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La sentenza per la tragedia dell'Atr 72

Condannati i piloti e i tecnici della Compagnia aerea tunisina Tuninter

23 marzo 2009

E' arrivata oggi la sentenza con il rito abbreviato del processo per la tragedia dell'Atr 72 che il 6 agosto di quattro anni fa costò la vita a 16 persone.
Nella tarda serata di ieri sono arrivati a Palermo, a bordo di tre pullman, partiti da Bari, i superstiti e i familiari delle vittime del disastro. L'aereo, della Compagnia tunisina Tuninter, era partito da Bari per arrivare a Djerba, ma davanti alle coste palermitane finì il carburante e il comandante decise per l'ammaraggio, ma il velivolo si spezzò in più parti.

Il gup di Palermo Vittorio Anania, dopo tre ore di camera di consiglio, ha condannato, complessivamente, a 62 anni di carcere sette delle nove persone accusate dell'incidente.
Gli imputati - i due piloti del velivolo e sette tra tecnici e dirigenti della compagnia - rispondevano, a vario titolo, di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime.Gli assolti sono due tecnici del reparto manutenzioni.
Queste le condanne inflitte dal  gup di Palermo: 10 anni per il comandante dell'aereo Chafik  Gharby e il copilota Alì Kebaier. Nove anni la pena inflitta al direttore generale della "Tuninter" Moncef Zouari e al direttore tecnico Zoueir Chetouane. Otto anni la pena decisa per il responsabile del reparto manutenzione Zouehir Siala e al meccanico Chaed Nebil. Otto anni la pena inflitta al responsabile della squadra manutenzione Rhouma Bel Haj. Assolti i i capisquadra Fouad Rouissi e Lofti Ben Jemia. Gli imputati non erano presenti. Il verdetto che è stato pronunciato a porte chiuse dal gup.

Secondo la ricostruzione dell'accusa, l'aereo cadde perchè non era stato calcolato bene il livello del kerosene contenuto nei serbatoi, a causa della sostituzione dell'indicatore del carburante nel quadro comandi di bordo. Per accelerare i tempi, come pezzo di ricambio fu utilizzato un modello destinato all'Atr 42, che segnalava un livello di carburante superiore a quello effettivo. Dopo una complessa perizia l'accusa aveva chiamato in causa anche il direttore generale della compagnia, il direttore tecnico, il responsabile del reparto di manutenzione e i capisquadra responsabili e meccanico del gruppo manutenzione. I pm avevano sostenuto anche che il disastro si sarebbe potuto evitare se il pilota, invece di decidere di effettuare la manovra di ammaraggio che causò la spaccatura della fusoliera, avesse sfruttato le correnti d'aria per raggiungere l'aeroporto "Falcone e Borsellino" di Punta Raisi e atterrare sulla pista.

Al processo si erano costituiti parte civile Vito Albergo, zio di Barbara Baldacci, una delle vittime, unico familiare a non avere accettato il risarcimento offerto dalla compagnia, a cui sono stati liquidati 30mila euro e la Fondazione 8 ottobre, costituita dopo il disastro di Linate dell'8 ottobre del 2001, che ha avuto 15mila euro.
"E' stata definita una sentenza senza precedenti, ma ho sempre affermato che si sia trattato di un incidente senza precedenti. Una simile concatenazione di cause e concause, infatti, credo che non abbia nessun riscontro nei disastri dell'aviazione civile a livello mondiale". Queste le parole dell'avvocato Niky Persico, legale di Vito Albergo. "Il nostro assistito, Vito Albergo, ha visto  assegnato una somma superiore alle nostre aspettative, ma equa rispetto al dolore patito. Come annunciato tratterremo un solo euro e destineremo il resto in favore di iniziative per la sicurezza del volo". "Restiamo in attesa della motivazione per valutare le due assoluzioni decise - ha concluso il legale -. Si trattava di due posizioni omologhe rispetto al ruolo ricoperto da altri due imputati che sono stati condannati".
L'avvocato Francesca Coppi, legale del direttore generale della "Tuninter", condannato a nove anni di carcere, ha detto: "Ricorreremo in appello. Sono processi difficili. Noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto. Ma in questi casi si subisce anche il clima".

- "Tragedia aerea al largo di Palermo" (Guidasicilia.it, 8 agosto 2005)

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23 marzo 2009
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