutti quei provvedimenti che possono essere di sostegno alle giovani coppie nel formare una famiglia e alla famiglia stessa nella generazione ed educazione dei figli: al riguardo vengono subito alla mente problemi come quelli dei costi degli alloggi, degli asili-nido e delle scuole materne per i bambini più piccoli. Dall'altra parte, è un grave errore oscurare il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio, attribuendo ad altre forme di unione impropri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è, in realtà, alcuna effettiva esigenza sociale''.
''Uguale attenzione ed impegno - ha proseguito Benedetto XVI - richiede la tutela della vita umana nascente: occorre aver cura che non manchino di concreti aiuti le gestanti che si trovano in condizioni di difficoltà ed evitare di introdurre farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell'aborto, come scelta contro la vita''.

Nonostante il ''NO'' della gerarchia ecclesiastica, tra le centinaia di adesioni di singoli, gruppi e associazioni, alla manifestazione di Roma per i Pacs hanno annunciato la loro presenza anche tre sacerdoti ''ribelli'': don Vitaliano della Sala, il teologo delle comunità di base don Franco Barbero e don Andrea Gallo di Genova.
E non si è fatta attendere la replica dell'Arcigay alla condanna contro i Pacs. ''Non c'è nessuna contraddizione tra i diritti della famiglia tradizionale e quelli della famiglia di fatto - ha sottolineato Franco Grillini, presidente onorario dell'associazione e deputato Ds -. Le affermazioni del Papa sono smentite dall'esperienza degli undici Paesi europei dove queste leggi sono già in vigore''. Secondo Grillini le nuove norme sulle unioni di fatto andrebbero a tutelare una fetta di circa 3-4 milioni di cittadini italiani conviventi, omosessuali o eterosessuali. Ad essere in gioco, sottolinea Grillini, sono diritti come l'accesso agli ospedali e alle carceri in cui sono ricoverati o detenuti i conviventi oppure la pensione di reversibilità. ''Francamente risulta incomprensibile come tutto ciò possa essere considerato eversivo e non invece una risorsa rilevante per la nostra società e per il suo pluralismo''.

Contrario alla manifestazione romana anche il leader dell'Unione, Romano Prodi, che telefonando a Grillini, gli ha comunicato di ''non condividere nella maniera più assoluta'' le modalità della manifestazione ed esprimendo ''tutta la sua amarezza'' per il rischio che iniziative di questo tipo possano esporre la coalizione a polemiche strumentali su quella parte del programma che prevede il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Prodi ha anche contestato il contenuto della manifestazione: ''È un inutile scimmiottamento dei matrimoni: non è certo con iniziative di dubbio carattere folcloristico che si affronta una questione così socialmente delicata''.

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13 gennaio 2006
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