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La sepoltura prematura...

A Villagrazia di Carini, i figli di una defunta 68enne da 6 giorni vegliano il corpo della madre, convinti si tratti di morte apparente

13 febbraio 2014

Sembra una di quelle storie che qualche tempo fa si potevano trovare sulla prima pagina della Domenica del Corriere, con l’illustrazione a tutta pagina...
Circa una settimana fa Grazia Bruno, 68 anni, è morta in ambulanza durante il trasporto dall'ospedale a casa, dopo che i medici l'avevano dimessa perché per lei, malata di tumore al pancreas, non c'era più nulla da fare.
Fino a qua l’inizio di un consueto dramma familiare, tragedia grande per gli affetti più intimi, una notizia come tante (e nemmeno tanto interessante) per chi distante, dal di fuori può accogliere una storia del genere. La notizia da Domenica del Corriere, infatti, non sta nell’avvenuta morte della donna, ma nel fatto che a questa morte i figli proprio non vogliono credere. Di fatti, da più di sei giorni, la vegliano nella loro abitazione di Villagrazia di Carini, nel Palermitano e di seppellirla non ne vogliono sentire alcuna ragione! Il cadavere è dentro una bara aperta e riceve l'attenzione che si riserva ai vivi: una coperta ben rimboccata, i termosifoni della stanza a una temperatura confortevole. Ma soprattutto, la vigilanza è costante, in attesa che il corpo della donna dia un segnale di vita.

Il dolore per la perdita della madre è stato così brutale da sconvolgere le menti dei poveri figli? Sembra di no. La determinazione di questi a non mollare, si basa su alcuni dati inconsueti: la morta, infatti, ha un colore roseo, non da segni di rigor mortis e la sua temperatura corporea sembra non sia scesa. Eppure i medici, uno dei quali chiamato dai carabinieri, sono intervenuti e hanno certificato la morte: l'elettrocardiogramma è piatto. Ma i figli insistono: "Non vogliamo seppellire nostra madre viva, aspettiamo il medico legale della procura che venga a dirci che è veramente morta, ma al momento non lo sembra. Non c'è nessuna traccia di decomposizione. Non siamo pazzi, abbiamo solo l'evidenza di quanto sta succedendo da alcuni giorni", ha detto uno dei figli della signora Grazia.
In casa, oltre ai quattro figli sono radunati anche i fratelli della donna, tutti convinti che si tratti di morte apparente, e tutti fermi nel non voler cascare in quello che potrebbe essere il peggior errore della loro vita: seppellire la loro cara congiuta viva!

I figli sostengono di aver parlato del caso con alcuni medici: "Ci hanno detto che è possibile che non sia morta", hanno spiegato. Ma il professor Paolo Procaccianti, direttore dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, non lascia spazio ad alcun dubbio: "Mi dicono che due medici legali e un cardiologo hanno stabilito la morte della donna. Non c'è altro da aggiungere. Oggi non è possibile commettere errori. Si parla di morte cerebrale quando il cuore smette di battere per 20 minuti. Lo dice la legge, che ovviamente si basa su evidenze scientifiche. I non addetti ai lavori possono manipolare i dati come vogliono". "Naturalmente - aggiunge il professore -, non avendo io esaminato la salma, posso soltanto parlare in generale, ma di sicuro, se la signora è deceduta giovedì scorso, il cadavere dovrebbe già essere in stato di decomposizione". Procaccianti ha spiegato che "ci sono tre segnali indiscutibili che permettono di accertare la morte, a partire dall'abbassamento della temperatura corporea, fino alla presenza delle ipostasi, le macchie dovute al ristagno del sangue che non circola più. Il primo requisito può però variare, come quello dell'irrigidimento del corpo, che dipende dalla quantità di massa muscolare, ma anche dalle cause del decesso. Inoltre, lo stesso processo di decomposizione può influire nella temperatura, facendola aumentare o le macchie potrebbero non presentarsi in seguito ad una emorragia avvenuta prima del decesso". "Se il primo medico legale ha accertato il decesso - ha detto infine il dottor Procaccianti - ed il cardiologo ha effettuato la verifica dell'assenza di qualunque attività cardiaca per venti minuti, l'iter di constatazione della morte può essere considerato più completo. Sono tanti i fattori che devono essere considerati e non tutti i requisiti per accertare un decesso emergono immediatamente. Probabilmente in questa circostanza il processo rigor mortis è più lungo, ma siamo già di fronte ad un caso limite, in cui interviene, forse, l'estrema difficoltà di staccarsi da una persona molto amata. Ma considerando questo aspetto, sconfiniamo nell'ambito della psicologia".

Intanto, il sindaco di Villagrazia, Giuseppe Agrusa, non è disposto ad aspettare oltre: "Se la salma non sarà condotta al cimitero - ha detto perentorio - farò un'ordinanza per seppellire il cadavere".

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13 febbraio 2014
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