La sentenza del 'processo Mills' è più vicina
I giudici di Milano hanno 'tagliato' una decina di testi e hanno fissato al 28 ottobre l'interrogatorio dell'unico imputato, Silvio Berlusconi
I giudici hanno 'tagliato' una decina di testi del processo Mills e hanno fissato al 28 ottobre l'interrogatorio dell'unico imputato, Silvio Berlusconi. Con una lunga ordinanza letta ieri nel pomeriggio, in particolare, i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano hanno cancellato l'esame di diversi testi residenti in Gran Bretagna e che avrebbero dovuto essere interrogati per rogatoria. Contestualmente il Tribunale ha cancellato anche altri testi proposti dalla difesa bocciandoli come "superflui". Una decisione, quella dei giudici, che accelera i tempi del procedimento e avvicina la sentenza di primo grado. In aula si tornerà il 24 ottobre con l'esame in videoconferenza di David Mills, poi il 28 ottobre per del Cavaliere.
Sarà Silvio Berlusconi a decidere se farsi interrogare nell'ambito del processo milanese sul caso Mills dove risponde di corruzione in atti giudiziari. Lo afferma Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e difensore del premier. Il Tribunale di Milano "ha abdicato ai suoi doveri", ha commentato il legale l'ordinanza con la quale i giudici hanno 'cancellato' una serie di testimoni. A questo punto, ha aggiunto Ghedini "la presenza della difesa è inutile. Se non ci vengono dati i testi resta poco da fare". Anche per Piero Longo con questa ordinanza "il Tribunale rinuncia alla sua giurisdizione".
L'"estremo appello alla sopravvivenza del procedimento" era stato lanciato in aula ieri mattina dal pm Fabio De Pasquale. "Se c'è possibilità che questo processo arrivi a conclusione - aveva sottolineato il magistrato - è necessario fissare al più presto le rogatorie e concentrarle in tre giorni".
L'udienza di ieri è iniziata intorno alle 11. A questa ha preso parte anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha lasciato il tribunale poco dopo le 13 senza rilasciare dichiarazioni. "Come sto? Io sto bene. Voi invece avete delle brutte facce... scherzo", aveva detto il Cavaliere ai giornalisti presenti al suo arrivo in tribunale. Divisi dalle transenne, alla domanda se avesse intenzione di dire 'qualcosa', magari al termine dell'udienza, il premier aveva replicato nuovamente ironico con un "qualcosa".
Il suo più grande sostenitore - Se il governo Berlusconi non è caduto all'epoca del caso Ruby non si capisce perché dovrebbe cadere ora. E', in sintesi, quanto affermato dal direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nell'editoriale dell'edizione delle 20 di ieri sera.
"Anche un anno fa - ha detto Minzolini - si parlava di larghe intese, di governo del presidente, tecnico o di altra natura. All'epoca c'erano altre intercettazioni, quelle sul caso Ruby, che hanno portato ad un processo in cui il premier è imputato. Ci fu una scissione della maggioranza, determinata dalla nascita del Fli di Gianfranco Fini, benedetta da buona parte della stampa italiana, che ha bloccato per mesi l'azione di governo. Eppure il governo non cadde. Allora non si vede perché dovrebbe cadere oggi sulla scia della pubblicazione di intercettazioni che ledono pesantemente la privacy di Berlusconi per iniziative processuali in cui il premier non solo non è indagato, come a Bari, ma è addirittura parte lesa, come a Napoli".
"Perché il premier - ha aggiunto Minzolini - dovrebbe farsi da parte ora che non vi è stata alcuna scissione nella sua maggioranza", una maggioranza che ha varato "una manovra di dimensioni gigantesche per salvare il Paese". Secondo Minzolini, "in fondo ci sarebbe un'unica ragione per disfarsi di questo governo: il diktat della magistratura, che non lo vuole, e il giudizio della grande stampa, a cui non è mai piaciuto". Senza contare - ha concluso il direttore del Tg1 - che "con l'opposizione alle prese con i suoi problemi, non si vede all'orizzonte una maggioranza alternativa che possa varare una qualsiasi manovra in una situazione d'emergenza. E questa è una considerazione razionale di non poco conto". [Adnkronos/Ign]
- Un premier a tempo perso... (Guidasicilia.it, 19/09/11)