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La Scuola a casa te la porta Mondadori. Sull'accordo tra il Ministero dell'Istruzione e Poste Italiane

Un conflitto d'interessi che c'è ma non si vede...

11 gennaio 2006

Sulla consegna a casa dei libri scolastici l'ombra del conflitto d'interessi
di Salvo Intravaia (Repubblica.it, 03 gennaio 2006)

Il conflitto (d'interessi) c'è ma non si vede. Una specie di gioco di prestigio che sfrutta le maglie della legge. Il tutto per eludere le ''Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi'', varate dal governo Berlusconi nel 2004 e prese in considerazione dall'Antitrust nella seconda relazione semestrale del 2005.
Al centro della polemica ''l'accordo stipulato, in data 9 giugno 2005, tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e Poste Spa per il servizio, denominato 'Postescuola', di consegna dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola secondaria di 1° e 2° grado'', si legge nella relazione dell'Autorità garante.
Di cosa si tratta? ''In base a tale accordo, Poste, tramite la propria struttura di recapito, offre un servizio che garantisce alle famiglie l'approvvigionamento dei testi scolastici presso il proprio domicilio o presso gli istituti scolastici di appartenenza e mette a disposizione la propria rete, i propri call center e siti internet, per assicurare, oltre alla consegna, le attività di prenotazione e acquisto dei libri di testo''.

Il piccolo particolare, denunciato da alcune segnalazioni proprio all'Antitrust, è ''il fatto che i volumi oggetto del servizio fossero forniti non direttamente dai singoli editori, bensì da una società riconducibile al patrimonio del Presidente del Consiglio''. La Flc Cgil, per bocca del suo segretario generale, Enrico Panini, parla ''di evidente conflitto d'interessi e determinazione, dal parte del ministero, di una situazione di monopolio all'interno delle istituzioni scolastiche''. E racconta che ''il ministero dopo la firma dell'accordo, ha spedito ai dirigenti scolastici una lettera che, con tono burocratico ma minaccioso, chiedeva di spiegare il perché la scuola non si fosse avvalsa di questa opportunità''. Le scuole che non hanno attivato il ''servizio'', insomma, dovevano giustificarsi. ''Parecchi presidi - continua Panini - si sono rivolti a noi, ma erano preoccupati''.
Ora arriva il parere dell'Antitrust che pur stabilendo il vantaggio per le casse della Mondadori, non può censurarlo a causa di una legislazione restrittiva in materia. In sostanza, è vero che l'accordo favorirebbe una società del presidente del Consiglio, ma a firmarlo non è stato lui con le Poste, bensì il ministro Letizia Moratti che con le società del Presidente non ha alcun legame.

La relazione. In premessa ''Si rileva, più precisamente, nella legge una concezione restrittiva del conflitto di interessi, focalizzata essenzialmente nelle sue manifestazioni formali. Prevale un approccio di tipo privatistico, legato al verificarsi di un 'evento di danno' non adeguato alla complessa realtà dell'amministrazione e dell'interesse pubblico concretamente violato''.
E riguardo al caso specifico: ''In seguito agli accertamenti effettuati, tuttavia, l'Autorità ha dovuto constatare che, nel caso di specie, era assente il presupposto necessario per l'applicazione della legge n. 215/04, ovvero la riconducibilità dell'atto al titolare di carica nel cui patrimonio si produce il vantaggio. Infatti, pur essendo vero che Mondolibri Bol, ovvero la società che beneficerebbe dell'accordo, è posseduta al 50% da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., di proprietà del Presidente del Consiglio, l'atto da cui trae origine il beneficio (l'accordo del 9 giugno 2005) non è un atto alla cui adozione ha partecipato il Presidente del Consiglio, ma un atto adottato dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica, che non risulta avere alcun legame con la società Mondolibri. Pertanto, qualsiasi vantaggio dovesse discendere dall'atto di governo in questione ricadrebbe su un titolare di carica di governo diverso rispetto a quello che ha posto in essere l'atto, circostanza che la legge non esclude''.

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11 gennaio 2006
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