La "seconda parte" della spending review
Possibile una stangata per gli statali. Cgil, Cisl e Uil ipotizzano lo sciopero generale
Prima la delegazione degli enti locali e poi quella delle parti sociali. Ieri si è svolto a palazzo Chigi il doppio incontro sulla spending review. Il provvedimento potrebbe avere la forma di un decreto legge e dovrebbe approdare venerdì in Consiglio dei ministri.
Piatto forte delle misure, per scongiurare un altro aumento dell'Iva, dovrebbe essere l'annunciata stangata per gli statali, con un taglio di dirigenti e dipendenti. I sindacati annunciano battaglia, contestando quelli che definiscono 'tagli lineari' e minacciando lo sciopero generale.
In tutta la giornata si sono susseguite indiscrezioni sulle misure messe a punto dal Governo, tanto che in serata una nota di Palazzo Chigi ha definito come "prive di fondamento" le anticipazioni, precisando che "il provvedimento è ancora in corso di stesura, in virtù degli incontri intercorsi in data odierna con le parti sociali e gli enti locali e alla luce del confronto con i ministeri interessati".
"Non si tratta di una nuova manovra di finanza pubblica, ma di un'operazione strutturale di spending review", avrebbe detto il premier Mario Monti sottolineando che l'obiettivo è "eliminare gli sprechi e non ridurre i servizi". L'intenzione del governo sarebbe quella di "evitare tagli lineari guardando alle più alte priorità". Monti avrebbe inoltre spiegato che per fare fronte alla questione degli esodati e ai danni del terremoto ed evitare un aumento dell'Iva serve "una cifra molto più alta di 4,2 miliardi".
L'iter della revisione di spesa pubblica, ha spiegato il presidente del consiglio, è diviso in tre fasi. La prima è già partita con gli interventi di carattere strutturale e organizzativi che interessano la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell'Economia. La seconda fase, oggetto dell'incontro di ieri, sta per partire con un dl mentre la terza arriverà, con un altro dl, tra qualche settimana, ed è dedicata ai Governi locali e alla riorganizzazione dei governi periferici dello Stato. Questa terza fase prevederà, dunque, le misure relative all'accorpamento delle province e la costituzione delle città metropolitane con la soppressione delle province coinvolte.
Tra le misure previste, riferite dal viceministro all'Economia Vittorio Grilli, ci sarebbe anche il taglio del 20% dell'organico dei dirigenti della P.A. e del 10% per tutti gli altri dipendenti, una riduzione delle consulenze nella pubblica amministrazione del 20% rispetto a quelle in essere nel 2009, la semplificazione delle governance delle società pubbliche e soppressione di società non strategiche. Un taglio, però, che sarà preceduto da una mappatura delle piante organiche delle amministrazioni. Solo al termine di questa verifica, infatti, saranno quantificati gli esuberi effettivi di personale. Per la gestione di queste eccedenze, ha spiegato il governo, gli strumenti in campo prevedono sicuramente il ricorso alla mobilità obbligatoria di due anni all'80% dello stipendio, come stabilito dalla legge Brunetta. E, tra le ipotesi formulate dal governo, anche l'eventualità di derogare dalla riforma Fornero sulle pensioni mandando in pensionamento anticipato obbligatorio i dipendenti ed i dirigenti del pubblico impiego che abbiano realizzato i requisiti previsti dalle vecchie regole, entro il 31 dicembre 2013.
Serve "un intervento urgente, entro questa settimana", in quanto "l'Italia è sempre 'sorvegliata speciale' a livello europeo", ha ammonito il viceministro Grilli.
Sul piede di guerra i sindacati. Per il leader Cgil Susanna Camusso il Governo "ha usato una comunicazione criptica ed è stato reticente". Quanto all'ipotesi di sciopero generale: "valuteremo". Più deciso il leader della Uil, Luigi Angeletti: "Non credo si possa evitare lo sciopero se alla fine ci saranno solo tagli lineari nella p.a.". Mentre dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni arriva un monito: "Se il Governo pensa di fare da solo", sul fronte degli interventi nel pubblico impiego, "vedremo anche noi cosa fare". "Il sindacato - ha aggiunto - è contrario al taglio lineare del 10% dei dipendenti pubblici e del 20% dei dirigenti". Alla domanda se ci sarà lo sciopero generale, Bonanni ha frenato: "Per adesso non abbiamo ancora deciso".
Giudizio negativo anche dall'Anci: "Siamo disponibili a lavorare sui costi standard, ma i tagli prospettati dal commissario Bondi sono estemporanei e parziali", ha detto il presidente dell'Associazione dei Comuni, Graziano Delrio, al termine dell'incontro con il governo. "Il provvedimento - ha detto - è impostato bene ma mancano i dettagli delle cifre negli ultimi anni i Comuni hanno subito tagli per circa 8 mld tra tagli delle manovre e Patto di stabilità".
Più sfumati i toni di Confindustria: "Mi auguro - dice il presidente Giorgio Squinzi - che dalla spending review ci sia veramente la possibilità di avere fondi disponibili per pagare i fornitori e anche per destinare quota parte di queste risorse agli investimenti che sono necessari".
Preoccupati per i tagli a sanità e trasporto pubblico i governatori. "Sulla sanità non cederò un millimetro" ha detto ai veneti Luca Zaia, governatore della Regione, parlando del possibile taglio di 200mln di euro da parte del Governo nell'ambito della spending review. "Trovo veneti veramente angosciati - ha detto Zaia - e li voglio rassicurare, boccio invece l'approccio di tagli orizzontali da epoca del piccione viaggiatore, mentre ormai esistono tecnologie che permettono di vedere tutto".
"Siamo molto preoccupati perché non abbiamo ricevuto risposte tranquillizzanti dal governo, soprattutto sul fronte sanità e trasporto pubblico locale" ha riferito il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Preoccupata anche la Presidente della regione Lazio Renata Polverini per la quale "a questo punto è meglio aumentare l'Iva".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]